(di Alberto Savioli). Quando nel marzo del 2011 ci siamo schierati al fianco della rivoluzione, sostenendo la parte non violenta del movimento che anelava a una maggiore libertà dopo quarant’anni di dittatura, forse ci siamo sbagliati.
In molti lo avevano capito prima di noi, era meglio discutere col regime di Damasco, già allora pronto al dialogo nonostante molte manifestazioni fossero represse nel sangue.
Per quanti di noi amavano la Siria perché a vario titolo avevano vissuto nel Paese e avevano frequentato la sua gente, era inconcepibile chiudere un occhio sui bombardamenti contro i civili compiuti dagli aerei del regime siriano.
Per questi motivi nonostante non fossimo a sostegno di un intervento armato esterno, alcuni di noi hanno guardato con diffidenza a quell’opposizione politica interna siriana, che dialogava con Asad, perché secondo noi non poteva essere vera opposizione se era compromessa con la dittatura.
Alcuni di questi oppositori sostenevano che la Russia non avrebbe mai abbandonato il regime e che avrebbe continuato a fornire armi e aiuto logistico. Per tutti questi motivi, nonostante la forza con cui aveva represso la rivoluzione, valeva la pena dialogare con Damasco: per non distruggere il Paese.
Alcuni di questi oppositori vennero ospitati a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio nel luglio del 2012. Significativo era il punto 5 dell’appello firmato dai rappresentanti che diceva: “La soluzione militare tiene in ostaggio il popolo siriano e non offre una soluzione politica in grado di accogliere le sue aspirazioni profonde. La violenza porta a credere che non c’è alternativa alle armi. Ma le vittime, i martiri, i feriti, i detenuti, gli scomparsi, la massa di rifugiati interni e i profughi all’estero, ci chiedono di assumere la responsabilità di fermare questa spirale di violenza. Ci impegniamo a sostenere tutte le forme di lotta politica pacifica e di resistenza civile, e di favorire una nuova fase di incontri e conferenze all’interno del Paese”.
Il punto 6 diceva invece: “Non è troppo tardi per salvare il nostro Paese! Pur riconoscendo il diritto dei cittadini alla legittima difesa, ribadiamo che le armi non sono la soluzione. Occorre rifiutare la violenza e lo scivolamento verso la guerra civile perché mettono a rischio lo Stato, l’identità e la sovranità nazionale”.
Tra i firmatari di quest’appello figuravano Haytham Manna, ‘Abdel Aziz Kheir e Rajaa an Naser del Ccn (Comitato di coordinamento nazionale), Michel Kilo, Samir Aita e Faiez Sara del Forum democratico, Faek Hweijeh della Coalizione Watan, Ali Rahmun dell’MAA, Riad Drar del Gruppo islamico democratico, assieme ad altri otto.
Alcuni di loro come il cristiano Kilo, l’ismailita Hweijeh, gli alawiti Kheir e Rahmun, avevano trascorso molti anni nelle carceri siriane sotto la dittatura di Hafez al Asad, ma con Bashar la situazione era ormai cambiata e gli oppositori potevano (e possono) dissentire e fare una vera opposizione.
Per due anni siamo stati intransigenti col regime. Dicevamo che mentiva, perché prometteva aperture e nello stesso tempo reprimeva la rivolta, perché arrestava pacifisti e intellettuali, come Rima Dali, Yara Bader e Mazen Darwish. Ma forse ci siamo sbagliati: d’altronde il regime ha concesso a Darwish degli avvocati (tra cui proprio Faek Hweijeh), è pronto al dialogo e noi abbiamo la responsabilità di tendergli la mano.
Addirittura in occasione dell’incontro di Sant’Egidio, ‘Abdul Aziz Kheir era libero di dire: “Le opposizioni sono pronte a un dialogo con il regime, «ma senza coloro che si sono sporcati le mani di sangue»”.
