A quattro giorni dal duplice attentato suicida compiuto venerdì scorso a Damasco e subito attribuito dalle autorità ad al Qaida, il regime siriano ha diffuso stamani la lista delle vittime degli attacchi: 34 tra agenti delle due forze di sicurezza le cui sedi erano state investite dalle esplosioni; 14 sacchi con resti di un numero non precisato di corpi non identificati e 7 civili.
Lo riferisce l’agenzia ufficiale Sana, che aveva in precedenza diffuso un bilancio definitivo di 44 uccisi e 166 feriti. Sabato si erano celebrati nella Grande Moschea di Damasco i funerali di Stato delle vittime, senza che le autorità avessero però diffuso le generalità degli uccisi.
Nel bilancio odierno, oltre ai 7 civili, di cui non vengono fornite le età, figurano 19 agenti della Sicurezza dello Stato (tra coscritti e sottufficiali, il grado più alto è un maresciallo), 14 dei servizi di sicurezza militari (un generale di riserva e altri tra sottufficiali coscritti) e un sergente dell’esercito.
Secondo la ricostruzione ufficiale, le sedi delle rispettive agenzie erano state colpite venerdì mattina da due autobomba guidata da attentatori suicidi. La tv al Manar del movimento sciita libanese Hezbollah aveva per prima fornito il bilancio degli uccisi, affermando però che la maggior parte erano civili.