A Mar Musa cristiani e musulmani in digiuno

Padre Paolo Dall’Oglio, guida della comunità monastica di Mar Musa al Habashi, nel deserto siriano tra Damasco e Homs, racconta come procedono i loro otto giorni di jihad spirituale per la riconciliazione siriana. La lettera risale a domenica scorsa 25 settembre 2011.

(…) Oggi e’ il terzo giorno che andiamo ad acqua (anzi per l’esattezza a tisana…) stamattina davvero non stavo bene … adesso mi sono ripreso. Dopo il tramonto riprendo a bere. Siamo un gruppetto di monaci e monache, più qualche amico …. altri fanno colazione dopo il tramonto e assicurano i servizi per tutti. Digiunano anche dei musulmani. Riceviamo dei giovani che cercano attraverso questo esercizio spirituale di rinnovare la speranza.

Nella pagina facebook del monastero cerchiamo di render conto delle riflessioni quotidiane prodotte dalla preghiera in comune al posto del pranzo…

Ieri è venuto Michel Kilo con la moglie ed è stato molto commovente. Gli è piaciuto il nostro logo che mette insieme i colori nazionali con il desiderio di pace e il rispetto per le tante vittime e le loro famiglie.

La signora ambasciatore del Belgio si è unita a noi per una giornata di digiuno. Le ho chiesto di operare perché sia resa possibile una transizione senza guerra civile e senza spartizione. I siriani non la meritano!

Alcuni giorni fa si è sparsa la voce (a quanto mi risulta, infondata) che l’ambasciatore USA volesse visitare il monastero. Sulla strada di accesso è stata organizzata una manifestazione a favore del potere siriano con un posto di blocco per impedire al diplomatico di venire fin qui.

Da tempo indirette, ma gravi e ingiuste accuse, mi vengono rivolte. Sarei un collaboratore dell’interventismo occidentale orchestrato dal sionismo. È invece un fatto che nel duemilatre digiunammo contro l’intervento armato USA (più alleati, compresa l’Italia) in Iraq. Le mie posizioni “anti imperialiste” sono stampate e divulgate lungo gli ultimi trent’anni.

Ma certamente non sono d’accordo con coloro che ritengono che le questioni di democrazia e di diritti dell’uomo riguardino esclusivamente le popolazioni interessate e non debbano interessare la comunità internazionale. Il cinismo del non interventismo commerciale e commerciante di armi mi ha sempre scandalizzato. Sono spesso gli stessi mercanti che propugnano e spingono ai conflitti armati. Sull’espansionismo violento sionista, poi, non sono mai stato tenero! E tuttavia mi farebbe felice il poter fare qualcosa per la pacificazione della regione e tra i figli di Abramo …

In questo momento se potessi esprimere un desiderio che si realizzerebbe solo se continuassi a digiunare a morte sarebbe quello di ottenere vera, e protetta ed internazionalmente garantita, libertà d’informazione (anche per quella araba ed estera) e d’opinione in questo paese, al fine di consentire un esercizio nonviolento del diritto a manifestare pacificamente il proprio dissenso e favorire quella transizione democratica senza vendette che la gran parte del paese ormai pretende.