(di Alma Safira, per ANSA). Il messaggio di libertà degli attivisti anti-regime siriani è arrivato a Doha, in Qatar, dove da oggi e fino all’8 giugno un centinaio di artisti racconteranno la tragedia che sta vivendo il loro Paese con mostre fotografiche, musica dal vivo, lettura di poesie e altre performance artistiche.
L’evento coincide con la riunione, sempre a Doha, dei rappresentanti dei membri della Lega Araba chiamati a discutere proprio della questione siriana. Il Qatar è accusato dal regime siriano di essere, assieme all’Arabia Saudita e alla Turchia, il principale sponsor regionale del “complotto ordito a danni della Siria per indebolire il suo ruolo di resistenza contro Israele”.
Molti degli artisti che si esibiscono nel quartiere di Katara, nella capitale qatarina, sono fuggiti dalla Siria nei mesi scorsi oppure anni fa e vogliono “mostrare la loro solidarietà a chi ancora lotta all’interno”.
Altri invece intendono “far capire all’estero che i cittadini siriani che da oltre un anno protestano contro il regime non sono terroristi o estremisti religiosi, ma gente pacifica che chiede di vedere i propri diritti riconosciuti”.
“È arrivato il momento di uscire allo scoperto. Siamo al 100% con i cittadini siriani e questa gente vuole solo vivere una vita vera senza divisioni e repressione. Il cambiamento è arrivato anche in Siria e io sento di voler dare il mio contributo a questa trasformazione”, ha dichiarato all’ANSA Suhair Sibai, artista siriana che 20 anni fa scappò negli Stati Uniti, ma che si dice pronta a tornare in Siria dove vive ancora la sua famiglia.
A pochi chilometri da Katara, nel quartiere di West Bay la Lega Araba si riunisce per discutere, almeno formalmente, proprio del loro futuro: “Ci aspettiamo che dimostrino vera iniziativa e la voglia di fare la cosa giusta”, ha commentato Sibai, delusa dal risultato finora ottenuto dall’iniziativa dell’Onu.
A Katara si apre una mostra di francobolli della rivoluzione siriana. Fuad Hashem, autore delle opere, ha invitato i testimoni della tragedia siriana a ‘postare’ foto e documenti nel gruppo di Facebook “La gente siriana conosce la propria via”, e ha poi raccolto queste immagini per trasformarle in francobolli.
Si vede il volto sorridente di Gilles Jacquier, il giornalista francese ucciso nella città siriana di Homs all’inizio di quest’anno, ma si vedono anche macchie di sangue, donne che piangono, corpi a terra. Ogni francobollo riporta un nome. Su uno di questi si mostra un uomo ferito, le braccia fasciate e la testa bendata. Si legge “Ali Ferzat”.
Ali Ferzat è il più noto caricaturista siriano, pestato selvaggiamente lo scorso agosto a Damasco. A Doha sono ora presenti le sue vignette. Sopratutto quelle censurate dal regime perché critiche del presidente Bashar al Assad. (ANSA, 2 giugno 2012).
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