(Lorenzo Declich, Islametro). Concentràti sull’escalation del conflitto e sul processo, sempre più preoccupante, di radicalizzazione in atto, ci siamo dimenticati di come è nata la protesta in Siria e, soprattutto, di chi l’ha fatta nascere e portata avanti.
Una nascente società civile la cui cifra è la nonviolenza (per “società civile” intendiamo qui quel complesso di associazioni e organizzazioni non governative del quale si innerva una società civile e democratica).
Gli attivisti del Movimento nonviolento siriano, hanno disegnato a questo proposito una mappa concettuale della “sollevazione non violenta in Siria” (cliccateci sopra per raggiungere la pagina).
“Questa mappa contiene la gran parte delle attività e iniziative civili all’interno della sollevazione siriana che siamo in grado di documentare”, scrivono.
Non parliamo, dunque, di Consigli Nazionali all’estero, di partiti politici più o meno islamisti, più o meno di sinistra più o meno storici.
Non parliamo di estremisti violenti, di agenti del caos.
Parliamo di associazioni e organizzazioni che stanno dentro la Siria e che sono nate e cresciutenonostante l’indifferenza e/o l’ostilità dei più.
Il complesso dell””attivismo sociale” viene suddiviso in “iniziative civili, comitati della società civile e attivismo nonviolento”.
Sarà una sorpresa, per alcuni, scoprire che in Siria, oggi, sotto le bombe, ci sono 127 comitati locali e 183 coordinamenti.
Che sono in piedi 57 fra giornali e riviste, 19 radio, 20 agenzie di informazione.
Una vera e propria esplosione di democrazia se consideriamo che tra agenzie, giornali, radio e televisioni, nella Siria di Asad non arrivavamo a usare le dita delle mani.
La Siria, sotto le bombe, è decine di volte più rappresentata della Siria sotto il tacco del dittatore.
La Siria, miracolosamente, ha una società. Una società che, nonostante tutto – è quando dico “tutto” parlo di quasi 100.000 morti, 6.5 milioni di sfollati, 2 milioni di rifugiati, 30.000 prigionieri politici – si organizza in qualcosa di democratico, vivo, pulsante.
Tenete a mente questa mappa, miei cari operatori dell’informazione, quando scrivete sulla Siria.
Consultatela, troverete lame di luce nel buio della guerra.
Almeno questo, ai siriani, lo dovete.
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Ecco un elenco dei titoli inseriti dagli attivisti nella mappa:
Iniziative civili
- Media
- Giornali e riviste
- Radio
- Media visuali
- Agenzie di news
- Traduzioni
- Citizen journalism
- Arte
- Canzoni
- Dipinti e disegni
- Gallerie d’arte
- Teatro
- Arte visuale
- Medicina
- Informazione medica
- Ospedali da campo
- Tecnologia
- Diffusione via satellite
- Sicurezza internet
- Infanzia
- Educazione
- Giornali e riviste di bambini
- Supporto psicologico
- Blogging
- Blog personali
- Blog collettivi
Comitati della società civile
- Coordinamenti
- Coordinamento degli studenti di Suwayda
- Gruppi
- Diritti umani
- Consigli locali
Attivismo nonviolento
- Dimostrazioni
- Attività simboliche
- Disobbedienza civile
- Campagne di pressione
- Opuscoli online e cartacei
- Campagne di sensibilizzazione
Morsi, capetto eletto dai Fratelli Musulmani con il contributo USraeliano, disse :”Assad deve lasciare libera la Syria”. Povero stronzo, 34 milioni di egiziani in piazza urlano affinché se ne vada lui e rimpiangono Nasser !
MerdoGan, tribuno islamico sovvenzionatore dei mercenari in Syria e massacratore dei curdi, disse: “Assad è un presidente che non può più rimanere al suo posto”. MerdoGan vaffanculo, 20 milioni di turchi ti vorrebbero appendere al palo!
I radical-chic sionistri italiani, amici dei sunniti radicali e delle pacifinte come Bonino scrivono dai loro siti :”Assad è un criminale che massacra il suo popolo e se ne deve andare”.
Declich, sappi che gli uffici postali a Damasco in questi giorni sono stracolmi di cittadini in fila per pagare le tasse, esprimendo così il loro attaccamento al loro Stato !
Damasco non sarà vinta dalla barbarie dei salafiti e wahabiti pagati dai sionisti e incoraggiati dai sionistri italiani a loro volta sul libro paga dei servizi occidentali!