Da Homs, “non ho più nulla da perdere!”

Il mercato coperto di Homs (Flickr)Avevo incontrato Mazen (pseudonimo) a Beirut. Veniva da Homs, via Damasco. Poi era sparito. Mi ha scritto una email due giorni fa. E’ tornato a Homs per stare vicino ai suoi genitori. Gli ho risposto chiedendo notizie, sollecitandolo a scrivere, se poteva, un diario da Homs, personale, da pubblicare sul sito. Silenzio. Poi la sua risposta, che ho soltanto tradotto e che riporto in maniera integrale.

Homs, 24 ottobre 2011. Dopo mezzanotte si sono uditi spari di armi automatiche, boati di colpi di armi pesanti ed esplosioni di proiettili di mortaio nei quartieri di Hamra e Bab Sbaa (posti di blocco di al Farabi e di al Qalaa), di Khalidiye e Bayada (posto di blocco di via Cairo), della Ghuta (posto di blocco di fronte alla Direzione del servizio sanitario). I colpi di armi da fuoco e i boati si sono ripetuti anche all’alba in tutte queste zone. 

Gli avevo chiesto come preferiva comunicare a distanza: “Non è facile per me usare Internet qui. Non posso andare in nessun Internet café. La mia connessione 3G non funziona. Nemmeno quella di mia sorella. Non posso richiedere un abbonamento per la linea DSL perché il mio nome è sulla lista nera”.

Riprende la sua cronaca, relativa anche alle località vicine a Homs. Da tutti i checkpoint distribuiti tra Qseir (sud-ovest di Homs, ndt.), e Talbisse (nord, ndt.) hanno aperto il fuoco in maniera indiscriminata in tutte le direzioni. Da Talbisse è giunta voce della liberazione delle tre ragazze arrestate ieri e la cui sparizione aveva scatenato forti proteste da parte dei locali. C’è angoscia invece per la sorte di un giovane di Talbisse, Yusuf Khazzai, 19 anni, arrestato domenica scorsa nei pressi del confine col Libano. Talbisse è ancora senza elettricità ed è teatro di continue operazioni militari. Le linee telefoniche sono interrotte ed è in vigore il coprifuoco, con diversi posti di blocco eretti in città. Proseguono le perquisizioni nelle abitazioni. Non mancano episodi di vandalismo da parte delle forze di sicurezza che rubano tutto quello che possono nelle case private. 

Alla mia domanda su quali precauzioni usare per evitare di esser identificato, Mazen mi ha risposto così: “Non mi importa più nulla perché sono ricercato in ogni caso. Questa settimana hanno ucciso due dei miei amici e ne hanno catturato un altro a Damasco. Quasi tutti i miei migliori amici e ragazzi che ho incontrato durante la rivoluzione sono morti ormai. Non ho più niente da perdere”.