Tlass, meglio tardi che mai?

Quando le truppe siriane agli ordini del padre parteciparono alla distruzione di Hama nel 1982, Manaf Tlass aveva appena compiuto 18 anni. Ed era già avviato verso la carriera militare, a differenza del fratello Firas, destinato a diventare un imprenditore di successo all’ombra del regime degli al Asad.

Il padre, il generale Mustafa Tlass, è stato il più longevo ministro della difesa siriano, accompagnando per quasi tutto l’arco della sua presidenza il defunto Hafez al Asad, capo di Stato dal 1970 al 2000 e padre dell’attuale raìs.  Il clan dei Tlass ha vissuto a lungo a fianco degli al Asad, condividendo le decisioni politiche, parte del potere e, forse, anche l’amicizia.

Il 48enne Manaf Tlass, quasi coetaneo del presidente Bashar, ha però cambiato idea sulla natura del regime di cui fino a ieri era parte integrante, almeno nelle apparenze, come rispettato e fidato generale delle forze armate di Damasco: ha infatti annunciato ufficialmente la sua diserzione invitando i siriani a “unirsi per costruire la nuova Siria del dopo Assad”.

In un video trasmesso il 24 luglio sera dalla tv panaraba al Arabiya, Tlass, sunnita di Rastan, una delle prime roccaforti della rivolta nella regione di Homs, ha confermato la sua diserzione avvenuta il 6 luglio scorso quando ha lasciato il Paese per riparare in Francia, dove da anni vive la famiglia del padre.

Sia ben chiaro: la sua defezione non altera gli equilibri di potere a Damasco, né ha gettato scompiglio – come qualcuno ha scritto in Italia – il regime. Manaf Tlass faceva infatti parte della struttura apparente di potere, non di quella reale.

A lui non erano (più) affidate le chiavi di nessuna unità sensibile dell’esercito, almeno dall’inizio della rivolta. Anzi, fonti a lui vicine mi confermavano mesi fa che Manaf Tlass era di fatto prigioniero della sua villa, fuori Damasco, sollevato in pratica da ogni incarico.

“La nuova Siria non dovrà esser costruita sulla vendetta, l’esclusione o il controllo monopolistico del potere”, ha detto Tlass, il militare più alto in grado finora a disertare. Tlass, che sin da giovanissimo e fino allo scoppio nel marzo 2011 della rivolta siriana, era indicato come un amico stretto del presidente Bashar al Assad, è apparso in abiti civili, con indosso una camicia, sugli schermi della tv panaraba finanziata dall’Arabia Saudita.

Tlass ha detto di aver deciso di disertare per esprimere il suo “rifiuto dei metodi criminali e corrotti di questo regime” e perché non può accettare “i crimini contro il mio Paese”. Il primo soldato dell’esercito siriano ad annunciare la sua diserzione nel giugno 2011 apparteneva al clan dei Tlass di Rastan.

Il generale siriano ha inoltre invitato i ribelli a non condannare i militari che non hanno disertato e ha chiesto di mostrare indulgenza con i soldati che “hanno commesso errori”.

 

Qui sotto il video dell’annuncio della diserzione di Manaf Tlass, al Arabiya 24 luglio 2012.