Il governo siriano ha trasformato gli ospedali in “strumenti di repressione” nel suo sforzo di annientare l’opposizione. Lo denuncia Amnesty International in un nuovo rapporto pubblicato il 24 ottobre 2011 sul suo sito. Nel documento di 39 pagine si afferma come alcuni pazienti, in quattro ospedali governativi, siano stati torturati. Anche personale ospedaliero, sospettato di curare manifestanti rimasti feriti in seguito a scontri di piazza, è stato o arrestato oppure torturato.
”E’ allarmante che le autorita’ siriane sembra abbiano concesso alle forze di sicurezza piena liberta’ di azione negli ospedali e che in molti casi anche il personale ospedaliero abbia preso parte alle torture”, afferma Cilina Nasser ricercatrice di Amnesty per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Medici dell’ospedale nazionale di Homs hanno raccontato ad Amnesty che il numero delle ammissioni negli ospedali per ferite di armi da fuoco sono scese enormemente da maggio scorso, in contrasto invece con l’aumento di decessi e feriti. Amnesty ricorda anche il problema della ricerca del sangue per le trasfusioni e afferma che il sangue puo’ essere ottenuto dalla banca centrale del sangue, controllata dal ministero della Difesa.
Gli ospedali privati si trovano dunque di fronte a un dilemma come spiega un medico. ”Se abbiamo di fronte un paziente che ha bisogno di sangue dobbiamo decidere se mandare la richiesta alla banca centrale del sangue, ma in quel caso la sicurezza verra’ a conoscenza del suo caso e procedere agli arresti oppure torturarlo”.
Scarica il rapporto di Amnesty in PDF.
Lo scorso 27 settembre, Janine Jalkh del quotidiano francofono libanese L’Orient-Le Jour pubblicava un documento originale redatto dalla Mezzaluna Rossa siriana di Homs e datato 8 settembre 2011, in cui si affermava che un’ambulanza era stata bersaglio di colpi di arma da fuoco esplosi da membri delle forze di sicurezza di Damasco.
Nel suo resoconto completo, L’Orient-Le Jour riferiva le testimonianze del personale paramedico di Homs sulle condizioni di lavoro in strada e negli ospedali all’ombra della repressione delle forze di sicurezza lealiste.
Lascia una risposta