(di Lorenzo Trombetta, Europa Quotidiano) Preti, monaci, diplomatici, lettori di arabo nelle università, accademici, presidi di facoltà, giornalisti, segretari di partito, deputati. In Italia un vero esercito di insospettabili sostiene a spada tratta la tesi del Complotto ai danni del regime di Damasco, finendo colpevolmente a sostenere la repressione in atto in Siria da oltre otto mesi e che ha causato finora l’uccisione documentata di oltre 4.000 persone.
La loro tesi è che la Siria in rivolta non esiste. Esiste un popolo in ostaggio di uno scenario reale (il regime degli al-Asad in piedi da 41 anni) e di due potenziali minacce: l’invasione della Nato e la conseguente occupazione americano-sionista o l’avvento di un emirato salafita oscurantista anti-tutto.
Il compito di questa legione di sostenitori italiani di al-Asad – tra cui spiccano numerosi esponenti più o meno noti del fronte antagonista trasversale tra destra e sinistra – è delegittimare la rivolta in corso. Descriverla come una montatura delle due principali tv satellitari arabe (al-Jazira e al-Arabiya), parte di un complotto americano per contrastare l’ipotetico fronte irano-russo-cinese, simbolo per loro della Resistenza al Male.
Questi lealisti italiani diventano improvvisamente esperti di linguaggi mediatici, arabisti provetti, studiosi di Islam, professori di storia del Medio Oriente. Altri ammettono più candidamente la loro ignoranza, affermando di voler raccontare la Verità dopo un breve soggiorno nelle tranquille vie di Damasco, visitata per la prima volta senza conoscere una qaf di arabo.
Ciascuno per la propria parrocchia: dai Musolino e i Diliberto dei Comunisti italiani fino a quelli di Progetto Eurasia, passando per tanti altri con cui ho avuto in questi mesi occasione di confrontarmi direttamente o indirettamente, o di cui ho letto in Rete le loro riflessioni.
Accomunati dall’antagonismo all’imperialismo americano e dalla ricerca di visibilità, parlano moltissimo di Stati Uniti, di Israele, di al-Jazira e di salafiti, e pochissimo invece degli oltre 22 milioni di esseri umani che abitano la Siria.
E visto che sulla questione siriana, i grandi gruppi editoriali italiani oscillano tra l’indifferenza e il sostegno alla tesi della rivolta di popolo contro il regime, per gli anatagonisti “esser contro” oggi significa anche esser contro i rivoltosi siriani. Che mentre si fanno ammazzare come mosche, sono a loro insaputa difesi dai grandi media del sistema.
Agli occhi di questi professori, giornalisti, intellettuali e docenti, la morte dei civili siriani uccisi dalle forze di al-Asad non vale, ad esempio, come quella dei civili di Gaza uccisi da Israele. Semplicemente perché la questione palestinese serve la provinciale causa antagonista italiana. Mentre quella siriana li costringerebbe a mettere in discussione il loro credo ideologico.
Si negano così le uccisioni, gli arresti, le torture. Pratiche non certo nuove nel panorama siriano dell’ultimo mezzo secolo (dall’avvento del Baath, di fatto il partito unico, nel 1963), ma inedite per la vastità delle aree del Paese in cui vengono compiute e per la sistematicità ormai giornaliera con cui vengono commesse.
Una realtà negata affermando che le decine di migliaia di testimonianze video non sono autentiche. Da otto mesi ho potuto visionare centinaia degli oltre 73.000 filmati amatoriali postati sui vari canali Youtube della rivolta. Non sono artefatti negli studi televisivi di Doha o Dubai, come molti antagonisti sostengono. Non sono registrati a Tripoli in Libano o a Falluja in Iraq negli anni passati come i lealisti affermano. Si riconoscono le strade delle principali località siriane. Si ascoltano i vari accenti locali. Si leggono targhe delle auto e le prime pagine dei giornali del giorno. Si vede con chiarezza il sangue schizzare dal foro della pallottola sotto la nuca di un bambino o sullo sterno di un giovane. Sono filmati autentici e sono un prodotto dei civili siriani in rivolta.
Gli analisti del Complotto e i paladini della Verità non sanno cosa rispondere alla domanda sul perché siamo costretti a basare gran parte dei resoconti su quanto avviene negli epicentri della repressione sui filmati amatoriali di Youtube.
Né sanno rispondere alla questione sul perché in Siria non esista una stampa non controllata dal regime, sul perché numerosi giornalisti siriani non sono liberi di circolare e lavorare liberamente nel loro Paese. Sul perché è molto raro che un giornalista straniero – arabo o non arabo – possa documentare, anche e soprattutto visivamente, cosa sta accadendo a Idlib, Homs, Daraa, Hama.
Mazen Darwish, direttore del Centro siriano per la libertà giornalistica e di espressione, da anni impegnato nella lotta contro le violazioni contro gli operatori dell’informazione, ha documentato dal 15 marzo al 9 novembre, 117 casi di arresto e maltrattamento di giornalisti in Siria
Lo ha fatto presentando una lista completa di nomi, cognomi, affiliazione professionale, date e – ove possibile – luoghi di detenzione, tipo di maltrattamento e procedura giudiziaria seguita nei confronti di giornalisti siriani, e arabi e non arabi.
La realtà viene negata anche sostenendo che sono false o gonfiate tutte le testimonianze raccolte finora da noi reporter che non possiamo andare in Siria. Si tratta di racconti ascoltati e registrati dai profughi fuggiti in Libano, in Giordania e in Turchia.
Sommando il numero di siriani fuggiti in questi tre Paesi otteniamo la cifra approssimativa di 20.000 persone, per lo più civili. Sono tutti agenti del Complotto? Sono tutti sul libro paga dei sauditi, per conto degli americani e dei sionisti? E noi giornalisti siamo tutti prezzolati e in malafede oppure grandi ingenui pronti a riportare ogni parola senza verificare?
Altri analisti lealisti italiani affermano che l’Osservatorio per i diritti umani in Siria (Ondus), una delle principali fonti di informazioni sulle violazioni giornaliere commesse nel Paese, diffonde ogni giorno menzogne e che riceve soldi dall’estero, perché il suo presidente trasmette le notizie da Londra.
