Riportiamo qui sotto nuove adesioni alla campagna “La Siria non è il Paese del Male perché…” lanciata da SiriaLibano e altre piattaforme online. Read the text of the campaign in English.
Jolanda Guardi – La Siria non è il paese del Male perché il Male con la emme maiuscola non esiste e dobbiamo smetterla di analizzare quanto avviene nel mondo con criteri apocalittici di opposizione tra Bene e Male anziché con gli strumenti che l’età della ragione ci ha fornito.
Alberto Savioli – La Siria non è il paese del Male, perchè i miei amici di Raqqa continuano a rifiutare la dittatura estremista dell’Isis, nonostante siano stati abbandonati dal mondo.
Fouad Roueiha – La Siria non è il paese del Male per le centinaia di anonimi eroi che ogni giorno si spendono e talvolta si sacrificano per il Bene della Siria e dei siriani, perchè nonostante abbiano dato i natali al fascismo ed al nazismo Italia e Germania non sono i paesi del male, perchè nonostante il Terrore ancora ricordiamo la rivoluzione francese per l’enorme contributo che ha dato alla civiltà occidentale. Non è il Paese del male, perchè i giovani europei dovrebbero imparare la passione civile ed il desiderio di libertà dei siriani, forse il 25 aprile sarebbe di nuovo una festa e non solo un giorno di vacanza.
Tamer Ibnumah – La Siria non è il paese del Male, perché per definirla tale bisognerebbe specificare l’origine del Male e identificarlo come parte, organo vitale, della Siria stessa.
Luisa – La Siria non è il paese del Male, perchè i bambini che son morti e quelli che sopravvivono non sono il male. il male è chi permette che tutto ciò accade! [sic]
Francesco Peloso – La Siria più che del male rischia di diventare il Paese dei russi; la Siria cmq non il Paese del male perché questa definizione serve a imporre la linea della rassegnazione, a dire che di fronte al ‘Male’ il male minore è una dittatura ‘buona’, o addirttura ‘laica'; le responsabilità dei singoli, dei governi, degli eserciti, delle forze di sicurezza, dei leader religiosi non sono mai astrazioni ideologiche ma fatti con i quali fare i conti. La propaganda, del resto, in questa storia del male, è determinante e ha uno scopo, cancellare chi dice: questa storia mi riguarda; è il tentativo di rimuovere il ragionamento sulle cause che inducono milioni di siriani a lasciare le loro case e a fuggire. Un Paese non è un confine o una teoria, un Paese è un popolo in carne e ossa, la sua storia, i suoi cittadini, le sue oppressioni, le sue rivolte e anche i suoi orrori e le sue sofferenze. Il ‘male’ si adatta meglio alle serie tv sugli zombie. O a certi libri che ecc. ecc.
Monica Diplotti – La Siria è il paese del coraggio, della dignità, della ricerca della libertà e lo ha dimostrato ampiamente. Noi, che consideriamo i diritti civili e politici come qualcosa di acquisito e scontato, dobbiamo tutti prendere ad esempio ciò che Siria ci ha insegnato. Quirico ha detto che si è sentito tradito dalla rivoluzione. Io dico IL MONDO HA TRADITO LA RIVOLUZIONE SIRIANA.
Soudad Dandashi – La siria non il paese del male vedi piu di miliaia di studente siriani sono venuti i europa per studiare con scrificcio dei loro grnitore per mantenerli gli studi e il 90 % sono lauriati(MEDICI, INGEGNERE; PROFESSORE; SCRITTORE; PITTORE; COMERIATE ) non sono tornte per colpa del regimi della famiglia ASSAD,per fortuna miliaia di europe conoscono i siriani e sanno dare un gudizio
Enrico De Angelis – E direi proprio di no. La Siria per me è una seconda casa. Me ne sono innamorato diversi anni fa e immediatamente. Forse una delle ragioni è che sono il popolo con il senso dell’umorismo più vicino a quello napoletano che abbia mai incontrato. In poche parole mi fanno ridere. E la bellezza di ciò che hanno fatto durante questa rivoluzione: le manifestazioni, gli atti di eroismo, di espressione e di creatività da togliere il fiato. E tutto senza mai smettere di ridere, perfino oggi. Ma che paese del Male…
Valentina Balata – La Siria non è il Paese del Male perchè il paese del Male non esiste. Quando un popolo si solleva contro un governo ingiusto libera l’energia del desiderio. Un governo che offende questa energia ed è pronto a distruggere il paese per soffocarla non ha diritto di esistere. Una comunità internazionale che non sa sosternere questo desiderio è un abominio.
