Opposizione in patria… la linea rossa

Non erano andati a parlare con i turchi o gli americani, né tantomeno con i sauditi o i qatarini. Eppure tre dirigenti dell’opposizione siriana in patria, finora tollerata, sono scomparsi nella notte tra giovedì e venerdì sulla strada che collega l’aeroporto internazionale a Damasco.

Abdel Aziz Kheir e Iyad Ayyash del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn) erano appena tornati dalla loro visita ufficiale in Cina (assieme a Haytham Mannaa, residente in Francia), a colloquio col ministro degli esteri di Pechino, alleato del regime del presidente Bashar al Asad e assieme alla Russia deciso oppositore in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu di ogni azione politica contro Damasco. Maher Tahhan, anch’egli membro del Ccn, era andato a prenderli in aeroporto.

Dei tre non si sa più nulla. I familiari e i vertici del Ccn hanno perso le loro tracce. Si sa, ormai senza più il regime a garantire “sicurezza e stabilità”, quella strada è piena di bande di criminali e di terroristi. Strano però che i media ufficiali non abbiano dato notizia della scomparsa dei tre.

E che coincidenza poi! Domani doveva tenersi a Damasco la “conferenza per la salvezza della Siria”, una riunione organizzata proprio dal Ccn e a cui erano state invitate numerose sigle dell’opposizione all’estero e in patria. La conferenza era stata indetta per il 12 settembre ma allora il Ccn non aveva ricevuto sufficienti garanzie dalle autorità perché fosse assicurata l’incolumità dei dissidenti provenienti dall’estero.

Poche ore dopo la scomparsa dei tre, il portavoce del governo siriano, il ministro dell’informazione Umran Zobi, dichiarava che “la situazione in Siria migliora di giorno in giorno e che tutti hanno ormai capito chi è il vero nemico”. E’ forse la Cina?