Annan e il suo “piano di pace”

Il governo siriano deve ritirare le truppe dai centri abitati entro il 10 aprile e tutte le violenze nel Paese, da qualsiasi parte, devono cessare entro le 6 del mattino del 12 aprile.

Forte di una nuova dichiarazione fatta oggi dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che appoggia il suo piano, l’inviato delle Nazioni Unite e della Lega Araba, Kofi Annan, ha richiamato Damasco alle sue responsabilità, denunciando il fatto che nonostante la dichiarata accettazione anche da parte del regime, “le operazioni militari contro la popolazione civile non sono ancora terminate”.

Qui di seguito il testo integrale in italiano del “piano di pace” di Annan in sei punti.

1) Si invitano le autorità siriane a impegnarsi a lavorare con l’inviato (congiunto Onu-Lega Araba, Kofi Annan, n.d.r.) in un processo politico, guidato dalla Siria, che comprenda tutte le parti e che tenga conto delle aspirazioni e degli interessi del popolo siriano.

2) a impegnarsi a metter fine ai combattimenti e a raggiungere quanto prima una efficace cessazione delle violenze armate, monitorata dall’Onu, in tutte le loro forme e compiute da ogni parte, con l’obiettivo di proteggere civili e riportare la stabilità nel Paese.

A tal fine, il governo siriano deve immediatamente cessare il dispiegamento di truppe verso i centri abitati, metter fine all’uso di armi pesanti e cominciare il ritiro militare dalle città e dalle zone circostanti. Mentre queste misure vengono applicate sul terreno, il governo siriano deve lavorare con l’inviato per arrivare a una cessazione sostenibile delle violenze armate in tutte le loro forme e compiute da tutte le parti con un meccanismo efficace di supervisione dell’Onu.

Impegni analoghi saranno richiesti dall’inviato nei confronti dell’opposizione e di tutte le forze attive per cessare i combattimenti e lavorare con l’inviato stesso al raggiungimento di una cessazione sostenibile delle violenze armate in tutte le loro forme e compiute da tutte le parti, con un meccanismo efficace di supervisione dell’Onu.

3) si invitano le autorità siriane ad assicurare l’assistenza umanitaria in tutte le regioni colpite dai combattimenti. A tal fine, come passo immediato, accettare e rendere effettiva una pausa (delle azioni militari, n.d.r.) di due ore al giorno, fornendo l’esatto orario e le modalità di questa pausa umanitaria, attraverso un meccanismo efficace anche a livello locale.

4) ad intensificare il ritmo e l’ampiezza del rilascio delle persone arrestate in modo indiscriminato, includendo in particolare le categorie vulnerabili di persone e quelle coinvolte in attività politiche pacifiche. Fornire senza ritardo e attraverso i canali appositi una lista di tutti i luoghi in cui queste persone sono detenute. Cominciare immediatamente a organizzare l’accesso a questi luoghi e, attraverso appositi canali, rispondere prontamente a tutte le richieste scritte di informazioni, accesso e rimessa in libertà di queste persone.

5) ad assicurare libertà di movimento nel Paese ai giornalisti, avviando una politica di rilascio di visti non discriminatoria.

6) a rispettare la libertà di associazione e il diritto di manifestare pacificamente come garantito dalla legge.