Alla luce degli eventi in Siria, Hamas si sta riposizionando. E’ cosa nota da mesi ormai, come dimostra tra l’altro l’improvviso riavvicinamento con Fath.
Eppure, a leggere certe notizie sembra che il movimento islamico stia addirittura abbandonando l’asse della Resistenza per sopravvivere nel nuovo scenario che si pensa si delineerà dopo la caduta degli al Asad a Damasco.
Il ministro giordano dell’Informazione, Rakan Majali, ha annunciato che Khaled Meshaal (foto a sinistra), leader dell’ufficio politico di Hamas in esilio in Siria tornerà presto in Giordania, Paese da cui il movimento islamico era stato espulso nel 1999 e in cui da allora Meshaal ha sempre avuto molte difficoltà a entrare.
Di recente, nel settembre scorso, a rivolta siriana già inoltrata, il leader di Hamas si era recato ad Amman ufficialmente per andare a trovare la mamma malata. Tre anni fa, aveva ottenuto un altro permesso straordinario di varcare le frontiere del regno hascemita per partecipare ai funerali del padre.
Ora, secondo Majali, Meshaal tornerà ad Amman la seconda volta in pochi mesi. E non per visitare la zia o la sorella, bensì per avere colloqui politici con le autorità locali.
Addirittura, afferma il portavoce governativo giordano, sarà accompagnato nel suo inedito tour da… il principe ereditario del Qatar, il trentenne shaykh Tamim ben Hama Al Thani (foto in basso a destra).
Ma come? Il Qatar non è il grande nemico dell’asse della Resistenza (Iran-Hezbollah-Siria-Hamas)? Che ci fa Meshaal a braccetto con un principe amico di Israele e degli Stati Uniti?
Il 19 dicembre scorso da Teheran, il rappresentante locale di Hamas, Khaled Qaddumi, aveva rotto l’imbarazzante silenzio del movimento islamico riguardo alla questione siriana, affermando che “il popolo siriano ha posto esigenze che sono state riconosciute dal governo”, auspicando che “vengano realizzate riforme in Siria come in ogni altra parte del mondo”.
Hamas da una parte non si sbilancia, dall’altra compie ogni giorno un passo in più verso il campo filoccidentale. Tanto che Meshaal sta aspettando che il quasi imberbe principino del Qatar si liberi dalla sua fitta agenda di impegni.
Sempre Majali – che non è una fonte anonima citata da uno sconosciuto giornale arabo – afferma infatti: “La data della visita è legata agli impegni di lavoro dello shaykh Tamim… la cui agenda è stracolma fino al 15 gennaio”.
A confermare che anche Amman ha fretta di riportare sotto la propria ala Meshaal, il portavoce governativo di Amman ha precisato: “I fratelli del Qatar ci hanno comunque detto che il principe ereditario potrà fare una veloce visita in quel periodo”.
Insomma, anche se il principino (classe 1980!) ha tanto da fare, cercherà di trovare una mezz’ora da dedicare al leader dell’ufficio politico di Hamas, quello che anni fa veniva indicato come una delle personalità più influenti al mondo. Ed è vero che Hamas ha sempre avuto una sua base a Doha, in Qatar, ma quel che stupisce è questo passaggio giordano.
Sarà un caso, ma nei giorni scorsi sono ripresi ad Amman colloqui tra israeliani e palestinesi. Sappiamo quanto questi incontri siano da decenni una farsa, utile solo a dare tempo a Israele e a riempire i titoli dei giornali italiani, che si ostinano a definirli “di pace”. Eppur qualcosa si muove, almeno sul fronte Hamas-mondo arabo.
Lascia una risposta