Non è la caduta del legittimo governo di Bashar al Asad, presidente laico e riformatore, il vero obiettivo dei terroristi barbuti qaedisti salafiti jihadisti mercenari prezzolati infiltrati traditori sionisti. No, il loro obiettivo è “riprendere Roma”. Arrivare al cuore della cristianità!
A dirlo non è l’ultimo arrivato, un ragazzino messo lì dalla propaganda del regime per raccontare una storiella imparata a memoria. No, e poi no. A dirlo è nientepopodimeno che l’aspirante “emiro di Damasco”.
Ebbene sì. E’ uno dei cinque terroristi arrestati dalle autorità siriane e intervistati in esclusiva dai rappresentanti di Assadakah Sardegna – Franco Murgia, Antonio Schiavone – e dal responsabile per gli esteri del centro italo arabo fondato a Roma, il giornalista libanese Talal Khreis (sotto la prima parte dell’intervista).
Altro che Robert Fisk! Il veterano del giornalismo mediorentale, anch’egli entrato in Siria con regolare accredito ufficiale, aveva condotto un’intervista con un altro detenuto terrorista in una non meglio precisata prigione del Paese.
Khreis, Schiavone e Murgia hanno fatto molto di più: non uno ma cinque detenuti. Tra cui un turco, che non parla arabo, e un franco-algerino. Ripresi integralmente con la video camera, mentre rispondono alle domande seduti su un divano di una non meglio precisata stanza di un non meglio precisato edificio, presumibilmente una prigione governativa. Qui sotto il testo che sul sito di Assadakah Sardegna accompagna la lunga intervista.
E per fugare eventuali dubbi di qualche malelingua sospettosa, gli autori dell’intervista hanno avuto rassicurazioni dagli stessi detenuti sulle loro condizioni di salute e sul fatto che parlavano senza alcuna pressione.
La delegazione di Assadakah, composta da Raimondo Schiavone, Franco Murgia e Talal Krais, è stata autorizzata dal Governo siriano ad ascoltare le testimonianze di alcuni terroristi detenuti nelle carceri governative. Prima dell’incontro ci si è accertati dello stato di salute dei detenuti e del fatto che gli stessi non fossero costretti a farlo. Oltre alle interlocuzioni pubbliche che voi vedrete ci sono state interlocuzioni private che per motivi di sicurezza dei detenuti e nostri non vengono trasmesse.
Ma i delegati di Assadakah hanno fatto ancor più di Fisk, che fino all’ultimo ha sperato di ottenere un incontro col presidente al Asad. I due italiani e il giornalista libanese hanno incontrato, in forma privata, il Dottor Bashar (foto in alto). Qui di seguito le sue parole citate sempre dal sito del centro italo-arabo:
“L’Europa non ha capito che noi siamo l’avamposto contro l’integralismo, bisogna sconfiggere al-Qaeda. L’informazione sulla Siria è deformata, vogliono far vedere quello che non c’è. I terroristi sono finanziati dai Paesi del Golfo e sostenuti dalla Turchia. Dobbiamo dare sicurezza a questo paese che basa la sua vita politica sulla laicità, siamo l’architrave del Medio Oriente oggi governato troppo dai fratelli musulmani, se cade la Siria cade il Medio Oriente. Dobbiamo cacciare dalla Siria i Salafiti portati qui per fare disordine. Siamo un piccolo paese, se il popolo fosse contro di me sarei già caduto come è accaduto in Egitto e Tunisia”.
Mai visto nulla di più ridicolo e artefatto. Khilafe Islamiye, un califfato islamico partendo da un emirato damasceno? Tutto ciò è pura fantascienza. Fino a Roma e alla Spagna? – risata sarcastica – Questi illustri signori di Assadakah dovrebbero gentilmente astenersi dal produrre simili idiozie e propinarle come interviste e documenti attendibili!
Immagino stia ancora ridendo, Simona, mollemente adagiata sulla sua poltrona. Noi a Damasco ci siamo andati e abbiamo documentato tutto. Per sua conoscenza sappia che i terroristi intervistati sono gli stessi che pochi giorni prima ha intervistato Robert Fisk dell’Indipendent, con la differenza che noi abbiamo pubblicato integralmente l’intervista. Per il resto quello che sta accadendo in questi giorni nel mondo islamico conferma le nostre ragioni. Cordialmente
Mi meraviglia che non abbiate riservato la stessa ironia all’inviato ONU Brahimi, a cui Assad nell’incontro di un paio di giorni fa ha detto le stesse cose che ha detto a noi.
Brahimi merita molto peggio dell’ironia per il suo passato complice del governo algerino. Quanto a voi, speravamo che bastasse l’ironia. Continuate così, ci regalate un po’ di sano cabaret italiano in tanta tragedia.