Dimenticheremo qualche parola su due sedie / dimenticheremo le sigarette, così qualcun altro verrà a finire la nostra serata e il nostro fumo / Dimenticheremo un po’ di sonno sul cuscino, così qualcun altro verrà a dormire nel nostro sonno…
Con i versi di questa poesia intitolata “Camera d’albergo” del poeta palestinese Mahmud Darwish riscritta con polvere di cannone e carbone, Estefania Penafiel Loaiza, artista equadoriana trasferitasi a Parigi, suggella la sua installazione intitolata “No Vacancy” e inauguratasi martedì scorso al “The Hangar” di Beirut all’interno delle iniziative del più ampio progetto intitolato “The Beirut Experience”.
Il titolo “No Vacancy” è un chiaro riferimento al gergo alberghiero, ma rimanda anche all’idea “dell’assenza di vacanza, di riposo” – come spiega l’artista stessa. È un lavoro che prende spunto dagli archivi dell’hotel Carlton di Beirut e si inserisce nel progetto “Last Days of Carlton” avviato dall’associazione UMAM che aveva recuperato tonnellate di documenti del famoso albergo demolito nel 2009, con lo scopo di utilizzarle per elaborare un percorso artistico sul tema della memoria sociale e culturale di Beirut.
Inaugurato nel febbraio del 1960, il Carlton diventò in breve tempo uno dei fulcri della scena mondana, politica e culturale libanese degli anni ’60 e ’70, per poi trasformarsi – come altri luoghi del panorama della città – in uno dei penosi simboli nell’inconscio collettivo dell’irruzione distruttiva della guerra civile.
Ed è attraverso la memoria dell’albergo che Estefania Penafiel Loaiza si inoltra nell’esplorazione della memoria della città: sono gli stralci di vita comune dei membri dello staff, le loro foto sbiadite, i documenti amministrativi ingialliti conservati negli archivi che accompagnano il visitatore attraverso l’effimerità dei ricordi e assurgono quelle storie personali a destino collettivo.
La mostrà resterà aperta fino al 19 dicembre, dal mercoledì alla domenica dalle 12:00 alle 21:00. Per informazioni: 03-91018 per chi chiama da Beirut, 00961-3-910118 per chi chiama da fuori il Libano.
Lascia una risposta