A Homs piccioni viaggiatori… istruiti da militari britannici e del Qatar

Non rimangono che i piccioni viaggiatori agli abitanti di Homs, epicentro della rivolta in Siria da dieci giorni sotto i colpi dell’artiglieria governativa, per comunicare tra loro e riferire i nomi delle vittime degli incessanti bombardamenti.

Omar Tellawi, membro del Comitato di coordinamento anti-regime della terza città del Paese, appare in un video amatoriale mentre annuncia l’arrivo sul tetto di una casa di un piccione da Bab Amro, quartiere periferico colpito più di altri dai mortai dell’esercito fedele al presidente Bashar al Assad. “Guarda! L’uccello di Bab Amro. E’ venuto con un nuovo messaggio”, afferma.

A causa dell’interruzione prolungata di ogni tipo di telecomunicazione, la gente di Homs è ricorsa all’antica arte dell’addestramento dei piccioni, diffusa da secoli anche a Damasco e in altre città siriane. “Così informiamo i nostri fratelli dell’avvicinamento di mezzi di artiglieria”, afferma Abu Qazan, pseudonimo di un attivista fuggito a Damasco.

“A volte i piccioni portano con sé messaggi contenenti le liste delle vittime di Bab Amro”, aggiunge interpellato telefonicamente. I Comitati di Bab Amro non pubblicano più da giorni i loro aggiornamenti sul profilo Facebook a causa della quasi totale assenza di connessioni Internet. Sui social network c’è chi ironizza sul video di Tellawi: “Grazie Bashar! Senza te non avremmo riscoperto questa tradizione!”.

Altri fanno riferimento alla notizia, diffusa dai media israeliani ma non confermata, della presenza di addestratori militari britannici e del Qatar a Homs a fianco dei ribelli: “Devo insegnare l’inglese ai miei piccioni!”, si legge sul forum dei Comitati. Alla fine del filmato, pubblicato il 10 febbraio scorso su Youtube, Tellawi riesce ad afferrare il piccione e a leggere il messaggio da Bab Amro: “Aiutateci. Entrate dalla parte vecchia della città. Viva la Siria libera!”.