In principio vi fu la Blue Coat Systems, una società californiana produttrice di dispositivi che consentono il controllo del traffico su internet, che confermò che la Siria utilizzava i suoi prodotti per bloccare le attività online degli oppositori del regime.
Lo scorso novembre, poi, l’agenzia Bloomberg scoprì che un’azienda italiana, la Area Spa, stava fornendo al regime di Bashar al-Asad un sistema capace di intercettare qualsiasi e-mail inviata nel Paese e rese noto che addirittura dei tecnici italiani fossero ospitati nella capitale siriana per ultimare il lavoro sotto la supervisione dell’intelligence di Damasco.
E adesso pare che anche i messaggi di testo inviati con i cellulari siano controllati, filtrati ed eventualmente bloccati.
A darne notizia è ancora una volta Bloomberg che riporta come nel 2008 l’azienda irlandese Cellusys abbia fornito alla Syriatel, la principale compagnia di telefonia mobile in Siria di proprietà di Rami Makhluf, cugino del raìs, un sistema anti-virus e anti-spam. Contemporaneamente la AdaptiveMobile, anch’essa con sede a Dublino, ha procurato lo stesso tipo di tecnologia all’altro operatore di telefonia mobile siriano, la MTN. Mentre la AdaptiveMobile non ha risposto alla richiesta di informazioni da parte di Bloomberg News, la Cellusys ha confermato la vendita – perfettamente legale – di questo tipo di tecnologia.
Secondo un documento in possesso di Bloomberg, circa la metà degli ordini impartiti per filtrare e bloccare i messaggi di testo “sgraditi” è stata disposta dall’unità 225, la sezione dell’intelligence militare responsabile della rete di telecomunicazione militare in Siria.
Per esempio, qualche giorno prima del 15 marzo 2011, data convenzionale dell’inizio della “rivoluzione” siriana, quando gli attivisti convocarono “il giorno della rabbia”, (yawm al-ghadab, يوم الغضب), secondo il documento dell’agenzia americana, fu dato ordine di bloccare qualunque sms contenesse le parole “invitiamo a una dimostrazione” e “rovesciare il regime”.
Così come, quando a dicembre gli attivisti hanno proclamato lo “sciopero per la dignità” (idrab al-karama, إضراب الكرامة) l’unità 225 ha chiesto alla Syriatel di bloccare i messaggi con le parole-chiave “dignità” e “sciopero”.
Tra le sanzioni imposte al regime dall’Unione Europea c’è anche il divieto di vendere alla Siria qualunque strumento possa essere utilizzato per la repressione interna dei dissidenti, e tuttavia è facile per una tecnologia di questo tipo, pensata per proteggere il traffico dei cellulari, sfuggire ai termini previsti dalla legge.