In un Libano dove oggi le famiglie e i clan di persone rapite in Siria si organizzano in “sezioni armate” bloccando strade e compiendo a loro volta rapimenti, vivono ancora le madri di decine di migliaia di libanesi rapiti durante gli anni della guerra civile (1975-90). Alcuni di loro giacciono, forse ancora vivi, nelle carceri siriane, altri sono stati seppelliti in fosse comuni dove ora sorgono grattacieli e supermercati (si parla spesso del caso di Spinney’s a Mar Mitr). Dalia Khamissy torna, con il suo sguardo, nelle pieghe del dolore di queste donne in attesa.
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