E’ vero: Rami Abdel Rahman è ora basato nella capitale britannica ma nessuno si chiede perché non possa lavorare e vivere nella sua Siria? L’Ondus è comunque attiva e opera in Siria con una rete in loco di attivisti e ricercatori nel campo della difesa dei diritti umani – ora anonimi per ovvie ragioni di sicurezza – da almeno dieci anni. Di loro davo notizie ben prima che i vari analisti e turisti per caso si scoprissero difensori degli al-Asad.
Che dire poi del pestaggio subito dal vignettista Ali Farzat a Damasco? Dello sgozzamento del poeta Ibrahim Qashush a Hama? Dell’uccisione del fotoreporter Farzat Jarban a Qseir, vicino Homs? A Farzat hanno spezzato le dita con cui disegnava le caricature contro il regime. A Qashush hanno tagliato le corde vocali con cui aveva cantato la canzone “della rivoluzione”. A Jarban hanno cavato gli occhi. Gli abitanti di Qseir lo hanno trovato morto domenica 20 novembre fuori città dopo appena 24 ore dal suo arresto.
Chi è responsabile di questi crimini? Gli antagonisti sono pronti a dire che le bande di terroristi armati sono dietro il pestaggio di Farzat, lo sgozzamento di Qashush e la barbara uccisione di Jarban. Per dare la colpa – affermano – al governo di Damasco.
Domanda: perché avventurarsi in una simile e improbabile acrobazia logica, inventando entità (“bande armate di terroristi”) di cui nessuno ha ancora mai dimostrato l’esistenza pur di salvare un regime, i cui crimini sono invece noti da decenni e sono così simili a quelli commessi dal 15 marzo ad oggi?
Chi si ostina a voler credere alla retorica del regime, deve però avere la coerenza di andare fino in fondo. Qualche esempio: il presidente Bashar al-Asad continua a ripetere che sì, sono stati commessi “alcuni errori” dalle forze dell’ordine, ma che di questi “errori” terrà conto la Commissione d’inchiesta incaricata di far luce sugli “eventi in corso”.
Sin da metà aprile, a circa un mese dall’inizio delle proteste e della repressione a Daraa, le autorità – Bashar in testa – hanno annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta, che non aveva però la possibilità di lavorare se non sotto lo stretto controllo del regime. Da mesi non si ha più notizia dei risultati, seppur parziali, del suo lavoro. Perché?
Analogamente, a metà maggio, le autorità siriane annunciavano la creazione di una commissione d’inchiesta sul ritrovamento di una fossa comune a Daraa, contenente i corpi di almeno cinque persone, tutte membri della famiglia Abazid. Da allora, più nessuna notizia. Perché?
Un’altra commissione d’inchiesta è ufficialmente a lavoro, sempre da maggio, per alcuni “errori” commessi dalle “forze dell’ordine” a Banyas, sulla costa. Nessun’autorità siriana o media ufficiale ne parla più. Perché?
Su più larga scala, non si ha notizia alcuna dei processi a cui dovrebbero esser sottoposti le centinaia di terroristi che ogni giorno, sugli schermi della tv di Stato e sulle pagine del sito Internet dell’agenzia ufficiale Sana, vengono mostrati come rei confessi di aver compiuto ogni tipo di barbarie contro i civili e “le forze dell’ordine”. Perché?
Si tratta sempre di siriani (per la prima volta il 22 novembre si è appreso che un saudita di madre siriana è stato ucciso a Homs. Un po’ poco per denunciare orde di sauditi salafiti in Siria), molto spesso con la barba (“fondamentalisti”…) e originari delle zone rurali (“arretrati”…). Ma non si capisce perché mai da otto mesi siano in attesa di giudizio. Non è stato forse abolito lo stato d’emergenza? O forse i processi sono già iniziati, o addirittura le condanne sono state emesse, senza che la stampa “libera” di Damasco ne abbia dato conto?
A proposito dei fermati dal 15 marzo ad oggi: il 20 novembre gli attivisti fornivano una lista di oltre 14.000 persone ancora in stato di arresto, moltissimi in luoghi di detenzione sconosciuti ai parenti dei fermati. Il regime non ne dà conto. Perché?
Eppure, tra il 5 e il 15 novembre scorsi, le autorità hanno liberato – dandone notizia sulla Sana e sulla tv di Stato – circa 1.800 “fermati che non si sono macchiati di crimini di sangue”. Su che basi li hanno liberati?
Se fosse così – oh antagonisti e lealisti – non è forse questa una violazione della sovranità della Siria di fronte alle ingerenze esterne? Rimaniamo all’interno della logica del regime: anche se non hanno commesso crimini di sangue, quei 1.800 saranno pure stati fermati con un motivo valido, perché sospettati di aver commesso qualche crimine. Perché rilasciarli? Non sono più “terroristi”? Non sono più “agenti del Complotto”? Non sono più un pericolo alla sicurezza pubblica?
E ancora: la sera del 15 novembre, la tv di Stato ha trasmesso le immagini di alcuni di questi fortunati “terroristi” tornati in libertà: ripresi in quella che sembra essere un’aula scolastica, sono apparsi i volti di queste decine di ragazzi e uomini, quasi tutti con la barba, e nessuno con segni di percosse o tortura sul volto, tutti con l’aria di provenire da sobborghi degradati o dalle campagne.
Tra loro, si è appreso l’indomani, c’erano anche il medico Kamal Labwani, prigioniero politico di lunga data, e Rafah Nashed, psicanalista siriana arrestata ad agosto. Perché il fermo di questi due siriani non era mai stato ammesso dalle autorità.
La Nashed, che dopo un mese dall’inizio delle proteste e della repressione aveva avviato a Damasco un laboratorio di terapia di gruppo ”per sconfiggere la paura”, era stata accusata di incitamento al sovvertimento del sistema politico e violazione dell’ordine pubblico, e rischiava una pena di circa sette anni di detenzione. Né la Sana né la tv di Stato hanno mostrato le immagini della Nashed e di Labwani rimessi in libertà. Forse perché non avevano la barba? (Pubblicato su Europa Quotidiano il 25 novembre 2011).
