Gli Hezbollah libanesi, alleati dell’Iran e del regime siriano, affermano di portare aiuti umanitari a un imprecisato numero di profughi siriani fuggiti in Libano. In un comunicato emesso nelle ultime ore dal movimento sciita e ripreso dalla sua TV al Manar, si afferma che la Commissione per l’azione sociale del partito e quella “Sostegno dell’Imam Khomeini” sostengono materialmente i siriani rifugiatisi nella regione montagnosa tra Beirut e Sidone.
“Siamo al loro fianco per i problemi di cui soffrono e abbiamo distribuito loro razioni alimentari e altri aiuti”, si legge nel comunicato. Hezbollah, che sin dall’inizio della rivolta siriana si è schierato apertamente con la repressione condotta dal regime di Damasco avvalorando la tesi del complotto islamista-sionista contro l'”Asse della Resistenza” anti-israeliano (Iran-Siria-Hezbollah), afferma che questo sostegno è “parte del dovere di contraccambiare” l’aiuto ricevuto dai siriani durante la guerra del 2006 contro Israele. Nel comunicato si precisa che gli aiuti sono stati finora diretti nella zona di Iklim al Kharrub come Naame, Jiye, Baasir, Wadi Zeina, Menshiye.
Si tratta di una regione abitata in prevalenza da sunniti (notare l’attenzione di al Manar nel mostrare uomini religiosi sunniti col turbante rigido, diverso da quello di stoffa degli sciiti), ma anche da minoranze cristiana e sciita. Gli aiuti sono stati distribuiti tramite la rete del Raggruppamento di ulema musulmani, un’associazione di religiosi che ha sede nella periferia sud di Beirut controllata da Hezbollah e che da anni esprime posizioni molto vicine al movimento sciita libanese. A parlare, tra gli altri, nel servizio di al Manar è lo shaykh Maher al Mezher, responsabile delle relazioni esterne del Raggruppamento.
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