Quasi un anno è trascorso da quell’incontro e in Siria c’è maggiore libertà, naturalmente nella Siria ancora sotto Asad, non nella Siria cosiddetta “liberata” sottoposta al controllo della Jabhat an Nusra. Di quel gruppo di oppositori riunitisi a Roma, Michel Kilo vive all’estero perché la sua casa in Siria è stata confiscata ed è ricercato dai servizi di sicurezza del Regime, Samir Aita vive all’estero, Ali Rahmun è stato arrestato per un mese e poi liberato, ‘Abdul Aziz Kheir è stato arrestato lo scorso anno di ritorno da una visita ufficiale in Cina a colloquio con il Ministro degli Esteri e non si sa più nulla di lui, così come il giornalista Mazen Darwish che dopo due anni è ancora in prigione.
La sera del 24 giugno, a Jdaidat Yabus, un posto di confine tra la Siria e il Libano, è stato arrestato anche Faek Hweijeh. Avvocato e difensore dei diritti umani, Hweijeh fa parte del comitato di difesa per i membri del “Centro siriano per i media e la libertà di espressione” (Scm), arrestati con l’accusa di “possesso di documenti proibiti al fine di diffusione per il rovesciamento del regime”. È stato arrestato con l’accusa di essere stato convocato dal Dipartimento di sicurezza di zona già da tre giorni. Come abbia potuto lasciare il Paese tre giorni prima se fosse stato davvero convocato, non è dato saperlo. Ad ogni modo Hweijeh è stato più fortunato di altri: è stato rilasciato dopo “solo” un giorno di fermo.
Il regime siriano sta usando la nuova Legge antiterrorismo e il suo tribunale speciale contro attivisti pacifici e contro chi difende i diritti umani. Il 26 giugno 2013 il tribunale riprenderà il processo a Mazen Darwish e a quattro dei suoi colleghi del Scm che rischiano una condanna fino a 15 anni di reclusione.
Cari amici, non ci eravamo sbagliati!
Asad non è mai stato propenso al dialogo concreto, ma solo al dialogo funzionale a guadagnare tempo e a ottenere un vantaggio sul terreno. Quanti si ricordano i carri armati nascosti nei cortili delle case mentre gli osservatori della Lega Araba venivano portati in visita alle distruzioni operate dai ribelli? Quanti hanno stigmatizzato la mancanza di volontà dell’opposizione siriana di sedersi al tavolo negoziale di Ginevra, senza citare il fatto che nel medesimo istante Asad dichiarava di aver ricevuto da Mosca dei missili antiaereo S-300 e una delegazione siriana si trovava in Russia per definire l’accordo sulla consegna di dieci aerei da caccia Mig-29MM2?
Non ci eravamo dunque sbagliati nel guardare con sospetto ai finti movimenti di riconciliazione come Musalaha, definiti “movimenti dal basso” ma in realtà spinti e sostenuti dall’alto, da quel regime che ha nominato appositamente un Ministero per la Riconciliazione, con a capo Ali Haydar (del Partito siriano nazionalista sociale, definito partito “legale” di opposizione), compagno di classe di Bashar.
Il presidente Bashar al Asad il 2 luglio 2012 ha promulgato una legge antiterrorismo, la n° 19, in seguito alla sua decisione di revocare lo stato di emergenza nel mese di aprile. Il 25 luglio il presidente ha emanato la legge n °22, che istituisce il tribunale antiterrorismo che ha lo scopo di applicare la nuova legge.
Secondo Human Rights Watch (Hrw), l’organizzazione internazionale basata a New York e la cui legittimità è riconosciuta dallo stesso presidente siriano Bashar al Asad (in un’intervista alla tv russa nel 2012 ha citato come autorevoli dei reports di Hrw), il tribunale speciale utilizza le disposizioni della legge antiterrorismo per condannare gli attivisti pacifici con l’accusa di favoreggiamento al terrorismo. Le accuse contro gli attivisti fanno riferimento agli “atti di terrorismo” ma di fatto vengono applicate a una sorta di “reati” che nulla hanno di terroristico, come distribuzione di aiuti nelle zone liberate, partecipazione alle proteste, e documentazione delle violazioni dei diritti umani.
