Sono passati molti mesi dalle prime fughe di civili siriani in Libano, Turchia e Giordania dalle zone più colpite dalla repressione, eppure – a parte il caso turco – scarseggiano ancora dati complessivi e organici sul loro numero, sulle loro condizioni e sopratutto su quali enti istituzionali e privati si occupano della questione.
Pubblichiamo a tal proposito questo articolo scritto in esclusiva per SiriaLibano da Islamic Relief, organizzazione umanitaria indipendente, fondata del 1984 in Gran Bretagna (si veda scheda in fondo alla pagina).
A partire da Maggio 2011, Islamic Relief (attraverso la sua sede libanese) si è attivata nell’assistenza ai profughi siriani, che varcavano il confine alla ricerca di riparo e protezione dalle violenze e dall’insicurezza nel loro paese di origine.
In coordinamento con l’Acnur (l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Unhcr), è stata condotta in primo luogo una verifica delle condizioni e della presenza dei profughi (stimata a circa 2.000 persone) nella regione dell’Akkar, una delle zone libanesi più fragili dal punto di vista economico e sociale.
In seguito, sono state organizzate due distribuzioni di pacchi cibo e di kit igienici (contenenti saponi, pannolini, rasoi e asciugamani puliti), presso le abitazioni delle famiglie ospitanti i profughi.
Le difficoltà rilevate sono state dovute alla difficile mappatura dei profughi, che sono ospitati presso famiglie (spesso di parenti) le quali temono tuttavia possibili ritorsioni o violenze qualora si sappia che essi danno rifugio a dei siriani fuggiti dal paese.
In un secondo tempo inoltre, la presenza di diversi attori umanitari ha reso necessari molti sforzi di coordinamento per evitare sovrapposizioni di interventi. Infine, i profughi siriani non sono assemblati in un’unica zona ma sono spesso sparsi e soggetti a mobilità interna e a cambiamenti dei flussi dovuti a possibili cambiamenti della situazione in Siria.
Attualmente Islamic Relief sta monitorando la situazione dei bisogni dei profughi, preparandosi ad intervenire ancora in caso di aumento degli sfollati o mobilità degli stessi verso nuove destinazioni. Vi sono altre agenzie umanitarie presenti nella zona e la presenza dell’Acnur e e del Comitato internazionale della Croce rossa sui confini tra Siria e Libano.
Islamic Relief è inoltre presente in Giordania, in modo analogo, nell’assistenza ai profughi siriani ospitati da circa 550 famiglie che beneficiano di distribuzioni e di supporto per affrontare l’inverno in precarie condizioni.
La sede italiana di Islamic Relief ha sostenuto tutti questi interventi per i profughi siriani in difficoltà attraverso la campagna di raccolta fondi “Emergenza Siria”. Invitiamo tutti coloro che sono interessati a partecipare a questa o ad altre iniziative di solidarietà con popolazioni in difficoltà, a visitare il nostro sito e scoprire come donare per sostenere i nostri progetti, oppure a chiamare il numero verde 800 68 88 77.
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Islamic Relief è stata fondata da musulmani, con alla base i valori religiosi della solidarietà e della fratellanza. Nel corso degli anni, Islamic Relief si è ampliata, arrivando oggi ad avere 100 sedi e una presenza in più di 30 paesi del mondo.
Anche se la base dei suoi valori è rimasta invariata, Islamic Relief è un’organizzazione non religiosa, indipendente e imparziale, e che porta aiuto e soccorso a popolazioni di qualsiasi razza, etnia o religione, senza alcuna distinzione.
I settori di intervento dell’organizzazione sono le emergenze umanitarie (durante le quali collabora spesso con partner internazionali quali il Comitato internazionale della Croce Rossa, la Mezzaluna Rossa, il World Food Program e le Nazioni Unite) e i progetti di sviluppo legati all’acqua e igiene, educazione, condizioni abitative e salute.
Islamic Relief svolge inoltre un’importante azione nel settore del sostegno a distanza di minori in difficoltà economica e sociale, attraverso le sue 14 sedi operative nella raccolta fondi in Europa e nel mondo.
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