Meno male che c’è qualcuno che lo scrive, per fortuna non siete soli, vi linko un articolo rabbioso di Baruda che dice più o meno le stesse cose riferite alla sinistra “antagonista” http://baruda.net/2011/08/03/un-post-rabbioso-alla-terra-piu-amata/
Sarei poi curioso di sapere chi è questo lettore di arabo così infame.
trombetta e’ un giornalista rai che scrive da beirut ormai da mesi dice tante cavolate e attaca deliberatamente ogni giornalista italiano al quale viene concesso l’accredito per entrare in siria (chissa come mai) inoltre nega l’esistenza di bande armate e la evidente manipolazione di alcuni filmati da parte di al jazira tra i quali alcuni con gli stessi cartelloni in mano ai manifestanti che vengono ritagliati e incollati con il photoshop o qualche altro programma da una manifestazione all’altra, immagini dallo yemen che vengono spacciate per essere in siria e altro , io non nego l’originalita’ di tanti filmati nella rete ma non chiudo gli occhi neanche davanti a questi tentativi infami di al jazira e altri canali arabi di incendiare ancora di piu’ la situazione appositamente , alla domanda perche non ci siano giornalisti senza accrediti in siria la risposta e’ scontata e ovvia e tutti lo sanno , all’inizio della rivolta pagavano persone in difficolta facilmente corrutibili per farli dichiarare cio’ che volevano sopratutto al jazira al arabia e la bbc il governo siriano a deciso di espellere tutti i giornalisti senza accrediti..perche’ non si parla dei vari processi e sentenze e commisioni citate nell’articolo perche’ in questa situazione le priorita’ sono ben altre io se fossi nell’autore di questo articolo comincerei a farmi qualche domande sul perche’ lui non riesce ad andare in Siria , perche’ dall’osservatorio dei diritti umani a londra che nomina non vengono date le informazioni sulle morti dei soldati e poliziotti dall’inizio della rivolta, non erano forse umani quelli? perche’ qualsiasi iniziativa del governo verso la soluzione della crisi viene soffocata sul nascere dalla diplomazia internazionale ? e altro ? ok che la verita’ sta’ nel mezzo ma mio caro trombetta mi sembri proprio guardare la situazione da un estremo e non dal mezzo come dovrebbe fare un giornalista serio, INCOMPETENTE
A tale “Giuseppe” che mi attacca rispondo: non sono un giornalista Rai. Critico i giornalisti o i non giornalisti che parlano di Siria senza competenza. Alcuni di questi si sono recati in Siria e si sono prestati ad esser portavoce del regime. Nel Suo commento ci sono una serie di errori, che dimostrano quanto Lei non sia informato: in Siria non hanno espulso i giornalisti senza accrediti, hanno espulso tutti specialmente quelli con accrediti (perché conoscevano indirizzo di casa e affiliazione); i vari bilanci che riporto tengono conto dell’uccisione dei militari e degli agenti delle forze di sicurezza. Tenga anche conto, tale Giuseppe, che di questi ultimi non si ha notizia se non tramite scarni comunicati della Sana, tra l’altro meno dettagliati di quelli dei Comitati di coordinamento; il regime siriano non ha offerto di fatto nessuna soluzione politica finora – non prendiamoci in giro – basti guardare gli effetti dell’abrogazione dello stato di emergenza, la presunta nuova legge sui partiti, quella elettorale, il “dialogo nazionale”. Infine un invito al tale Giuseppe: si firmi con nome e cognome prima di tutto come faccio io, si prenda la responsabilità di quello che scrive, e porti le prove serie dell’esistenza di questi terroristi armati sauditi e della manipolazione delle immagini. Poi ne riparliamo. Sulle accuse di incompetenza, è solo l’ultima che i megafoni del regime siriano mi rivolgono.
Trombetta inanzitutto le spiego il motivo per cui non mi firmo con nome e cognome , ma puo’ chiamarmi benissimo giuseppe , allora probabilmente a giornalisti come lei piace dare notizie del tipo pseudo funzionari delle ambasciate siriane in europa pseudo minacciano e intimidiscono pseudo oppositori del regime mentre come al solito non guarda dall’altro estremo dove io personalmente sono stato minacciato e intimidito per come la penso approposito della crisi siriana da una parte di oppositori in italia che si nascondono dietro slogan come liberta’ e democrazia quando di democratico hanno bene poco , moltissimi casi simili al mio si sono verificati in tutta italia ma ovviamente questo non fa notizia per il suo tipo di giornalismo mentre l’altro estremo della cosa fa notizia eccome , per il fatto degli accrediti e dell’espulsione forse a ragione e mi scuso per l’errore comunque io che non sono un giornalista e che ho commentato il suo articolo di getto avevo scritto che sono stati espulsi i giornalisti senza accredito ( perlomeno quelli identificati ) come lei giustamente a fatto capire e comunque sono stati espulsi tutti o per lo meno quasi quindi anche quelli senza accrediti , per quello che riguarda il dialogo nazionale come si fa a dialogare con chi si rifiuta di farlo oltretutto le ricordo i vari ortaggi e le percosse sui personaggi della vera opposizione siriana al cairo recentemente oltre all’invito americano a non consegnare le armi dopo l’annuncio del ministero degli interni siriano ,per quello che riguarda al jazira mi stupisce come lei visto che dice di avere analizzato decine di migliaia di filmati non abbia analizzato anche altri filmati che mostrano le varie uccisioni di civili e forze dell’ordine da parte di bande armate oltre a non parlare del consenso che il presidente siriano ha tuttora tra la popolazione siriana , io recentemente sono stato a Damasco e ho visto tutte queste cose ho anche visto vari militari sui loro letti di ospedale e credo che questo debba far riflettere , e non e’ da oggi o ieri che muoiono i