(di Eva Ziedan all’introduzione, Elena Chiti alla traduzione). Khawla Dunya è un’attivista, nel senso più alto della parola. Arrestata già prima della rivoluzione, quando era ancora all’università, si impegna da tempo per la difesa dei diritti umani. Khawla ora vive a Damasco, di nascosto, e di nascosto ci racconta cosa succede in ogni quartiere[1]. È tra i fondatori di Najda Now, che si occupa di aiuti ai siriani.
Suo marito, il medico Jalal Nawfal, è stato arrestato due volte: l’ultima, mentre si trovava al lavoro presso l’ospedale della Mezzaluna rossa. Khawla e Jalal hanno partecipato insieme, fin dall’inizio, alle manifestazioni di Daraya. Poi, dopo l’arresto di lui, hanno deciso di parteciparvi a turno, per evitare di essere arrestati nello stesso momento.
Khawla Dunya è “semplicemente” siriana, ma per non andare contro la moda occidentale, diremo che “Khawla è alawita, quindi appartiene alla stessa minoranza religiosa di Bashar al Asad”, aggiungendo però una frase scritta da lei: “… bastava diminuire la quantità di linee rosse per diminuire il dolore del popolo siriano, questo popolo che ha deciso di continuare la sua strada da solo, ma nemmeno così lo hanno lasciato in pace! (…) Non hanno mai detto che spargere il sangue dei siriani è una linea rossa, anzi l’uccisione è consentita in base a tabelle che dovrebbero essere ben documentate e valutate da esperti internazionali…”.
La sua prima raccolta di poesie Qasâ’id ‘ajlâ qabla suqût al-qadhîfa (“Poesie in fretta prima che cada la bomba”) – che parla di sangue, di bombe e di bambini, di pane, dignità e libertà – è stata pubblicata il 21 dicembre 2012 dall’Opera del Cairo, a cura della Free Association of Syrian Expats (Faose) e del gruppo Amarji (che riunisce artisti e creativi siriani per la libertà).
I fondi ricavati dalla vendita del libro saranno devoluti per l’aiuto ai siriani.
Presentiamo di seguito la traduzione di una poesia tratta da questa raccolta, di cui trovate sotto il testo originale. Parla del massacro di Hula.
[1] La redazione di SiriaLibano aveva tradotto un testo di Dunya “Damasco come stai?”.
***
Khawla Dunya
Gita in famiglia per i bambini di Hula
Alla penultima casa
hanno appeso l’anima a rami di ulivo
…
Lo spiazzo dei giochi
i petali di m’ama non m’ama
la canzone del mattino
i bisticci tra i ragazzi del quartiere
il chiasso dei Barbari li ha tutti spaventati
e se ne sono andati
…
All’ultima casa
non c’è stato posto per il dolore
né lacrime di addio
né esilio di scomparsi
hanno raccolto i loro cari tra le costole
e se ne sono andati
…
Per la prima volta
non hanno udito rimproveri di madri
i padri non hanno vietato i loro giochi
non si sono divisi in gruppi
separati tra maschi e femmine
hanno assaporato la stessa morte
e se ne sono andati
…
Nell’aia irrigata dopo un’assenza
spighe mai sfiorate da falce
mai inondate da affluenti di giovinezza
due ruscelli si infiltrano in canali di arsura
uccelli beccano chicchi di grano:
dove sono scomparse tutte le voci?
Hanno assaporato le loro dolci provviste
e sono partiti
per il paese dei bambini felici.
28 maggio 2012
Titolo originale: Rihla ‘â’iliyya li-atfâl al-Hûla
Tratta dalla raccolta Qasâ’id ‘ajlâ qabla suqût al-qadhîfa (“Poesie in fretta prima che cada la bomba”)
(Un ringraziamento speciale va a Khawla Dunya.)
***
رحلة عائلية لأطفال الحولة
في البيتِ ماقبلَ الأخير
علقوا أرواحهم على أغصانِ الزيتونِ
…
ساحةُ اللعبِ
بتلاتُ الحُبِّ واللاحبِّ
أغنيةُ الصباحِ
مشاكساتُ صِبيَةِ الحيِّ
أرعَبَهُم جميعاً ضجيجُ التتارِ
ورحلوا..
في البيتِ الأخيرِ
لم يكن للحزنِ مكانٌ
لا دموعَ وداعٍ
ولا غربةَ الفقدِ
لملموا أحبتَهم تحتَ جوانِحِهم
ورحلوا..
للمرة الأولى
لم يسمعوا لومَ الأمهات
لم يَنْهرهُم الآباءُ عن اللعبِ سويةً
لم يتفرقوا لمجموعاتٍ
لم ينقسموا صِبيةً وبناتٍ
تناولوا نفسَ طعمِ الموتِ
ورحلوا..
…
في البيدرِ المسقي بعد غياب
سنابلٌ لم يَقرَبْها منجلٌ
لم تغمرها سواعدُ الفتيةِ
:يتسللُ نهرانِ صغيرانِ في سواقي العطشِ
عصافيرٌ تنقرُ حَبَّ الحنطةِ
أين تغيبُ الأصواتُ جميعاً؟
تتناولُ زوادتها الوديعةَ
وتهاجرُ
لبلاد الأطفالِ السعداء
خولة دنيا – قصائدٌ عجلى قبل سقوط القذيفة
28/5/2012
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