Beirut e la Fiera del Libro arabo, unite dal 1956

(di Elena Chiti) Fondata nel 1956, la Fiera Internazionale del Libro Arabo di Beirut è giunta ormai alla sua cinquantacinquesima edizione. E può vantare un duplice primato: di anzianità e di continuità. È la prima fiera del libro del mondo arabo, la più vecchia.

E non ha mai tradito la città che l’ha vista nascere: si è svolta ogni anno senza eccezione, sfidando guerre e rivolgimenti politici, opponendo la forza così fragile del libro all’incertezza del futuro. Non è mai andata a ingrossare le fila dell’emigrazione, come una triste Parigi-Dakar che della capitale senegalese ha ormai soltanto la caricatura del nome.

Come sottolineato durante l’inaugurazione ufficiale, venerdì 2 dicembre, la Fiera del Libro Arabo è sempre rimasta fedele alla sua Beirut, di cui non ha mai smesso di celebrare l’identità araba. Un’identità su cui, muovendosi tra gli stand ospitati al Centro BIEL, non si possono nutrire dubbi. Il visitatore disattento, che pensasse di trovarsi ancora al Salone del Libro Francofono (altro evento di punta della scena culturale beirutina), dovrebbe presto ricredersi: le uniche lettere latine che si vedono in giro servono per segnalare la postazione degli editori; già i loro nomi sono rigorosamente ed esclusivamente in arabo.

Per chi non parla questa lingua – e per chi non la legge – un giro alla Fiera potrebbe assumere i contorni di un’odissea. Eppure. Eppure, anche per i non-arabofoni, vale la pena. Diamo un paio di postazioni, come nella migliore tradizione di battaglia navale.

B29: Dâr al-Adâb. L’editore libanese per eccellenza e uno dei più importanti editori arabi. Ha la stessa età della Fiera del Libro, fondato dallo scrittore libanese Suhayl Idriss nel 1956, tre anni dopo aver dato i natali alla rivista al-Adâb, che avrà un impatto profondo sul panorama culturale libanese e non solo. Oggi la casa editrice è diretta da Rana e Samah Idriss, i figli del fondatore, e pubblica narrativa, poesia e saggistica delle più grandi firme del mondo arabo.Il catalogo di Dar al-Adab basterebbe da solo a conferire un carattere internazionale alla Fiera: tra i suoi autori figurano gli egiziani Sunallah Ibrahim, Baha Taher e Miral al-Tahawi, i marocchini Yusuf Fadil e Abdelfattah Kilito, la palestinese Sahar Khalifa, i siriani Khaled Khalifa e Samar Yazbek e molti altri. Senza dimenticare le grandi voci libanesi: Hanan al-Sheikh, che sarà presente allo stand dell’editore il pomeriggio del 9 dicembre; Elias Khoury, che incontrerà i suoi lettori il 10; Hoda Barakat, anche lei con una nuova uscita, e Rabi‘ Jaber, giovane e prolifico scrittore la cui fama travalica da anni i confini libanesi.

C14: Manshûrât al-jamal. O al-Kamel Verlag, per dirla in tedesco: la grande casa editrice araba fondata a Colonia nel 1983 dall’iracheno Khaled al-Maali, poeta e scrittore costretto a fuggire dall’Iraq di Saddam Hussein alla fine degli anni Settanta, per riparare in Libano e in Francia e stabilirsi infine in Germania. Prima di riportare la casa editrice in terra araba, aprendo una sede proprio a Beirut nel 2007. Il suo catalogo comprende inizialmente testi arabi o tradotti dal tedesco, destinati a un pubblico di immigrati arabi residenti in Europa. Fin dagli esordi, è chiara l’attenzione ai giovani autori così come ai classici arabi e alla poesia, insieme alla volontà di privilegiare un lavoro di qualità quando si tratta di traduzioni. E a Manshûrât al-Jamal si traduce molto. Non più soltanto dal tedesco ormai, ma anche dall’inglese, dal francese, dall’ebraico, dal persiano, dal turco… e dall’italiano. Uno dei due incontri che la casa editrice ha organizzato quest’anno alla Fiera di Beirut muove proprio da una traduzione dall’italiano: Zarîbat al-khanâzîr (Porcile), testi poetici scelti di Pier Paolo Pasolini, tradotti in arabo da Mohammed Ben Salah, di cui Khaled al-Maali parlerà l’8 dicembre (16.30-18.00) insieme al poeta e giornalista libanese Iskandar Habash e al critico letterario italiano Roberto Carnero, che presenterà la figura di Pasolini.

E gli editori interessanti sono molti. Per non parlare delle nuove uscite e delle conferenze che, senza trascurare l’attualità politica, si occupano del dibattito sull’abolizione del sistema confessionale in Libano, della storia recente della Siria, della primavera araba con i suoi fattori di cambiamento. Bella forza, direte voi: come seguire novità editoriali e incontri che si tengono rigorosamente in arabo?

Basta buttare un occhio su SiriaLibano… e noi cercheremo di seguirli per voi!

La Fiera Internazionale del Libro di Beirut si tiene dal 2 al 15 dicembre al Centro Fiere BIEL. È aperta tutti i giorni, dalle 10.00 alle 22.00. L’ingresso è gratuito.