soldati e’ dall’inizio della rivolta , a mio parere lei con il suo articolo e con le sue critiche non fa’ altro che gettare benzina sul fuoco e cio’ e’ vergognoso perche’ dimostra nessun rispetto per il popolo siriano accentuando le vendette e l’odio , io non penso che le istituzioni siriane siano da santificare ma disprezzo questo tipo di giornalismo monoestremista e terrorista che sta’ prendendo piede sempre piu’ sulle vicende siriane , tornando alle numerose falsificazioni di al jazera non perdo nemmeno troppo tempo a cercariele visto che come persona competente dei fatti dovrebbe averle gia’ viste da tempo , le consiglio di guardare i vari video della televisione siriana sotto la voce al tadlil al i3lami naturalmente scritto in arabo si faccia aiutare da qualche amico li a beirut se non dispone di una tastiera e o non sa scrivere l’arabo o provi a cercare su questo canale you tube dove c’e’ qualcosina ma ce ne sarebbero tantissimi altri
http://www.youtube.com/user/Syrianrevolution5?blend=22&ob=5#p/u/0/rVESI4LMveM
inoltre per quello che riguarda le bande armate e le loro vittime avrei qualche link che ho trovato velocemente facendo un giro nella rete da farle vedere magari gli puo’ analizzare e selezionare anche in questo caso oltre a stupirmi che non l’abbia ancora fatto ce ne sarebbero tantissimi altri
http://www.youtube.com/watch?v=Fi28c9GmXrk
https://www.facebook.com/photo.php?v=225570860839045
https://www.facebook.com/photo.php?v=225577037505094
https://www.facebook.com/photo.php?v=155816104509371
http://www.youtube.com/watch?v=oGzpLxdIZL4
http://www.youtube.com/watch?v=4o-FFbx2ahU&feature=share
http://www.youtube.com/watch?v=E4XayEOzQsg&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=sA9-E6MpcAc
https://www.facebook.com/photo.php?v=10150241147587916
https://www.facebook.com/photo.php?v=137579096333072
http://www.youtube.com/watch?v=Fi28c9GmXrk
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http://www.youtube.com/watch?v=oGzpLxdIZL4
http://www.youtube.com/watch?v=4o-FFbx2ahU&feature=share
http://www.youtube.com/watch?v=E4XayEOzQsg&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=sA9-E6MpcAc
https://www.facebook.com/photo.php?v=10150241147587916
https://www.facebook.com/photo.php?v=137579096333072
http://www.youtube.com/watch?v=e-kjKVzJJtk
http://www.youtube.com/watch?v=djcCJ_F8q1g&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=NZCmsX1FE3M&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=bavjzZoNVRI&feature=related
http://www.youtube.com/user/HananNoura#p/u/12/M6AnTlBvx5w
http://www.youtube.com/user/HananNoura#p/u/44/wV7u1kn1hJc
http://www.youtube.com/watch?v=_nLZM318ryM&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=wOlxMKyG5ew&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=EI6SoBejTn8&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=pgzbI4Q1A
spero in futuro di leggere qualche suo articolo per lo meno un po’ piu’ bilanciato a riguardo del complotto contro la siria delle continue ingerenze estere della presenza di bande armate e terroristi ecc…che lei nega spudoratamente
cosi’ almeno potrei cambiare la mia oppinione a riguardo dell’Incompetenza nel dare le notizie , dimenticavo sarebbe importante anche riportare le morti dimenticate dei civili vittime del fuoco incrociato e delle varie vendette e faide intereligiose sopratutto nella zona di homs oltre agli assasini e alle varie minaccie e intimidazioni da parte degli oppositori che lei definisce pacifici ai sostenitori del governo siriano in siria e all’estero , per concludere le mando alcuni video e interviste amatoriali di una manifestazione a damasco dopo il veto russo e cinese giusto perche’ possa vedere la maggioranza dei siriani cosa pensa
http://www.youtube.com/watch?v=86JDrZn7WZ4
http://www.youtube.com/watch?v=kYlSIa0j2lg
se non capisce l’arabo si faccia aiutare
saluti giuseppe
bel pezzo lorenzo. personalmente il silenzio qui in italia sulla siria mii ricorda kaspar hauser: hoeren sie denn nicht die entsetzliche schreien ringsum die man stille nennt?
Da cittadino italiano di origini siriane condivido pienamente i contenuti di questo articolo. Baste parlare di complotti e formulare teorie e supposizione non fondate. Il popolo Siriano da più di 8 mesi lotta pacificamente contro il regime barbaro di Assad che non è molto differente dagli altri dittatori ,come dice Erdogan , succeduti nella storia come Hitler , Mussolini, Nicolae Ceausescu e tanti altri. Anche i paesi arabi e quelli africani hanno il diritto di vivere dignitosamente e di godere dei diritti umani come ogni cittadino occidentale. Vi segnalo questa pagina FB amministrata sempre da giovani Italo-siriani in cui si riportano notizie e si traducono articoli e video da youtube: https://www.facebook.com/SolidarietaalpopoloSiriano
Grazie per l’attenzione.
Siria libera!
Risposta a tale “Giuseppe”. Lei se la prende con me (“a giornalisti come lei piace dare notizie del tipo pseudo…”; “…per il suo tipo di giornalismo…”) senza conoscere come lavoro. Hanno inventato Google, lo usi meglio. Se Lei – “Giuseppe” o forse XXXX – vuole denunciare minacce e intimidazioni subite, faccia nomi e cognomi e circostanze e scriva un bell’articolo. A XXXXX nessuno lo strapperà dal suo letto per portarlo in una cella sotterranea e sottoporla a torture solo perché scrive e dice quel che pensa.
Sui limiti imposti ai giornalisti in Siria, mentre Lei mi scrive dalla Turchia e mentre io Le parlo da Beirut una troupe britannica si trova nel Paese dopo esser stata invitata dal regime non ha alcuna libertà di movimento. Lei non risponde alla domande del mio articolo: perché non ci fate entrare nel vostro Paese e non ci lasciate liberi di girare, intervistare, riprendere? Di cosa avete paura?