Antonio – La Siria si è trovata ad essere crogiolo di religioni, interessi geopolitici, concezioni culturali riguardo al potere; una sorta di Bosnia Erzegovina confinante con Israele, etnocrazia praticante l’apartheid. La Siria sta mostrando la possibile deriva di tutta l’umanità se non sarà in grado di recuperare i fondamentali valori di giustizia e solidarietà.
Nijmi Idris – Per me l’immagine della Siria è legata a quella di un ragazzo siriano che un giorno, sentendomi parlare in arabo, nel mio dialetto ancora stentato di studentessa alle prese con un percorso incasinato di ricerca identitaria, ha riconosciuto il mio accento palestinese, il mio accento “vicino”. E’ stata una delle prime volte che un estraneo mi ha definita usando un criterio di inclusione. E per me è stato bellissimo. La Siria non è il Paese del male.
Cristiano Tinazzi – La Siria non è il paese del male, perchè io vi ho trovato amicizia, generosità, altruismo, spirito di sacrificio, dedizione, eroismo, sogni, speranze e desiderio di vivere come tutto il resto del mondo in pace e serenità.
Laurita Valenti – La Siria non è il Paese del male perchè tanta gente siriana e non si è mobilitata e continua a farlo per rendere il mondo cosciente di quello che sta succedendo, per non far cadere tutto nell’oblio. Finchè qualcuno ci crede, nessun Paese può essere il Paese del male.
Cecile Massie – La Syrie n’est pas le pays du mal parce qu’elle a dévoilé le mensonge des autres et par là la vérité. Parce que depuis deux ans et demi elle paye par le sang le prix de la dignité et de la liberté, deux valeurs universelles. La Syrie n’est pas le pays du mal car les jeunes pacifistes continuent à s’engager et à penser, dans le territoire libéré, comment construire la Syrie de demain, ouverte à tous ceux qui veulent la construire avec eux et ils continueront de risquer leur vie à chaque instant, car ils croient en ce qu’ils font au delà de tous les clivages créés par les croyances défensives mises en place par l’homme pour exclure l’Autre.
Wassim – Mai ho visto genta buona e generosa come i siriani. L’unico male li’ e’ il governo stesso e i suoi radici gli integralisti, figli suoi!
SB – Syria is not the country of Evil, because in Aleppo, at the beginning of 2013, the school year was restarted by young volunteers. As the school buildings were either occupied by armed groups or damaged by bombardments they reorganized education in cellars, mosques and apartments: any place safe enough and easy to reach by the children. The young volunteers are still active in the schools, even with little support, as the non professional nurses in the hospitals and the freshly graduated doctors who replaced the experienced ones who left after the “liberation” of Aleppo. Syria is not the country of Evil because many people, instead of leaving the country, decided to stay in order to bring humanitarian aid to the population in need.
Basta stereotipi occidentali e soprattutto basta a libri su questi stereotipi che sono il vero male per il Medio Oriente
La Siria non è il Paese del Male perché… quando ci ho vissuto per lavoro sono stata accolta con un calore e una familiarità che mi hanno fatta sentire nel Sud di casa mia, ricevendo in dono addirittura un nuovo nome, Laylah (notte), con la dolcezza di chi abbraccia lo straniero nella propria quotidianità;
perché… la stessa ingrata definizione, rivolta all’Italia sotto dittatura, avrebbe infangato la società civile, gli uomini e le donne dell’antifascismo e della Resistenza;
perché… siamo stati spettatori passivi (dunque complici) fino all’uso delle armi chimiche, per indignarci solo quando ce le siamo viste recapitare a Gioia Tauro.