Nadim Houry, vice direttore per il Medio Oriente di Hrw ha dichiarato: “Il nuovo tribunale antiterrorismo sta fornendo copertura giudiziaria alla persecuzione di attivisti pacifici da parte di agenzie di sicurezza della Siria… Il governo può avere una nuova legge antiterrorismo, ma non c’è nulla di legale nell’arrestare e detenere attivisti pacifici senza eque garanzie processuali per fatti che non dovrebbero mai essere considerati reati”.
Un avvocato siriano (fonte Hrw) sulla base della sua ricerca e sulle informazioni che ha ricevuto da altri avvocati, ha stimato che a partire da metà giugno, almeno 50.000 persone sono state sottoposte a questo tribunale antiterrorismo. Un secondo avvocato che lavora per conto dei detenuti politici a Damasco ha detto a Hrw che per sua conoscenza almeno 35.000 detenuti politici non violenti sono stati processati davanti al tribunale. Egli ritiene che il tribunale sia stato istituito appositamente per colpire l’opposizione.
La nuova legge definisce il terrorismo come: “Ogni atto che mira a creare uno stato di panico tra la gente, destabilizzare la sicurezza pubblica e danneggiare la struttura del Paese, utilizzando armi, munizioni, esplosivi, materiali infiammabili, prodotti tossici, epidemiologici o batteriologici, o qualsiasi altro metodo che abbia le medesime finalità”.
Hrw ha dichiarato che il riferimento a “qualsiasi metodo” permette di etichettare praticamente ogni atto come un reato terroristico.
I detenuti spesso sostengono che i servizi di sicurezza siriani li torturino con lo scopo di ottenere delle confessioni. Confessioni di cui il tribunale tiene comunque conto come prove di reato nonostante siano state estorte sotto tortura.
“Mentre continua il dibattito sui futuri negoziati tra opposizione e regime – prosegue Hrw – tutte le parti devono ricordare gli attivisti pacifici che languono in detenzione, soggetti a torture, maltrattamenti e processi sommari. Il loro rilascio dovrebbe essere sulla lista delle priorità di tutti”.
Essere pacifisti o sostenere movimenti di riconciliazione, al di là di ogni posizione ideologica (come l’anti-imperialismo, anti-sionismo, anti-americanismo), vuol dire essere con chi si oppone pacificamente a una dittatura o repressione. Non significa costringere la vittima a fare la pace col suo aguzzino e nemmeno voltare la testa dall’altra parte di fronte ai pacifisti siriani arrestati, perché la loro presenza in carcere fa cadere il castello delle certezze ideologiche.
Tutto questo non è pacifismo e riconciliazione. Si chiama connivenza con il regime.
A fronte delle notizie riportate in questo articolo, vi invito a leggere quanto segue e, se ci riuscite, ad entrare nei singoli punti anziché divagare sulle motivazioni o sulla personalità di chi scrive.
1) “Nella stampa americana è descritto come un conflitto tra la democrazia e la dittatura, dove il dittatore sta uccidendo la sua gente, e noi dobbiamo punirlo. Ma non è quello che sta succedendo “, ha detto durante un discorso alla Scuola di Ford of Public Policy presso l’Università del Michigan, Henry Kissinger. Pensate un falco imperialista come Kissinger arriva a dire questo di Assad!
Inoltre, l’ex ministro degli Esteri francese, Roland Dumas, ha accusato in tv l’Inghilterra di essere responsabile della formazione e dell’invasione dei ribelli in Siria.
Nulla che già non sapessimo ma un conto è sentirlo dire su siti di controinformazione o su internet, un conto sentirlo dire da un ex ministro degli Esteri francese che, in tv, ospite della trasmissione “Ça vous regarde” (LCP), ha ammesso che l’intera rivolta siriana sarebbe stata preparata a tavolino nei salotti di Londra. A tavolino, sentito Declich?
