Le autorità siriane, che da circa un anno accusano non meglio precisati fondamentalisti islamici di esser responsabili delle violenze nel Pese e legittimano così la repressione a danno dei manifestanti e dei rivoltosi anti-regime, hanno rimesso in libertà un membro di un noto gruppo jihadista basato nel campo profughi palestinese di Ayn al Helwe in Libano.
Il quotidiano di Beirut The Daily Star afferma stamani che Ibrahim Saadi, membro di Usbat al Ansar, formazione che si dice ispirata ad al Qaida, è tornato nel campo nei pressi di Sidone (40 km a sud di Beirut) dopo esser stato liberato dalle carceri siriane. La notizia è riferita anche dall’agenzia di stampa privata libanese al Markaziya e dal portale NowLebanon in arabo.
Il giornale ricorda che Saadi, figlio di Abdel Karim Saadi emiro di Usbat al Ansar e noto come Abu Muhjin, era stato arrestato nel 2007 mentre tentava di valicare il confine con l’Iraq per unirsi alla resistenza che combatteva l’occupazione anglo-americana.
A gennaio su numerosi forum jihadisti legati ad al Qaida (tra cui Ansar al-Mujahidin e al Shumukh) era apparsa la notizia della liberazione dal carcere di Aleppo, nel nord della Siria, di Mustafa Sitt Mariam Nasr, meglio noto come Abu Musab al Suri, indicato come uno degli ideologi dell’internazioale del terrore e implicato nella pianificazione degli attentati dell’11 settembre e di Madrid. Si veda a proposito il post sul blog di Lorenzo Declich.
Com’è consuetudine nelle occasioni di festa, nel campo di Ayn al Hilwe, dove compaiono ancora oggi foto e ritratti di Osama bin Laden, hanno festeggiato il ritorno di Saadi sparando in aria colpi di fucili automatici.