Linee intrecciate di sangue

opera di Wissam Jazairi(di Lorenzo Trombetta). Lungo intrecciate linee confessionali tra sunniti e alawiti, branca dello sciismo a cui appartengono i clan al potere da quasi mezzo secolo in Siria, sono stati commessi negli ultimi giorni nella regione centrale di Hama (si veda cartina più in basso) tre diversi massacri di civili, giustiziati sommariamente da miliziani fondamentalisti e da loro rivali lealisti.

Secondo i bilanci non verificabili in maniera indipendente forniti dal regime, dalle opposizioni armate e da altre piattaforme di monitoraggio delle violenze, nella regione di Hama tra sabato e domenica scorsa sono state uccise 116 persone, compresi uomini armati.

Il Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc) ha fornito la lista delle generalità di 35 persone uccise l’8 febbraio a Sawran, a nord di Hama. Le vittime sono tutti maschi ed erano residenti del villaggio a maggioranza sunnita. Undici vittime sono state uccise in “scontri tra ribelli e forze lealiste”, mentre 24 sono stati giustiziati sommariamente dalle stesse milizie filo-regime che hanno assaltato il villaggio.

All’indomani, secondo l’esercito del regime siriano (si veda il primo video qui sotto), 42 persone sono state massacrate da “terroristi” della formazione qaedista Jabhat an Nusra e da altre brigate di insorti fondamentalisti nel villaggio di Maan, a maggioranza alawita.

Maan si trova a nord di Hama e a circa sei km nord-est da Sawran. I video amatoriali pubblicati sul web mostrano miliziani che innalzano i vessilli di gruppi locali di fondamentalisti: Ahrar ash Sham, Jund al Aqsa e Liwa al Umma (si veda il secondo video qui sotto). Finora la Jabhat an Nusra, nei suoi profili sui social network, non ha rivendicato l’operazione.

Massacri regione Hama, febbraio 2014

Informato dalla delegazione del regime siriano impegnata nei colloqui internazionali di Ginevra, il segretario generale dell’Onu Ban ki-moon si è detto “scandalizzato” dalla notizia del massacro di Maan. Comitati di cittadini alawiti della regione di Masyaf, a est di Hama, hanno dal canto loro pubblicato su Facebook la lista “completa” delle vittime che risultano 21 e non 42.

Tra queste figurano otto donne e 11 membri di una stessa famiglia. Ieri, l’agenzia ufficiale Sana pubblicava la notizia dei funerali delle vittime del massacro di Maan, mostrando una foto di sole sei bare, e un’altra di un corteo funebre in cui apparivano ritratti di due “martiri” militari. Il bilancio di una ventina di uccisi a Maan era stato riferito anche dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) – piattaforma vicina alle opposizioni che dal 2007 monitora le violazioni commesse nel Paese.

Secondo il Vdc, sempre domenica 9 febbraio, le milizie filo-regime hanno ucciso sul posto, con colpi di arma da fuoco alla testa e tramite fucilazione, 16 persone ad al Jamala, località sunnita nei pressi di Hama, e a pochi km a ovest di Sawran. Dal canto suo, il governatore di Hama, Ghassan Khalaf, citato dalla Sana ha smentito l’uccisione di civili ad al Jamala e ha affermato che “la gente del villaggio continua a vivere tranquillamente”. Secondo la lista dettagliata del Vdc, le vittime di al Jamala sono tutte civili, tra cui sei donne, tre bambini di età compresa tra i due e i quattro anni, e un ragazzo di 15 anni. (Ansa, 12 febbraio 2014).