Il dialogo nazionale… come fa a sostenere che si tratta di vero dialogo quando esiste un apparato di controllo e repressione così pervasivo? Perché Labwani e la Nashed erano in carcere? Non mi ha risposto. Perché Bunni, Saleh e tanti altri sono stati torturati in carcere? Perché nel 2000-01 sono stati chiusi i circoli di dibattito politico? Perché ora tutta questa fretta (harwala) per le riforme quando a gennaio scorso il vostro presidente affermava che la Siria è un’eccezione per l’attaccamento (talahum) tra popolo e dirigenza? Se siete vittima di un complotto, perché cambiare in fretta e in furia almeno nella forma la costituzione?
Degli amici italiani che si trovavano al Cairo mi hanno raccontato che ad aggredire sono stati i lealisti siriani. Ci sono foto che lo documentano. Si riconoscono dalla bandiera che hanno legata attorno alla fronte, diversa da quella degli oppositori. Certo, se poi Lei legge solo la Sana non può dare a me e agli altri lettori lezione di obiettività…
Sui filmati, le ripeto che non li vedo su al Jazira ma li vedo direttamente dai vari canali di Youtube. E non hanno il marchio di Nasser Qandil (poteva trovare di meglio per cercare di convincermi) o della tv di Stato o di al Duniya… quelli che Lei porta come prove autentiche sono dei montaggi. Perché non segnala dei video senza passare per le tv del regime, che prendono quel che c’è in rete e lo montano in modo da dimostrare la vostra tesi? Sull’attacco all’autobus di linea (verde): tutti sanno che da mesi il regime ha sequestrato quei bus per usarli come trasporto truppe o shabbiha. Sfido i lettori a giudicare da soli.
Se Lei è stato a Damasco di recente, perché non è stato anche a Duma, Harasta, Moadamiye, all’università Qalamun, a Jassem, a Homs? E potrei continuare con una lunga lista di località epicentro della repressione… Lei ha visitato gli ospedali militari con i soldati governativi feriti. Io ho visitato gli ospedali dell’Akkar con i bambini siriani – il suo popolo, non il mio! – feriti dalle pallottole delle forze di al-Asad. Tutti salafiti pagati da Israele?
Il resto delle accuse che mi rivolge, di non rispettare il popolo siriano, di fare giornalismo terrorista si commentano da sole. Usi quello strumento che si chiama Google e si legga cosa scrivo dal 2000 sulla Siria (ci misi due anni prima di avere la certezza di poter scrivere). Per sua informazione, dal 1998 ho vissuto a Damasco, imparando l’arabo. Ho dedicato alla storia del suo paese una laurea (vecchio ordinamento) e un dottorato in Francia. Se non riesce a usare Google, si faccia aiutare.
لطالما تساءلت…كيف يمكن للمواطن السوريّ أن يحبّ بلاده و أمّته، إن كان يؤيّد النظام الأسديّ؟ الإنسانيّة و الوطنيّة، أليستا كلمتين متكاملتين؟ بالعربي المشبرح، بين البعث و الإنسانيّة، مسافة ألف سنة ضوئيّة، و هيدي ما بدّا لا دوكتورا، و لا شاهد عيان، ولا فيديو يوتيوب. بدّا بس إنّو الواحد يفتح كتاب تاريخ حديث أو محدّث، و يقرا، و يتذكّر…
و شكراََ،
سيلينا.
Ha dell’incredibile questo attacco alla Siria di Bashar, una vera offensiva senza precedenti nella storia, una guerra condotta su tutti i fronti e da ogni direzione. Tutto è ammesso, colpi sotto la cintura e pure sopra, affondi con il viso scoperto e con il viso coperto, al punto da costringermi a riflettere su tutto quello che questi signori scrivono e chiedono.
Comincio a farmi delle domande, tante volte nella mia vita ho cambiato idea, chi me lo dice che stavolta con il mio schierarmi con la Siria di Bashar Al Assad non sto sostenendo un dittatore della peggior specie, difendendo un uomo malato di sadomaso, al punto di sospendere l’energia elettrica nei reparti di pediatria con il mero scopo di assassinare i neonati? Nemmeno i nazisti hanno osato tanto, e persino il più grande serial killer a confronto di quest’uomo non sarebbe altro che un dilettante.
Come mio solito e dinnanzi ad ogni problema, comincio a pormi una serie di domande, ed una delle più importanti, a mio modestissimo parere, è la seguente: “da dove provengono gli attacchi alla Siria di Bashar?”
Si da il caso che io viva nel bel paese di nome Italia, e per prima cosa mi viene spontaneo capire chi è che in Italia sostiene la rivolta in Siria, dopo di che posso passare al resto del mondo. In realtà non faccio alcuna fatica nel mettermi a cercare i paladini del mondo migliore, trombette e colombe pasquali sono da una vita all’opera, digerita la schiacciata pasquale bisogna dare retta alla trombetta natalizia, che stonatura, a Natale si sentono i zampognari, ma la trombetta è fuori luogo, oltre ad essere stonata nel contesto. Non è carattere mio ironizzare sui cognomi degli altri, dato il mio, ma l’appellativo di trombetta in questa occasione casca a fagiolo come dicono in Toscana; non ho capito che mestiere fa questo Trombetta, il giornalista, l’opinionista, il falangista oppure il futurista harirista. Già, per risiedere a Beirut e scrivere in codesta maniera, bisogna essere Hariristi per forza; inoltre, si da il caso che il sedicente non so cosa, sia un italiano, e si capisce subito di che parrocchia sia il grande opinionista, forse appartiene a quelli che si sono lavati e spurgati a Fiuggi, quelli che una volta dicevano che Sua eccellenza Cavaliere del Regno era un grande statista, poi si sono recati al muro del pianto, hanno indossato il copricapo e con tre pianti se la sono cavata. Ops, qualcuno mi fa notare che mi sto sbagliando notevolmente sul conto di questo signore, allora è uno di quelli che chiamano la guerra “guerra umanitaria” e pongono una sola condizione nelle cosiddette missioni di pace: i soldati devono avere il baffo, per rendere la pace più credibile. E comunque, non importa di che area sia, dal momento che io reputo uguali tutti i politici italiani istituzionali, a parte,ogni tanto, il Diliberto siriano e pochi altri.
