Le fotografie della “Beyrouth d’antan” di Michel Fani non vogliono essere l’ennesimo amarcord sulla capitale libanese, né una nuova esaltazione della mitica età dell’oro degli inizi del secolo scorso: non segnano affatto un percorso a ritroso verso il passato, perché – come spiega l’artista stesso al quotidiano libanese L’Orient Le Jour – “non è rimasto più niente di quella Beirut d’epoca a cui far ritorno”.
Piuttosto, i montaggi fotografici di Fani provano ad isolare dei dettagli della città che si rivelano nuclei portatori di rappresentazione e di significato. E attraverso indizi, resti e tracce che rimandano gli uni agli altri emerge – pur nella dolorosa consapevolezza che la città è ormai irrimediabilmente mutata – l’immagine ottimista di una città ritrovata.
Le diciotto fotografie di Fani, tutte rielaborazioni di ingrandimenti, zoomate su particolari e colpi d’occhio soggettivi, compongono un lavoro che si inserisce nel percorso che l’autore compie attraverso la storia di Beirut e che si snoda attraverso mostre (già nel 2009 e nel 2010 sempre alla Galleria 6), libri e poesie. È il tempo il vero protagonista del lavoro poetico ed estetico di Fani, che è declinato nelle varie dimensioni del ricordo, dell’aspettativa, ma anche della perdita e del ritrovamento.
La mostra fotografica di Michel Fani “Beyrouth d’antan” sarà ospitata dalla Galleria 6, palazzo Igea, Abdel Wahab al-Inglizi ad Ashrafiyeh fino al 27 dicembre. È aperta dal martedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, il sabato dalle 10:00 alle 13:00. Per informazioni e appuntamenti, è possibile telefonare allo 01/202281.
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