2) Attenzione video +21+ troppo forte. I mercenari terroristi takfiri, ceceni afghani e turchi, decapitano in pubblico, tagliandogli la testa a tre uomini, compreso un prete, incolpati di essere lealisti; secondo chi l’ha pubblicato tra gli uomini si trova il padre superiore del monastero di san simeone e altri due uomini lealisti. http://youtu.be/liXNKN6mIcw (se chiamate queste immagini propaganda VOI sarete chiamati alla sbarra per il reato di incitazione al terrorismo internazionale, non certo io)
3) Assad e l’opposizione. Se davvero Assad avesse il cervello decotto e se fosse vero (cosa che invece è falsa) che la maggioranza dei siriani lo vuole cacciare via, allora il suo regime sarebbe crollato da un pezzo. Voi ignorate il significato di Stalingrado: nulla possono gli eserciti, neanche quelli più potenti, se il popolo gli è ostile ! ORA, son due anni che ce la menate con le panzane secondo cui Assad schiaccia il suo popolo (stesse stronzaggini che raccontavate contro Gheddafi e, probabilmente contro Saddam): se fosse vero, Assad sarebbe già stato impiccato in piazza. PUNTO
Il fatto è che Assad è sostenuto dalla società civile siriana: ma le vedete le foto di Damasco? La gente cerca malgrado tutto di vivere regolarmente, a parte le bombe terroristiche dei ribelli che giornalmente fanno vittime tra i civili inermi, solo perché alawiti.
4) Il fronte al-Nusra (al-Qaeda in Siria) che ha preso in mano interi reparti del cosiddetto Esercito Libero Siriano, recluta ed addestra ragazzini siriani per trasformarli in assassini futuri; il tutto grazie al sostegno e l’appoggio dell’occidente: un’ intera generazione in Siria sta per essere distrutta
5)Il mio paese e’ ricco di risorse e ha sempre dimostrato una voglia di vivere straordinaria, abbiamo subito le guerre degli altri sul nostro territorio e pagato migliaia di vite troncate, migliaia di giovani coinvolti in delle guerre futili! Il risultato? Generazioni di donne single. Senza famiglia ne figli .
Gli arabi del golfo, questi ignoranti che vivevano nelle tende, più brutti dei loro cammelli, credevano che con i loro soldi potessero comprare la gente per poi mettere mano sul paese. Diversi fattori sono entrati in gioco e purtroppo siamo invasi da questi rozzi schifosi, servi degli USA e dell’ Arabia Saudita! I quali operano per rendere Israele l’unico paese sovrano nel medioriente distruggendo e destabilizzando i paesi vicini, per garantire la sovranità di questi vermi israeliani che ammazzano i bambini senza pieta’! (Karol Salim Rahy, docente siriana in Libano)
6)HO VISTO I RIBELLI DECAPITAVANO MIO FIGLIOLO PER GIOCO’
Nadia la mamma di Fuad guardava suo figlio di 14 enni mentre viene sparato dai ribelli islamici in Siria, dopo aver menzionato il profeta Maometto mentre scherzava con un cliente presso la sua bancarella di caffè in Aleppo. Parla a Richard Spencer.
La madre di Mohammed Katta ha assistito all’esecuzione di suo figlio in tre fasi.
Lei era al piano di sopra a casa dopo aver udito le grida.
La gente del quartiere stavano gridando ” hanno riportato il bambino”, così lei si precipitò fuori dal suo appartamento.
“Sono uscita sul mio balcone”, ha detto Nadia Umm Fuad (mamma di Fuad). “Ho detto a suo padre, stanno per sparare tuo figlio! Vieni, vieni, vieni! Ero sulle scale quando ho sentito il primo colpo. Ero sulla porta quando ho sentito il secondo colpo.
“Ho visto il terzo colpo. Stavo gridando, ‘Questo è Haram, proibito! Fermati! Fermati! State uccidendo un bambino. (Una mamma siriana, madre di un bambino di 14 anni)
A questo punto gli estensori di questo articolo, come Savioli, riuscite ancora a guardarvi allo specchio senza provare vergogna? O fate come i sionisti senz’anima che picchiano, sequestrano e violentano i bambini in quanto appartenenti ad una razza inferiore alla loro e non provano alcun rimorso?