Questo signore vede Assad difeso dalla stragrande maggioranza dei partiti italiani, addirittura questo illustre futurista vede un esercito di italiani pronto a sostenere Bashar, un esercito composto da preti, monaci, diplomatici, lettori di arabo nelle università, accademici, presidi di facoltà, giornalisti, segretari di partito e deputati. Capisco che si debba esagerare, ma non al punto che il chicco di grano diventi una vera e propria prateria satura di piante di grano, anche perché, se così fosse, mi sarei risparmiato la fatica di diffondere la mia verità, quella che non piace a Trombetta.
Caro Trombetta, ha proprio ragione quando dice che si tratta di un esercito, ma non certo di sostenitori di Bashar, esattamente il contrario.
L’armata anti Bashar è formata da illustri giornalisti, veri colossi del copia ed incolla, ottimi navigatori del bellissimo mondo di google. Spiccano i nomi di suoi illustri colleghi della Repubblica, come l’egregio Marco Pasqua, un vero esperto di antisemiti, e giornalisti come Lei che strombazzano da destra a sinistra, sedicenti comunisti che quando nominano Marx e Lenin non si sottraggono all’appellativo di Maestro, un appellativo che ricorda “vagamente” e “da lontano” i maestri della massoneria. Un armata formata altresì da esperti politici delle cantine buie ed umide, portatori sani di broncopolmonite, antimperialisti incalliti con in tasca ipod, ipad ed iphon di ultima generazione, quotati nelle speculative borse. E ancora proletari Nato del Ferrando statico, difensori degli stati teocratici dell’Arabia Saudita e di Israele, democratici delle guerre umanitarie e delle missioni di pace in Yugoslavia, in Afganistan e in Iraq, ecologi delle eoliche pugliesi, che in un mondo di 7 miliardi di persone, tutti con la pretesa del loro ipad e del loro lcd, equivale a sventolare un bastoncino d’incenso in una stanza satura di gas nervino e sperare che funzioni. E in più rifondatori del comunismo, come se il comunismo avesse bisogno di essere rifondato, centri a-sociali anti-sociali, anti-tutto, che neanche loro sanno il perché dell’anti cosa, ataturchi della gloria ottomana fortunatamente perduta alle porte di Vienna, galli francesi maestri e portatori malefici dell’uguaglianza, della fratellanza e del liberticidio, germani delle razze pure ed ariane, cow-boy sterminatori di milioni di uomini e donne colpevoli di avere la pelle rossa, insieme ai loro amici fratelli islamici dalle lunghe barbe, esperti nell’arte di sgozzare tutti i miscredenti. Mi domando come faccia Lei a vedere l’esercito dei sostenitori del regime siriano, li sta vedendo dappertutto. O forse in Italia Eurasia rappresenta la stragrande maggioranza degli italiani? Chissà come mai, non me ne ero accorto, si vede che sono proprio distratto. Una cosa però la vedo pure io. Che l’esercito dei sostenitori di Bashar Al-Assad, da lei tanto disprezzato, è formato da uomini e donne appassionate, che non prendono per buone le “verità” dei mass media, sapendo che sono tutte menzogne, costruzioni artefatte di finte realtà (che sembrerebbe un ossimoro, ma è il paradosso del reale) che, a furia d’inculcarle, vengono percepite presto o tardi come realtà a tutti gli effetti. Costruzione delle coscienze, un esercizio forse vecchio quanto il mondo. Ma questi uomini e donne, questo esercito di sostenitori di Bashar Al-Assad sono “armati” solo della loro passione, pagati da nessuno ma spinti dall’amore per la verità, che tutti i solerti infangatori di professione, della televisione, della radio, della carta stampata e della rete, si danno continuamente gran pena di seppellire. D’altra parte, nella bella Italia, hanno sempre imperversato individui solerti nel portare sostegno ai potenti. Un esercizio molto redditizio, basta vedere che in qualsiasi epoca i luoghi più affollati sono sempre stati le corti dei potenti.
Caro Trombetta: se ha voglia di documentare la verità lontano da mondi virtuali, la invito a recarsi in Siria insieme al sottoscritto e a girare la Siria per lungo e per largo e non abbia paura, che non la torturerà nessuno. In caso contrario, presumo che Lei è proprio trombetta di fatto senza togliere il rispetto al Suo cognome.
Il commento non è mio, ma di un amico siriano e lo riporto nella sua integrità anche figurativa.
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commento di Ouday
Partendo dal fatto che il suo curriculum di giornalista oltre a non affascinarmi affatto non mi interessa, non mi sembra degno del professionista che crede di essere tirare in ballo nomi e luoghi giocando a fare l’investigatore su una persona che ha detto chiaramente che desidera rimanere anonimo per l’incolumità sua e della sua famiglia. Comunque, mi spiace deluderla, ma come giornalista investigativo il suo talento è nullo. Se però ci tiene tanto ad attribuirmi un nome arabo magari può chiamarmi Omar o Ammar o Sawsan o altrimenti, se ne preferisce uno italiano, visto che Giuseppe mi pare di intuire che non le vada a genio, magari può’ usare Enrico o Mary. Faccia lei.
Inoltre, visto che sembra tanto interessato alla mia biografia, vorrei informarla che oltre ad essere stato a damasco e tartus – dove ho anche assistito a una importante manifestazione-, sono anche stato ad Homs questa estate e ho potuto vedere con i miei occhi persone armate sparare contro posti di blocco militari e terrorizzare i civili, ho sentito i racconti dei famigliari di chi e’ stato rapito e dei martiri e tutti loro erano sostenitori dell’attuale governo, ho sentito ogni notte il botta e risposta degli spari e le moschee invocare alla jihad oltre ad aver visto parecchi video che lei bolla probabilmente come solo fotomontaggi e propaganda (insomma per lei sono tutte balle). E’ come parlare con un sordo al telefono, ma visto che ha occhi per leggere spero che la mia risposta la faccia riflettere, magari mentre si guarda allo specchio nella sua casa di beirut o roma o dove alloggia.
