Siria, Cosa succede… cosa succede a Yarmuk?

Le due vittime dell’esplosione che sabato mattina ha scosso il campo profughi palestinese di Yarmuk, alla periferia di Damasco, erano due membri di Jund ash Sham, sigla del fondamentalismo sunnita operativa in Libano e da anni associata ai servizi di sicurezza del regime siriano.

In corrispondenza con le due esplosioni che sabato mattina hanno colpito in centro a Damasco la sede dei servizi di sicurezza dell’Aereonautica e quella della Sicurezza criminale, un’auto imbottita di tritolo era esplosa accidentalmente in viale dei Trenta nel campo di Yarmuk mentre erano a bordo il conducente e un passeggero, entrambi morti sul colpo.La notizia era stata riferita dall’agenzia Sana che non aveva fornito ulteriori dettagli.

Il quotidiano panarabo Asharq al Awsat, edito a Londra e finanziato dall’Arabia Saudita, cita stamani una fonte della sicurezza palestinese di Yarmuk secondo cui le due vittime erano Zaher Dassuqi e Abdallah Hussein, “estremisti islamici”, sulla ventina, membri di Jund ash Sham.

La fonte non esclude che i due “estremisti” stavano portando l’auto bomba verso un obiettivo. Ben tre esplosioni hanno scosso tra sabato e domenica Damasco e Aleppo. Il regime ha puntato il dito contro non meglio precisati “terroristi”.

Jund ash Sham, gruppo guidato da Shaker al Abssi – secondo alcune fonti ucciso in Libano nel 2007, secondo altre rifugiatosi in Siria nel 2008 – era salito agli onori delle cronache durante la battaglia di Nahr al Bared, il campo profughi palestinese dove estremisti islamici combatterono contro l’esercito governativo di Beirut nell’estate di cinque anni fa.

Il nome di Jund ash Sham è stato anche associato dalla magistratura libanese ad alcuni attentati dinamitardi compiuti in Libano dal 2004 al 2008 e da più parti attribuiti al regime di Damasco.

Ricordiamo che alla fine di febbraio scorso, tre comandanti militari di una milizia palestinese vicina al regime siriano erano stati assassinati da non meglio precisati uomini armati sempre a Yarmuk. I tre assassinii sono avvenuti nell’arco di tempo che va dal 22 al 29 febbraio scorsi ma la notizia era stata diffusa soltanto il 2 marzo.

Il colonnello Abdel Nasser Maqari, “comandante di un battaglione dell’Esercito di liberazione della Palestina”, formazione operativa sotto l’ala di Damasco. Maqari era stato ucciso il 29 febbraio attorno alle 23 locali mentre era bordo della sua auto e tornava verso casa. L’agguato e’ avvenuto in via Gerusalemme a Yarmuk, campo che sta a 8 km sud-est del centro di Damasco.

Tre giorni prima il generale Rida Khodr, comandante del reparto speciale Hittin, era stato ucciso in maniera analoga sempre nel campo Yarmuk. Il 22 febbraio scorso era stato invece ritrovato sul ciglio di una strada dello stesso campo il corpo senza vita e con evidenti segni di torture del maggiore Raed Rafiq Ali, altro
dirigente militare palestinese.

Nei mesi scorsi si erano verificati violenti scontri armati tra fazioni palestinesi sostenitrici del regime di Damasco e altri gruppi in favore invece della rivolta in corso in Siria da quasi un anno.