Grazie di voler entrare nel merito dei punti sovra esposti.
Ettore Stabile
Lei scrive: “A fronte delle notizie riportate in questo articolo, vi invito a leggere quanto segue e, se ci riuscite, ad entrare nei singoli punti anziché divagare sulle motivazioni o sulla personalità di chi scrive”.
Purtroppo sig. Stabile non posso esimermi dal “divagare su chi scrive”, ossia su di Lei.
Le spiego il motivo, io su quello che scrivo ci metto la faccia e la mia firma, non mi nascondo.
Lei invece si chiama Ettore Stabile o Enzo Ce?
Oppure entrambi sono nomi falsi, ieri sera su un blog (http://www.thepostinternazionale.it/blog/da-cosa-nasce-caos/jabhat-al-nusra-al-qaida-co) lei mi ha risposto come Enzo Ce, oggi ha incollato quella risposta in coda all’articolo della dott.ssa Ziedan e ha firmato Ettore Stabile.
Dice di essere ricercatore, soldi mal spesi dallo Stato italiano, non ha nemmeno la fantasia di cambiare il commento o l’intelligenza di non farsi beccare.
Chiarito questo fatto risponderò ai suoi punti, ammesso che le interessi, perché mi sembra essere solo un provocatore, in verità le ho già risposto ieri sera, potrei fare anche io come lei un copia e incolla.
La preghiamo inoltre di non usare toni offensivi perché questi svelano le intenzioni dei commenti: fare piazzate e non contribuire a una migliore conoscenza e crescita reciproca. In caso, non solo non risponderemo più ma non pubblicheremo altre eventuali suoi interventi. Grazie
1 – Qui vuole la mia risposta dato che ho scritto l’articolo o quella di Declich come scrive Lei?
Non è che anche qui ha fatto un ulteriore copia incolla e si è dimenticato di cancellare l’altro nome?
Riguardo a Dumas, con tutto il rispetto per la sua affermazione, non ha incarichi di governo/istituzionali dal 2000. L’ultima volta che è stato Ministro degli Esteri è stato nel 1993. E’ come dire che Beniamino Andreatta (Ministro degli esteri nel 1993) ha da dire qualcosa di “informato” sulla Siria. Lo ascoltiamo, certo, ma non è che consideriamo le sue parole una “conferma”. In compenso Dumas si è speso per Gheddafi, ma naturalmente le fonti che lei cita spesso (Rinascita e Stato e Potenza) ancora adesso stanno glorificando il martire Gheddafi, quindi lei in questo troverà una fondatezza alla bontà delle tesi di Dumas. Quanto a Kissinger ha la sua agenda, nessuno qui dice che gli americani siano buoni. Forse si dovrebbe leggere due anni di articoli e guardare quale è stata la linea di sirialibano.
Tra l’altro Kissinger è un “amico” dei sionisti da decenni. La sua linea è sempre stata quella di difendere Israele, che non vuole certo la caduta degli Asad.
2 – Non ho bisogno di vedere il suo video sulle decapitazioni, ne ho visti fin troppi non mi risparmio nello scrivere contro la deriva fondamentalista siriana e nemmeno sulle stragi confessionali (la rimando agli articoli sul sito), semplicemente condanno tutti i crimini compresi quelli di Asad. Ho visto che è rimasto impressionato dal video del ribelle che fa il gesto di mangiare il cuore di un soldato morto (finge, perché non è come lei ha scritto, mangia, vedi cosa vuol dire credere alle frottole oppure fare informazione e vedere i video originali?), però non l’ha scandalizzata la strage confessionale fatta dai soldati di Asad a Banyas, in cui sono stati giustiziati 200 civili sunniti. Tutti i siti lealisti riportavano la notizia e le foto dei soldati siriani che sorridenti festeggiavano, purtroppo le foto cruente mostrano centinaia di corpi di uomini, donne e molti bambini giustiziati, non di ribelli.
