Asad da un lato e al Qaida dall’altro

Prosegue l’offensiva di al Qaida in Siria contro attivisti pacifici e giornalisti siriani. Gli ultimi episodi si sono registrati ad Aleppo e a Kafranbel, tra Idlib e Hama.

Il 27 dicembre 2013 membri dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis, gruppo qaedista) hanno assaltato l’ufficio stampa del quartiere di Masaken Hanano, nella metropoli del nord della Siria.

Lì lavorano i ragazzi di “Ma ora basta!” (Lahoon wa bass!). Sono giovani attivisti promotori nei mesi scorsi di una campagna esemplare contro i soprusi e le violazioni da parte di brigate islamiche e dell’Isis.

Dall’ufficio di Masaken Hanano i membri dell’Isis hanno portato via con la forza l’attivista Milad Shihabi. Un suo amico, Omar (preferisce non essere identificato col cognome), racconta che i miliziani qaedisti hanno portato via tutto e hanno danneggiato l’ufficio per circa un’ora (vedi video qui sotto).

“Il nostro ufficio è vicino alla sede della Commissione legittima (un organismo religioso fondamentalista armato che si arroga il diritto di gestire la cosa pubblica in alcuni quartieri liberati di Aleppo). Eppure i membri della Commissione, che dicono che ci proteggono, non hanno fatto nulla!”, afferma Omar. Dopo avere distrutto tutto – prosegue Omar – quei banditi hanno scritto sul muro dell’ufficio, a segno di sfregio: “Ma ora basta!”.

All’indomani, il 28 dicembre 2013, altri membri dell’Isis hanno assaltato l’ufficio stampa della città di Kafranbel, a sud di Idlib, e hanno portato via sei noti attivisti. Kafranbel è famosa per essere la capitale della creatività grafica rivoluzionaria degli attivisti pacifici.

Secondo le testimonianze, i banditi qaedisti si sono accaniti sull’ufficio stampa di Kafranbel dopo che, nel luglio scorso, i grafici avevano disegnato un poster (foto) in cui il ribelle siriano è stretto tra due fuochi: da una parte l’esercito di Asad e dall’altra l’Isis.