(Il Mondo di Annibale). I ribelli dell’Esercito libero siriano (Esl), in particolare della Brigata al Faruq impongo la tassa islamica alla popolazione cristiana residente nel “governatorato” di Homs. La notizia, riportata anche su siti di informazione religiosa in Italia, è grave. E “circostanziata”. Proviene infatti, si specifica, dal sito “al Haqiqa” (la Verità).
Il sito in questione è di proprietà del signor Nizar Nayuf, alawita come il presidente Bashar al-Assad, ex dissidente, residente da anni alla periferia di Parigi.
Il suo sito è assurto agli onori delle cronache nel dicembre dello scorso anno, quando diede un’altra notizia “sensazionale”: soldati americani si erano schierati in territorio giordano, fuori dalle basi statunitensi, proprio al confine con la Siria.
Erano giunti, armati di tutto punto, dal Kuwait, dove si erano ridispiegati dopo la conclusione della guerra in Iraq. La notizia allarmò molti, alcuni in buona fede la diedero per vera. Ma ovviamente non lo era, si trattava invece di una notizia completamente falsa. Un altro scoop di “al-Haqiqa”?
L’ultimo risale al gennaio di quest’anno. Gli americani, questa volta dalla loro base giordana, avrebbero disturbato le emissioni della tv siriana! Altra bufala, stile Corea del Nord.
E’ dunque a una simile fonte informativa, di fatto strumento propagandistico di un regime che da un oltre un anno fa strage di civili innocenti, un regime condannato dall’assemblea delle Nazioni Unite e dall’opinione pubblica di tutto il mondo, e difeso a spada tratta solo dalla Russia di Putin, che attinge una certa propaganda informativa della destra cattolica – anche nostrana.
Con la copertura di “fonti cristiane in loco”, probabilmente le stesse che giorni fa avevano sostenuto che i ribelli stavano sterminando i cristiani proprio ad Homs. Ora, guarda un po’, sono “passati” all’imposizione della tassa islamica.
Il tentativo è chiaro: è quello di alimentare un fantasma: la persecuzione dei cristiani in Siria ad opera dei ribelli che sarebbero tutti fondamentalisti affiliati ad al Qaida. L’obiettivo è il mantenimento dello status quo.
Per far questo bisogna far finta di non aver sentito le parole del nunzio apostolico a Damasco, monsignor Mario Zenari, che da mesi ripete altre verità fino a smentire decisamente le stesse autorità cristiane legate al regime che hanno provato a diffondere false informazioni in merito a vessazioni che i cristiani avrebbero subito ad Homs.
Non solo: l’alto rappresentante diplomatico del Papa, ha chiesto ai leader religiosi cristiani e musulmani del Paese di unirsi in un appello comune per fermare le violenze e chiedere un cessate il fuoco; ha inoltre ripetutamente denunciato le violazioni dei diritti umani avvenute in Siria. Anche il Papa ha chiesto più volte un sussulto di responsabilità al governo siriano per scongiurare i massacri. Il vero perseguitato in Siria è allora la popolazione civile ch non vuole più vivere sotto la dittatura di Assad. Solo alcuni vescovi e patriarchi cristiani legati al regime difendono l’attuale assetto di potere, e a questi fanno riferimento coloro che, oggi, nell’area cattolica prendono le parti del regime.
Ci permettiamo allora di suggerire a chi vuole parlare dei cristiani in Siria di attingere a fonti informative credibili e soprattutto attendibili per distinguere la propaganda dalla ricerca non sempre facile di una verità in continua mutazione (Il Mondo di Annibale, 21 aprile 2012).
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