Se avrà voglia di documentarsi veramente sul sito, potrà leggere di centinaia di arresti, detenzioni, crimini del regime, contro una parte di società civile laica, fatta di donne, studenti, avvocati, il cui crimine è il reato di opinione, con queste persone sirialibano si è schierata dal principio. Non devo difendere fondamentalisti e tagliagole, come quelli liberati con le amnistie da Asad mentre i dissidenti politici rimanevano in prigione. Oppure come quelli ritornati dall’Iraq, ma mandati dal regime di Damasco in funzione anti-Americana durante la guerra in Iraq, la cosa è confermata non da sirialibano ma dall’ex ambasciatore siriano a Baghdad.
3 – Qui Lei mostra tutta la tua disinformazione, non c’è rivolta che possa vincere senza armi e aiuti logistici militari. La Russia (non è un paese imperialista secondo lei, lo sono solo americani e israeliani) ha investito tutto quello che poteva nel regime di Damasco, peraltro nel porto di Tartus i russi hanno l’unico scalo tecnico sul Mediterraneo. Soldati russi supportano gli alti quadri militari siriani (ci sono i video sig. Stabile, non è propaganda), inoltre sono presenti a fianco di Asad 5.000 baseji iraniani, senza contare Hezbollah.
“La menate con le panzane secondo cui Assad schiaccia il suo popolo”, a quest’affermazione non voglio nemmeno rispondere ma voglio sprecare il mio tempo nello spiegarle il perché. Perché mi sento superiore a Lei sig. Stabile, ho vissuto in Siria per 15 anni, ho frequentato alawiti, curdi, beduini, cristiani, sciiti e sunniti, i miei amici vengono da vari livelli della società civile, alcuni hanno “assaporato il carcere”, non penso che lei che si è fatto un viaggio turistico possa spiegarmi il paese in cui vivevo. Lei che ha letto della rivoluzione siriana sulla stampa schierata ideologicamente, penso non ne sappia di più di chi vive ogni giorno sotto bombe o dei siriani che scrivono su sirialibano.
4 – Se Jabhat an Nusra è maggioritaria all’interno dell’Esercito Libero Siriano, la colpa la attribuisca a Russia e Cina che hanno posto il loro veto all’ONU, quando si cercava una soluzione per fermare le uccisioni indiscriminate di Asad dei manifestanti. Le ricordo che per 7-8 mesi le manifestazioni si sono svolte in modo pacifico (lo so che la sua propaganda le impedisce di credermi, ma abbiamo i video con i manifestanti seduti che cantano e i soldati del regime che aprono il fuoco sulla folla). Le ricordo che inizialmente si parlava di no-fly zone o corridoi umanitari per i civili. L’immobilismo Occidentale e il supporto militare ed economico alle fazioni estreme da parte dei Paesi del Golfo ha provocato quanto lei dice. Inoltre si domandi come mai durante le amnistie di Asad in questi 2 anni, molti fondamentalisti sono stati amnistiati mentre i dissidenti politici o i giornalisti come Mazen Derwish sono ancora in carcere.
6 – Il racconto che lei riporta sulle testimonianze della morte del ragazzino di Aleppo Mohammed Qatta, è un gioco inutile e sterile, perché sirialibano ne ha parlato ampiamente condannando il fatto, ci siamo visti i video e abbiamo indagato i fatti. Per noi che come fine abbiamo la verità accertata dei fatti, non è incompatibile condannare i crimini del regime e dei ribelli, cosa che facciamo. È Lei a non voler vedere i crimini di Asad e a giocare sul dualismo Asad–Salafiti che non ci appartiene perché la complessità della situazione siriana ci è ben nota.
Bene signor Stabile, spero di averle fatto cosa gradita con le mei risposte, come mi chiedeva.
Però sappia che è l’ultima volta che spreco il mio tempo prezioso con lei, perché è un provocatore, perché commenta senza cognizione di causa, facendo copia e incolla dello stesso commento. Ma soprattutto perché non ha il coraggio di usare il suo vero nome.