Non sono iscritti in nessun registro dell’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) né sono assistiti da organizzazioni non governative straniere (Ong) o locali: i profughi siriani di Tiro, porto meridionale del Libano, 90 km a sud di Beirut, si sentono “profughi di serie B”.
Il quotidiano as Safir di Beirut ne parla con un trafiletto nelle pagine interne, dando voce ad alcuni padri di famiglia che da anni lavorano a Tiro e che nei mesi scorsi hanno dovuto “portar via” dalla Siria moglie e figli per evitare il peggio nelle martoriate regioni di Homs, Hama, Idlib. In tutto si tratta di poche centinaia di persone.
Uno spunto questo, che forse può interessare a qualche Ong italiana. Numerose organizzazioni straniere e locali sono accorse in questi mesi per l’emergenza profughi nel nord del Libano (Tripoli e Akkar) e nell’Alta valle della Beqaa, dove si concentra il gran numero di siriani in fuga dalla repressione e dalle violenze.
Il bilancio dell’Unhcr aggiornato all’8 maggio parla di 13.872 profughi siriani registrati nel Paese dei Cedri tra Tripoli e la Beqaa. Tiro non è menzionata.
—-
Si veda per una visione generale del fenomeno, il sito Internet aperto dall’Agenzia Onu per i rifugiati.
Lascia una risposta