Per cinque giorni – dal 12 al 16 aprile – film e documentari di registi che provengono da vari Paesi del Medio Oriente (e non solo!) saranno protagonisti a Firenze.
Middle East Now è il festival internazionale di cinema ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation che si propone, per il terzo anno consecutivo, di dare visibilità a pellicole che normalmente non sono distribuite nel circuito cinematografico nostrano e di permettere al pubblico italiano di incontrare gli autori e i protagonisti dei film e discutere direttamente con loro. In questo modo si prova a raccontare una realtà di cui spesso – nonostante le altalenanti attenzioni mediatiche – si conoscono soltanto stereotipi e luoghi comuni, attraverso le storie dei protagonisti.
Il festival prevede un fittissimo programma di 30 tra film, documentari e cortometraggi, quasi tutti in anteprima italiana ed europea: la cinematografia contemporanea, i film pluripremiati ai festival internazionali, i giovani cineasti e i talenti emergenti, in un viaggio per tappe che tocca Iran, Iraq, Libano, Israele, Egitto, Palestina, Giordania, Yemen, Dubai, Afghanistan, Siria, Bahrein e si propone di approfondirne le storie, i personaggi e i temi forti dell’attualità, in presa diretta.
Qui trovate il link al programma completo in pdf e noi – da parte nostra – vi segnaliamo le proiezioni da non perdere.
Beirut Hotel – Il terzo film della libanese Danielle Arbid che racconta una storia d’amore imbevuta di erotismo e di spionaggio, tra una cantante libanese e un avvocato francese. Censurato in Libano a causa dei riferimenti all’omicidio dell’ex premier Rafiq Hariri e alle sue implicazioni internazionali.
(in programmazione venerdì 13 al cinema Odeon, alla presenza della regista)
Il palazzo del popolo – Il cartone animato creato dal gruppo di grafici siriani “Wikisham” che irride al presidente Bashar al-Asad e al suo entourage, e di cui SiriaLibano ha presentato in esclusiva diversi episodi.
E sempre nella sezione dedicata all’animazione, l’omaggio al disegnatore libanese Edgar Aho e alla sua strepitosa serie “The dictator and I”.
Blue line – Un cortometraggio che racconta una storia surreale intorno alla linea blu tracciata dalle Nazioni unite per demarcare il confine meridionale libanese. Protagonisti un giovane pastore del sud del Libano, una mucca, il contingente dei caschi blu con un soldato indiano e – dall’altra parte – le sentinelle israeliane. Non vi anticipiamo quello che accadrà tra i personaggi di questa strana alchimia.
(domenica 15 al cinema Odeon, anteprima italiana alla presenza del regista Alain Sauma)
#Syria – In anteprima mondiale, il film che racconta il ruolo che facebook, twitter e gli “hashtag” hanno avuto e continuano ad avere nella rivoluzione siriana.
(domenica 15 all’auditorium Stensen, alla presenza del regista Hamza al ‘Abdallah)
Ok, Enough, Goodbye – La storia di un quarantenne libanese che all’improvviso viene abbandonato dalla madre. In una sorta di percorso di formazione in stile mediorientale, il giovane ripercorre le tappe di una crescita “integrata” nella società della sua città: Tripoli. Si ride tra le atmosfere del nord del Libano.
(domenica 15 sempre allo Stensen)
A margine delle proiezioni segnaliamo anche la mostra della fotogiornalista Kate Brooks dal titolo In the Light of Darkness, una raccolta di scatti degli ultimi dieci anni che documentano i conflitti, i cambiamenti e i contrasti sociali in vari contesti: le guerre in Afghanistan, in Iraq e in Libano, la vita quotidiana in Iran, in Arabia Saudita e in Yemen, le rivoluzioni in Egitto e in Libia.
(l’inaugurazione si terrà sabato 14 alla Tethys Gallery, in via Maggio 58r)
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