Tornando, invece, alla Siria, al di là della sua supponenza tipica di chi è convinto di avere la Verità’ in tasca, esigendo rispose a domande quando lei per primo continua a non rispondere alla questione delle morti civili non per mano dell’esercito e, essendo lei il giornalista iper esperto e io un semplice cittadino, credo che dovrebbe essere lei quello che non evita le risposte e che fa ricerche o magari, lei che si preoccupa così tanto non della “visibilità” ma “degli oltre 22 milioni di esseri umani che abitano la Siria”, non ritiene queste morti degne di nota? Non fanno parte di quegli “oltre 22 milioni”? E i sostenitori di Assad? Non sono tra quei “oltre 22 milioni”? Forse anche a lei non interessano tutti o la maggioranza, ma solo quella piccola parte che fa notizia, dato che anche lei, come tanti suoi colleghi, parla solo di loro. Con una macchia in più da parte sua: lei si erge a critico sopra i suoi colleghi e poi non si dimostra migliore di loro.
Già che ci siamo, vorrei chiederle, chi ha ucciso secondo lei i piloti dell’areonautica sulla strada tra palmira e homs, forse manifestanti pacifici? forse le bande armate (ah, no, scusi, quelle sono “entità inventate” “di cui nessuno ha ancora provato l’esistenza”… lo vada a raccontare ai parenti dei civili alauiti e cristiani rapiti e massacrati)? forse lo stesso regime? forse e’ solo propaganda? Oramai non si può’ più’ negare l’evidente ingerenza straniera nella politica e nella sicurezza nazionale siriana, magari visto che si trova in libano provi a fare un bel servizio investigativo – genere che mi pare le piace molto – sul traffico d’armi che ha invaso la siria in questi mesi anche dal libano, potrebbe essere qualcosa di utile, non le pare? visto che quelle armi (e lo dico sempre senza negare gli errori dell’esercito siriano) uccidono anche i bambini che lei ha visitato in ospedale.
Infine, dato che mi consiglia di scrivere e raccontare delle minacce, ho un articolo pronto già da tempo, ma purtroppo nessuno ci offre lo spazio per farci ascoltare, allora lo mando a lei, che sembra tanto interessato:
I SIRIANI ALL’ESTERO VITTIMA DEGLI OPPOSITORI
“Siriani all’estero vittima delle loro ambasciate” titolavano i giornali qualche settimana fa riprendendo un
rapporto di Amnesty International. In Italia l’ambasciata siriana si è premurata di smentire
immediatamente simili accuse, dichiarandole come parte della campagna mediatica strumentale contro la
Siria, “volte a minare l’operato delle nostre rappresentanze diplomatiche nei paesi dove sono accreditate,
nonché fomentare la sedizione tra i cittadini del popolo siriano”.
Quello che, invece, nessun media si è curato di far presente è che in Italia da tempo si può assistere alla
situazione contraria: ovvero sono i sostenitori del governo ad essere preda di minacce e ingiurie da parte
degli oppositori del regime. Ultimo esempio è accaduto la scorsa settimana, quando un bar di Cologno
Monzese di proprietà di due siriani cristiani filogovernativi ha subito un tentativo di rapina,
fortunatamente non andato a buon fine. Lo stesso locale già in luglio era stato semi-distrutto in seguito a
un attacco da parte di un gruppo composto da una ventina di persone guidate da esponenti
dell’opposizione, che già da tempo minacciavano i proprietari colpevoli di essersi recati, proprio la sera
stessa, a una manifestazione a sostegno del presidente Al-Assad e del suo programma di riforme contro
ogni ingerenza straniera. I due siriani, oltre ai danni morali e economici, sono stati pesantemente
malmenati dal gruppo, tanto che uno dei due ha riportato ben undici punti di sutura alla nuca e l’amico
siriano alawita con loro ha rimediato l’auto distrutta.
Un’aggressione vile ed agghiacciante, soprattutto se si pensa che a perpetrarla sono state le stesse persone
che si ergono continuamente a difesa dei vessilli di libertà e democrazia.
Un caso per molti versi ecclatante, benché considerato non degno di nota dai media italiani (forse perchè
troppo in contrasto con l’immagine che l’opinione pubblica si è creata sulla Siria), ma anche un esempio
che deve far riflettere sulla vera natura che si nasconde sotto questa rivolta e alcuni dei suoi esponenti.
E, purtroppo, un caso non isolato: moltissimi, infatti, sono gli esempi di siriani che, dopo aver preso parte a
manifestazioni filogovernative ed essersi esposti personalmente senza paura di esprimere il loro punto di
vista, sono poi stati minacciati o aggredditi telefonicamente o via web da questi “pacifici e democratici”
esponenti della corrente opposta.
Ma questi casi, chissà perchè, non interessano le grandi associazioni che operano per la difesa dei diritti, le
istituzioni e i media che operano nel nostro territorio. Peccato, perchè potrebbero aiutare ad aprire nuovi
spiragli per analizzare in modo più completo e oggettivo la crisi siriana, o, forse, è proprio questo che si sta
cercando di evitare?
La ringrazio dell’attenzione se pur inutile vista la sua posizione estremistica di giornalista che vuole importare la democrazia accendendo focolai d’odio
La prego di non volermene
Cordiali saluti
Pinco Pallino Giuseppe
Siriano del mondo
Al giornalista Trombetta che si erge sullo scranno in difesa degli “oltre 22 milioni di esseri umani che abitano la Siria” per dare il suo contributo alla democrazia e libertà del popolo siriano contro quanti cercano solo “visibilità” e vengono senza mezzi termini etichettati come “incompetenti”, chiedo di dare il buon esempio, di non essere tra i tanti che predicano bene e razzolano male. Del resto, da persona intelligente quale dice di essere, di certo non poteva non immaginare che scrivere un articolo simile non le avrebbe attirato una serie di commenti contrari, allora perchè non pubblicarli sulla pagina, perchè fare da censore senza lasciare a tutti, soprattutto a quanti sono parte di quei “oltre 22 milioni”, poter esprimere liberamente il prorpio punto di vista su una questione che li tocca da vicino? Forse, solo perchè, in quanto difensori di Assad, non sono degni di avere possibilità di replica? La pregherei di mantenere un po’ più di coerenza per il futuro e di valutare più attentamente quanto scrive perchè dietro quello che lei etichetta come “esercito” ci sono tanti esseri umani e come tali, meriterebbero un po’ più di rispetto.
