(di Alberto Savioli). Tre potenti alleanze di ribelli hanno lanciato quello che gli attivisti chiamano la “seconda rivoluzione”. Inizialmente questo nuovo fronte è avanzato rapidamente espellendo Daesh (ad Dawla al Islamiyya fi al Iraq wa sh Sham, Daesh o Isis o Isil) dai posti di blocco e dalle loro basi in tutte le province di Aleppo, Idlib e Hama. In un secondo momento Daesh ha rconquistato alcune posizione strategiche a nord di Aleppo, lungo l’asse che passa per le città di al Bab, Mambij e Jarablus.
Lo scontro vede, da un lato, l’Esercito siriano libero (Esl), l’Esercito dei Mujahidin e il Fronte Islamico; dall’altro Daesh alleato con Jund al Aqsa). Anche alcune unità appartenenti a Jabhat an Nusra, gruppo qaidista, si sono unite ai ribelli nella campagna condotta contro Daesh.
Esercito siriano libero (al Jaysh as suri al hurr, Esl)
Leader: Salim Idriss
Combattenti: Idriss sostiene di contare su 80mila uomini (a questo numero vanno tolte le brigate che hanno abbandonato l’Esl per unirsi al Fronte Islamico o al Fronte Rivoluzionario Siriano)
Ideologia: Idriss segue una linea laica e nazionalista, mentre altre fazioni del suo esercito preferiscono un’opzione islamica.
Esl è un nome usato per definire l’insieme dei gruppi ribelli fin dalla metà del 2011. La composizione attuale è nata in seguito a pressioni dei paesi occidentali e del Golfo che volevano farne l’ala militare dell’opposizione in esilio.
Fronte Islamico (al Jabhat al Islamiyya)
Leader: Ahmed Abu Issa ash Sheikh
Leader militare: Zahran Alloush
Leader politico: Hassan Abboud
Combattenti: 45.000 – 60.000
Ideologia: Integralismo islamista, vogliono far diventare la Siria uno stato islamico. Tuttavia sono più moderati di altri gruppi oltre che del ramo più radicale di al Qaeda, lo Stato islamico dell’Iraq e il Levante (Daesh)
Il Fronte Islamico è stato formalmente annunciato il 22 novembre scorso, esso comprende gruppi provenienti da tre organizzazioni principali: il Fronte islamico siriano (Sif), il Fronte islamico siriano di liberazione (Silf), e il Fronte islamico curdo (Kif). Dal Sif provengono, Harakat Ahrar al Sham al Islamiyya, Kataib Ansar al Sham, e Liwa al Haqq, la stessa unione ha fatto il Kif nel suo complesso e l’ex Silf che comprende la Brigata Suqur al Sham, la Liwa al Tawhid, e il Jeysh al Islam. Il Fronte islamico non ha formalmente dichiarato guerra a Daesh e il suo atteggiamento verso il gruppo è ancora ambiguo, ma molte delle sue fazioni principali stanno partecipando all’attacco contro Daesh.
Esercito dei Mujahidin (Jaysh al Mujahidin)
Leader: Sheikh Tawfiq Shahabuddin
Combattenti: 5000 – 12.000
Area: Governatorato di Aleppo
Ideologia: moderatamente islamista
Costituito ai primi di gennaio da un certo numero di battaglioni delle campagne di Aleppo, che si sono uniti per essere più efficaci nello scontro contro Daesh. L’Esercito dei Mujahedeen è costituito dal battaglione islamico Nour Eddin Zenghi, dalla brigata al Ansar, dal gruppo Fastaqem Kama Oumert, dalla brigata al Hurriyah al Islami, dalla brigata Amjaad al Islam, Ansar al Khilafa, dal movimento Anour al Islamiyah e dalla brigata Jund al Haramein.
Secondo alcuni osservatori dietro l’Esercito dei Mujahedeen ci sarebbero i paesi del Golfo. Immediatamente dopo la sua formazione ha cominciato ad attaccare Daesh.
Fronte dei rivoluzionari siriani (Jabhat thuwwar Suriya)
Leader: Jamal Maarouf
Combattenti: 10.000 -15.000
Ideologia: è costituito da unità di ribelli non coesi ideologicamente
Inizialmente parte dell’Esl, questa alleanza è stata creata a dicembre in risposta alla nascita del Fronte islamico. La spina dorsale del gruppo è costituita dalla Brigata dei Martiri (Shuhada Suriya), un tempo potente gruppo dalla provincia settentrionale di Idlib guidata da Jamal Maarouf. Maarouf e i suoi combattenti sono stati ampiamente screditati a Idlib da parte di gruppi islamici rivali che li accusavano di deviare i fondi destinati per le prime linee nelle loro tasche. A differenza di molte altre formazioni ribelli, il gruppo non sembra avere forti tendenze ideologiche, anche se le sue unità sono per lo più costituite da islamisti moderati . Si suppone sia finanziato dall’Arabia Saudita. Non è in buoni rapporti con il Fronte islamico.
Fronte della salvezza (Jabhat an Nusra)
Leader: Abu Muhammad al Jolani
Combattenti: 7.000 – 8.000
Ideologia: Persegue una versione austera dell’Islam e vuole la creazione di uno stato islamico
Il gruppo è stato uno dei primi ad utilizzare tecniche come gli attacchi suicidi e autobombe nelle aree urbane . Nonostante questo, è visto come “più tollerante” e meno intransigente nei rapporti con la popolazione civile e altri gruppi ribelli, in confronto con il suo rivale e affiliato ad al Qaeda, Daesh .
Non è formalmente parte del Fronte islamico ma lavora a stretto contatto con molti gruppi di ribelli. Alcune delle sue unità hanno aderito negli ultimi scontri ribelli dei ribelli contro Daesh, ma non ha ufficialmente dichiarato guerra al gruppo qaedista. Gli Stati Uniti l’hanno inserita nel dicembre del 2012 nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ad Dawla al Islamiyya fi l ‘Iraq wa sh Sham, Daesh)
Leader: Abu Bakr al Baghdadi (ha ignorato i richiami di al Zawahiri di rimanere fuori dalla Siria e concentrarsi sull’Iraq)
Combattenti: 6.000 – 7.000 (il loro numero è probabilmente sottostimato per il continuo movimento di jihadisti stranieri e tra fronti diversi)
Ideologia: Daesh è il gruppo più intransigente di tutte le forze islamiste in Siria
Daesh è stata formata da elementi separatisti di Jabhat al Nusra , affiliata di al Qaeda in Siria, che si è unita con il ramo iracheno di al Qaeda .
Daesh si è creato molti nemici tra i gruppi ribelli dal momento che strappato loro il controllo di molte città e posti di blocco, attaccando le postazioni degli altri gruppi jihadisti invece che le forze fedeli ad Asad.
Il gruppo in un primo momento è stato accettato dai civili siriani a causa delle sue politiche rigorose contro i saccheggi e per i suoi tentativi di fornire servizi sociali. Ha perso favore quando i suoi membri hanno cominciato a rapire e uccidere gruppi rivali e cittadini critici.
Il gruppo utilizza attentati suicidi contro gli oppositori.
Soldati di al Aqsa (Jund al Aqsa)
Leader: Abu Abdel Aziz (appena ucciso)
Jihadisti fuoriusciti da Jabhat al Nusra e alleati con Daesh nell’area dello Jebel al Zawiya (Idlib)
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