Sì logo, le illustrazioni di Imranovi Faour

Imranovi Faour - Esilio(di Caterina Pinto). Mattoncini Lego, pezzi degli scacchi, segnali stradali, loghi aziendali, è questo il patrimonio iconografico a cui attinge Imranovi Faour e che utilizza come materiale principale delle sue illustrazioni.

I suoi disegni sembrano poster pubblicitari e – grazie all’immediatezza dei simboli e alla semplicità del tratto grafico – si stanno rapidamente diffondendo su Internet anche fuori dai confini della Siria.

“Mi sono reso conto che i loghi e i simboli nei disegni sono l’espressione di un’idea grande, compressa in un’unica immagine con pochi dettagli. È per questo che mi baso tanto sui simboli per proporre quello che ho in mente”, dichiara il giovanissimo artista in un’intervista esclusiva a SiriaLibano.

Classe ’86, Imranovi Faour è nato a Damasco, dove si è laureato in letteratura inglese. Appassionatissimo di videogiochi, si è poi interessato alla programmazione per computer quando un suo amico gli ha fatto notare che avrebbe potuto ideare lui stesso i giochi da giocare e gli ha consigliato di provare il 3ds Max, un programma di grafica e animazione che viene comunemente usato per le creazioni in tre dimensioni.

“Ho incominciato così a studiare il programma su un computer modesto e sono entrato nel mondo della progettazione tridimensionale. Questo campo ha amplificato la mia immaginazione e mi sono impratichito del programma”.

Di qui il passo alla grafica è stato breve: “Mi è piaciuta tanto la grafica vettoriale, perché combina semplicità, forza espressiva e la facilità di collegare un’idea all’impiego minimo possibile di disegni”.

“Quando ho un’idea, faccio prima il disegno con il Max, poi trasferisco l’immagine su Photoshop per aggiungere i colori e le scritte e tiro fuori l’immagine finale”.

Le idee che Imranovi Faour trasforma in immagine sono gli ideali rivoluzionari pacifisti che ancora in Siria provano a resistere alla violenza attraverso la creatività. Ed ecco allora che i gelsomini, i fiori simbolo di tutte le rivoluzioni dei Paesi arabi, affollano i suoi disegni  e rappresentano le sole armi da opporre alla brutalità cieca del regime, esemplarmente rappresentata da scarponi di tipo militare.

Oppure viene esaltata la diversità nella Siria del futuro, composta di mattoncini di varie forme e colori. E, di contro, condannato il confessionalismo che – come carta straccia – dev’essere gettato nell’apposito cestino della spazzatura per “tenere pulita la rivoluzione” .

“Ma l’arte è utile alla rivoluzione?” – domandiamo un po’ provocatoriamente a Imranovi.

“La rivoluzione ha sprigionato il talento creativo del popolo siriano in ogni campo dell’arte: nella letteratura, negli articoli, nelle poesie e nei disegni. L’arte nella nostra rivoluzione e in qualsiasi rivoluzione agisce sul piano intellettivo, perché mira a dare espressione alle opinioni dei rivoluzionari e a far arrivare al mondo la voce della loro rivoluzione”.

I disegni di Imranovi Faour non si possono ammirare per il momento in nessuna galleria d’arte reale. Ne presentiamo qui una selezione.