Se il regime siriano da cinquant’anni continua a ripetere se stesso, impiegando più o meno i metodi di sempre sul piano politico, come pure a livello comunicativo, questi lunghi mesi di rivolta hanno visto dilagare esempi dirompenti di dissenso creativo (o di creatività dissidente) da parte degli attivisti.
Sono proprio loro, pittori, musicisti, attori, ma spesso anche cittadini comuni, che – avallati dalle nuove tecnologie – stanno cambiando le regole del gioco comunicativo con il regime, che arranca per tenere il passo, quanto meno in termini di immediatezza e presa sul pubblico.
Dall’inizio della rivoluzione oltre un anno fa, la gente comune ha utilizzato le illustrazioni, gli slogan, le canzoni, i video dei cellulari, il teatro e la danza come strumenti per rivendicare un proprio spazio pubblico e conquistare un nuovo ruolo di cittadinanza attiva.
Una mostra ad Amsterdam riunirà le vignette di Ali Ferzat e le marionette della serie Top Goon del collettivo teatrale “Masasit Mati” (Cannucce per il mate) che i lettori di SiriaLibano hanno imparato a conoscere.
Ma presenterà anche i poster politici illustrati del gruppo “Il popolo siriano conosce la sua strada” (الشعب السوري عارف طريقه), le immagini del gruppo “Art and Freedom”, insieme con graffiti, canzoni, videoclip realizzati dai rivoluzionari che – spesso purtroppo nell’anonimato dettato da motivi di sicurezza – stanno sfidando mezzo secolo di granitica propaganda baathista.
Culture in Defiance: Continuing Traditions of Satire, Art and the Struggle for Freedom è il titolo della mostra e del volume collegato che raccoglie articoli sulla rivoluzione siriana vista come fenomeno di massa che va in scena cantando, ballando e recitando. Sono entrambi curati da Malu Halasa, Aram Tahhan, Leen Zyiad e Donatella Della Ratta.
La mostra sarà inaugurata il 4 giugno alle ore 18.00 alla Prince Claus Fund Gallery, Herengracht 603, 1017 CE ad Amsterdam. Per ulteriori informazioni è possibile telefonare allo 0031 20 344 9160 o visitare il sito della fondazione.
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