Patrimonio Beirut, distruzione di palazzo Akar

Sebbene si trovi in uno dei quartieri “a carattere tradizionale” di Beirut (come recita il segnale marrone proprio all’inizio della strada), qualche giorno fa il palazzo Akar, edificio del XIX secolo di Zoqaq al-Blat, è stato parzialmente abbattuto.

A chi lo guarda dalla strada principale non appare rovinato in realtà, perché la facciata del palazzo è rimasta pressoché intattata, ma tutto il lato posteriore è stato danneggiato e i muri abbattuti.

Secondo l’associazione Save Beirut Heritage nata un anno fa con l’intento di preservare gli edifici storici della capitale libanese, è già da qualche mese che l’interno del palazzo Akar è stato smantellato – i soffitti rimossi, le piastrelle veneziane divelte, le colonne di marmo vendute – e demolito illegalmente.  

I membri dell’organizzazione insieme con alcuni residenti della zona preoccupati hanno informato della demolizione in corso il ministro della cultura Gaby Layyun che questa settimana incontrerà degli avvocati per poter procedere con le accuse a carico dei proprietari e che nel frattempo ha deciso di collocare una pattuglia di polizia 24 ore su 24 di fronte all’edifico per scongiurare ulteriori demolizioni.

Michel De Chadarevian, aounista, consigliere del ministro, ha riferito al quotidiano libanese The Daily Star che simili violazioni alle norme sul patrimonio sono purtroppo diventate una prassi sempre più comune che tuttavia continueranno a essere fortemente osteggiate. De Chadarevian ha aggiunto che Layyun sosterrà l’iniziativa promossa dagli attivisti di Save Beirut Heritage per far sì che il governo introduca un sistema completamente nuovo per la salvaguardia del patrimonio locale, in cui, a differenza di quanto accade adesso, non siano tutelate solo determinate zone del centro di Beirut, ma qualsiasi edificio che risponda a criteri specifici.

È infatti una delle priorità del ministro proteggere il patrimonio nazionale, in quanto – come ha chiosato lo stesso consigliere armeno –  “chi non ha memoria del passato, non è in grado di guardare al futuro”.