1973 War – Israeli Protocols Declassified Provoking Debate

(ANSA, October 5, 2010)

First this ANSA features and a short news, than an article from ash-Sharq al-Awsat on the new revelations by Jihan Sadat, wife of the former Egyptian president. Another propaganda tool along the Nile?

Trentasette anni dopo, le ore drammatiche della prima giornata della guerra del Kippur fra Israele da un lato ed Egitto e Siria dall’altro sono state rievocate oggi con la pubblicazione del protocollo segreto di una seduta del governo israeliano. I toni sono altamente drammatici, a volte rasentano il panico. Vi presero parte, fra gli altri, il premier Golda Meir, il ministro della Difesa Moshe Dayan e il vice premier Igal Allon.

L’esordio di Dayan è sconfortante. “Non avevo stimato correttamente il nemico e le sue capacità di combattimento, mentre avevo sopravvalutato la nostra forza”, ammette subito senza preamboli. “Combattono molto meglio che in passato”, un riferimento alla guerra del 1967 da cui Israele era uscito brillantemente vincitore. “Dispongono di molte armi”.

La Meir gli chiede cosa ci sia da attendersi per la giornata seguente. “Essi (gli arabi, ndr) puntano a tutta la Terra di Israele”, replica freddamente Dayan. Golda Meir commenta: “Allora questo è il secondo round, dopo il 1948″, ossia dalla guerra iniziata con la dichiarazione di indipendenza di Israele.

Il timore è che la Giordania si accinga ad aprire un terzo fronte (cosa che non avverrà). Poi i ministri contano le forze che si affrontano nel Sinai e nel Golan. Il quadro per Israele é difficilissimo: nel Sinai 800 carri armati israeliani devono fermare 2.000 carri egiziani; sul Golan il rapporto è 500 blindati israeliani contro 1.500 siriani. In cielo, 250 aerei da combattimento israeliani devono far fronte a 600 aerei egiziani e a 250 siriani.

Le linee telefoniche scottano. Da un lato la Meir chiede continui aggiornamenti dal terreno al capo di stato maggiore, generale David Elazar. Dall’altro Israele si accinge ad invocare un ponte aereo di aiuti militari a Henry Kissinger, il segretario di Stato Usa. Dal terreno giungono informazioni scoraggianti riguardo al numero delle perdite e dei prigionieri israeliani. Si cercano disperatamente soluzioni radicali: ad esempio un attacco nella valle del Nilo, oppure sul Cairo o anche su Damasco. Dal Sinai i generali Ariel Sharon e Shmuel Gonen (Gorodish) suggeriscono un contrattacco. Ma se fallisse, notano i ministri, non resterebbero più difese concrete fra il Sinai e Tel Aviv. “Allora si lancerebbero su Israele anche forze irachene ed algerine”, avverte il generale Elazar, che nel frattempo ha raggiunto i ministri. “Entro due-tre giorni i combattimenti infurierebbero all’interno di Israele”.

Dodici pagine di commenti concitati e drammatici: anticipati stasera dalla televisione commerciale Canale 10, i protocolli top secret saranno pubblicati per esteso domani.

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(ANSA, October 6, 2010)

Un alone di mistero circonda una frase ambigua pronunciata dalla premier Golda Meir il 9 ottobre 1973, quando al terzo giorno della guerra del Kippur la situazione delle forze israeliane sul fronte egiziano e su quello siriano era critica. ”La questione ‘pazzesca’, per l’amor del Cielo resta qua”, ossia nella stanza delle riunioni, si raccomando’ la Meir con i suoi ministri secondo uno stenogramma della drammatica seduta pubblicato oggi dalla stampa locale.

Sull’interpretazione della frase i pareri sono discordi. A prima vista sembrerebbe un riferimento a una frase detta dalla Meir poco prima, ossia della possibilita’ che lei si recasse in missione segreta in Usa per perorare aiuti militari immediati.

Ma il quotidiano Haaretz ipotizza che l’idea ”pazzesca” fosse invece collegata piuttosto al fatto che in precedenza i comandanti militari di Israele avevano discusso, carte alla mano, la possibilita’ di bombardare a Damasco obiettivi militari e infrastrutture strategiche.

Da tre giorni la stampa locale pubblica i drammatici protocolli delle sedute di emergenza convocate dalla Meir per far fronte all’attacco a sorpresa lanciato il 6 ottobre 1973 da Egitto e Siria nella giornata del digiuno penitenziale ebraico del Kippur.

(ash-Sharq al-Awsat, October 7, 2010)

كشفت السيدة جيهان السادات، زوجة الرئيس الراحل أنور السادات، عن أنها لم تكن تعرف بموعد حرب السادس من أكتوبر عام 1973م، إلا حين طلب منها زوجها أن تجهِّز حقيبته الخاصة، التي اعتاد أن يصطحبها معه حين يعتزم المبيت خارج المنزل.

وأضافت- في حوار مع صحيفة “الشرق الأوسط” اللندنية، ونشرته الصحيفة اليوم الثلاثاء- أن أول كلمة قالها لها السادات بعد عبور الجيش المصري لقناة السويس وصولا لسيناء: “أولادي يا جيهان حققوا النصر”.

وأوضحت أنها حين قالت للرئيس السادات إن الجنود مستاؤون مما حدث من اختراق الجيش الإسرائيلي لصفوف الجيش المصري، فيما يُعرف بالثغرة؛ هزَّ الرئيس رأسه، بما معناه أن هناك ما يبرِّر هذه الخطوة، مشيرة في الوقت نفسه إلى أنها لم تكن في البداية متأكدة من قدرة الجيش المصري على تحقيق الانتصار في تلك الظروف.

وقالت إن السادات هدَّد بنسف الإسرائيليين الذين اخترقوا الجبهة المصرية في “الثغرة”، من خلال محادثة هاتفية كانت تدور بينه وبين وزير الخارجية الأمريكي في ذلك الوقت هنري كيسنجر، مشيرة في ذكرياتها عن الحرب إلى أنها كانت تلاحظ أثناء الإعداد للحرب ضباطا يدخلون ويخرجون في قصر الطاهرة (إحدى دور الضيافة الرئاسية شرق القاهرة)، قائلة: إن السادات كان يرتدي زيه الرسمي، ويقول: “أنا سأحارب”.