Bassel Khartabil vince il premio internazionale per la libertà digitale

Nel 2012 Foreign Policy l’ha collocato al 19° posto della sua classifica dei 100  intellettuali più influenti nel mondo e qualche giorno fa ha vinto il “Digital Freedom Award” di Index, l’organizzazione internazionale che promuove la libertà d’espressione.

Lui è Bassel Khartabil (conosciuto anche come Bassel as Safadi), un ingegnere elettronico siro-palestinese, specializzato nello sviluppo di software open source per garantire l’accesso a Internet libero.

Bassel non ha potuto ritirare personalmente il premio alla cerimonia londinese, perché dal 15 marzo 2012 è dietro le sbarre delle prigioni di Asad.

La sua amica Dana Trometer che ha ritirato il premio in sua vece ha dichiarato: “Bassel sa di questo premio e vorrebbe ringraziare i giudici e il pubblico per averlo insignito di un simile onore. Vorrebbe anche rendere omaggio a tutte le vittime della lotta per la libertà di parola, e, in particolare, a quei giovani non violenti che si sono rifiutati di imbracciare le armi e a cui va tutto il merito per questo premio”.

Qui di seguito un articolo di Gaja Pellegrini-Bettoli apparso su Corriere.it che racconta la storia di Bassel:

Il 15 marzo scorso Bassel Khartabil, aka Safadi, e’ stato prelevato dalla polizia del regime in Siria in un’ondata di arresti a Mazzah nel distretto di Damasco. Bassel, ingegnere siriano-palestinese di software open-source, e’stato indicato al numero 19 fra i cento pensatori piu’ influenti al mondo dalla prestigiosa pubblicazione Foreign Policy, seguito al 20 posto da Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea. Per chi e’ ingegnere di sofware open-source il riconoscimento non sorprende. Non e’ stato reso noto nessun capo d’accusa. Dopo essere stato trasferito alla prigione militare di Seyidnaya, dove ha subito torture fisiche e psicologiche, da qualche giorno Bassel e’ stato ritrasferito alla prigione civile di Adra. Dal suo arresto la famiglia non aveva avuto alcun contatto con lui, ora gli viene concessa una visita alla settimana.

RISCHIO ERGASTOLO - Nonostante questa notizia positiva, la sua situazione e’ di grave pericolo; il suo caso resta sotto la giurisdizione di una corte marziale e rischia l’ergastolo. Gli viene negato qualsiasi patrocinio legale, non fare appello e le sentenze di questi tipi di tribunali sono estremamente severe e con decorso immediato. Bassel inizio’ ad appassionarsi di programmazione a 15 anni quando lo zio, gli mostro’ il suo computer. Dopo circa trenta minuti, lo lascio’ solo e da quel momento inizio’ il suo percorso di autodidatta via peersharing che, a 31 anni, lo hanno reso un ingegnere di software rispettato e conosciuto per l’evoluzione del web in Siria che prima di lui era considerata un «buco nero». Bassel ha prestato la sua professionalita’ come volontario per vari progetti non solo in Siria: Creative Commons, Mozilla, Wikipedia, Fabricatorz e Sharism. Per questo motivo Fp gli ha riconosciuto «innovative capacita’ di programmazione che hanno aiutato ad integrare la Siria nella comunita’ on-line e per aver insistito e creduto in una rivoluzione pacifica in Siria».

AMICI E COLLEGHI - Oltre alla comunita’ del web molti altri, da rappresentanti dei diritti umani a deputati del Parlamento Europeo, si sono uniti per una campagna in favore del suo rilascio twittando con gli hashtags #FreeBassel e #FastForBassel. I suoi colleghi del Creative Commons hanno aperto un sito web http://freebassel.org/. I suoi amici lo descrivono come «una persona molto generosa con gli altri e di fine ironia, non vive distaccato dal mondo. Per questo motivo la sua mancanza e’cosi sentita, non solo da familiari e dalla fidanzata ma da tutta la comunità che lo conosce» Com’e accaduto spesso dal principio della Primavera Araba, è grazie anche al ruolo di internet e dei social networks da facebook a twitter se molti avvenimenti ed informazioni dalle zone di guerra sono stati resi noti ai media. In questo senso dobbiamo tutti un ringraziamento e un tweet a Bassel. Bassel e’ sempre stato un attivista pacifico ed ha gia’ sofferto in passato detenzioni e torture, la sua casa e il suo ufficio sono stati bombardati ma non ha mai voluto lasciare il suo paese, credendo fermamente nell’importanza di restare. In uno degli ultimi cinguettii Bassel dice: «Le persone sul terreno sono quelle che portano il cambiamento. Le persone che sono in vero pericolo non lasciano mai il loro paese. Sono in pericolo per delle ragioni e per questo non vanno via».