Nasrallah legittima la repressione in Siria

Il sayyid Hasan Nasrallah (al-Manar)Il leader del movimento sciita libanese filo-iraniano Hezbollah ha ribadito il sostegno alle repressioni del regime siriano contro le proteste anti-governative, affermando che queste non sono spontanee come le rivolte in Tunisia, Egitto, Bahrein, Libia e Yemen.

“Quei regimi erano sottomessi agli americani, contrariamente al regime siriano”, ha detto il sayyid Hassan Nasrallah in un’intervista alla TV al Manar dello stesso movimento sciita (in basso il video).

“Il fondamento del regime siriano è la lotta contro Israele – ha detto Nasrallah -, si oppone al progetto americano nella regione, appoggia la resistenza in Libano e in Iraq e la sua volontà di realizzare riforme è seria”.

Da marzo scorso ad oggi sono oltre 3.000 secondo l’Onu le persone uccise, per lo più civili, dalla repressione militare e poliziesca condotta dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad, stretto alleato dell’Iran e di Hezbollah.

Secondo il leader sciita, “la maggioranza del popolo siriano é favorevole al regime… lo dimostrano le (recenti) massicce manifestazioni svoltesi a Damasco e ad Aleppo in favore del regime di (Bashar) al-Assad”.

Per Nasrallah, “il vero pericolo che minaccia il Medio Oriente è rappresentato da Israele e dagli Stati Uniti, che cercano di stabilire un nuovo ordine regionale basato sulla divisione etnica e confessionale, e dalle correnti salafite (estremisti sunniti)”.

Secondo il leader libanese, Hezbollah appoggia gli al-Assad in Siria “perché bisogna evitare la creazione di un regime che si getterà nelle braccia degli americani, per evitare una guerra civile o una divisione del Paese”.

Nasrallah ha anche accusato alcuni mezzi d’informazione di riportare notizie non vere relative alla Siria e di gonfiarne altre. Ha poi smentito ancora una volta ogni presunto coinvolgimento di membri di Hezbollah a fianco delle forze lealiste siriane, responsabili della repressione.

Sulle recenti violazioni delle forze armate siriane della sovranità del Libano, il Sayyid ha ricordato che “la Siria è ufficialmente un Paese amico” e che “se le incursioni dovessero essere confermate, lo Stato (libanese) dovrà regolare la questione, affrontando anche quella del contrabbando libanese verso la Siria”.