(Risposta a “Sivlia”, che in realtà è Ouday come si legge nel loro secondo post). Era dai tempi delle elementari che il mio cognome non veniva usato per offendermi. In Siria, signor Uday o chi per Lei (un altro lealista che non ha il coraggio di mettere nome e cognome e di usare la sua email per scrivere su questo sito), provo ad andarci da tempo ma i suoi illuminati governanti non mi danno il visto. Ovviamente perché sono fondate tutte le accuse che mi rivolge. Mi ha smascherato! Sono tutto quello che Lei ha detto e anche di più… nel mondo della Sana e di ad Duniya ovviamente. (Prego tutti gli altri lealisti che si stanno accalcando a insultarmi ad attendere la moderazione dei loro commenti e, in casi, anche a non vederli pubblicati, quando superano i limiti di volgarità e decenza).
(Risposta a Giuseppe) Il mio curriculum invece le deve interessare visto che mi accusa di incompetenza. Se non riesce a informarsi da solo, qualcuno deve pure aiutarla.
Non ho fatto nessuna ricerca sul suo conto. Le sua mail parte da server turchi e il suo indirizzo telematico ha un profilo pubblico che appare in automatico sul pannello di controllo del sito. La sua incolumità è poi assai meno a rischio della mia, che sono a Beirut, a due passi dalli sgherri del Pssn e del suo ben amato presidente. In Italia, se la picchia qualche cattivone oppositore del regime può sempre andare a denunciarlo. La polizia non la farà sparire come avviene su… Marte.
Ha fatto bene a segnalare la vicenda di Cologno e dell’aggressione ai lealisti, la segnalo ai colleghi in Italia in modo che possano fare luce su quanto accaduto e dare giusto risalto alla questione. Può dare più riferimenti a riguardo: nomi e cognomi degli aggrediti, date della presunta aggressione, indizi sui responsabili?
Per quanto riguarda Homs, visto che la sua parola contro quella di decine di miei amici di Homs che raccontano il contrario di quello che Lei sostiene, può mostrarmi i video che ha girato (non quelli rimontati da Duniya o dalla tv di Stato siriana) in cui si mostrano questi terroristi che sparano ai posti di blocco e terrorizzano I civili?
Sulle morti dei civili, se lei non mi legge attentamente non è colpa mia. Cito ogni bilancio possibili: dagli attivisti alla Sana. Purtroppo però la Sana non fornisce quasi mai i nomi dei civili uccisi dai terroristi. Può dirmi dove posso trovare questa importante lista? Lei conosce il Centro di documentazione delle violazioni in Siria? Ritiene che siano tutti nomi, foto, video, date, luoghi inventati?
Nello specifico dei piloti uccisi a Furqlus, la Sana accusa terroristi armati da parti straniere, in primis Israele. I disertori affermano che sono stati beduini armati. Ho visto numerosi video delle vittime civili tra gli abitanti di Furqlus, capoluogo di una zona abitata da clan tribali che hanno perso molti cari nella repressione in corso. Non è poi così illogico pensare che questi stessi clan abbiano qualche motivo di astio nei confronti dei militari lealisti che si trovano a passare da quelle parti… Mi dimostri il contrario.
Sul traffico di armi in Libano, mi conferma che non mi legge attentantemente. Me ne sono occupato sia su questo sito che altrove. E comunque, se fossi un padre di famiglia di Homs a cui gli shabbiha hanno ucciso il figlio, non so quanto riuscirei a restare pacifico.
E comunque, mi sa dire perché Labwani e la Nashed erano in carcere? E perché la tv di Stato non ha mostrato i loro visi tra quelli liberati tra il 5 e il 15 novembre scorsi?
Signor Osamax5 (che belli tutti questi nomi senza cognomi, un marchio di fabbrica?), qual’è il commento che non ho pubblicato? Se c’è qualche ritardo, forse è perché oltre a rispondere agli insulti dei liberi siriani sostenitori del “dialogo e delle riforme” ho anche altre cose da fare? Ah no… anche il ritardo nel moderare i commenti è per voi sintomo che sono l’ennesimo subdolo agente del Grande Complotto.
Vedo, signor Trombetta, che Lei si scandalizza per il fatto che una moltitudine di persone non si associa alle tesi che anche Lei porta avanti assieme a tutti i media mainstream occidentali e mediorientali. Le premetto che non ho tutta la conoscenza che sia Lei che altri partecipanti a questo forum anche a Lei contrari hanno. Pur non avendo tutte queste conoscenze però riesco ancora a fare due più due fa quattro. Ciò che sta accadendo ora è un libro già scritto in occasione dell’aggressione alla Libia. Abbiamo un paese che non consente ai potentati politici ed economici di questo pianeta di controllare le sue risorse umane e materiali. Venti o trent’anni fa quando il mondo era bipolare, questi potentati avrebbero abbozzato e forse si sarebbero rassegnati consolandosi sfruttando di più i propri domini tipo Sudamerica o Africa o altro. Ora che l’altra superpotenza non esiste più o per lo meno non è più forte come prima sono due i modi per ottenere il proprio scopo di dominio. 1° metodo. Si induce il mondo intero ad allarmarsi perché quel paese oggetto delle nostre attenzioni è un pericolo perché sta dotandosi, anzi si è già dotato di armi di distruzione di massa. Si inducono le organizzazioni internazionali a pronunciare una fatwua contro quel paese, si organizza una coalizione di stati più o meno “volonterosi” (di accaparrarsi le sue risorse, lo si bombarda dall’alto fino a ridurre la sua economia e la vita del suo popolo all’età della pietra e poi lo occupa. L’esempio di questo primo metodo? Non voglio insultare la Sua intelligenza suggerendoLe il nome di quel disgraziato paese. 2° modo. Si corrompono alcuni esponenti di quel paese magari in visita in Occidente. Si paracadutano in certe zone ove maggiore è l’opposizione a quel governo consiglieri militari e mercenari e si reclutano miliziani antigovernativi e poi quando si è pronti si attaccano caserme ed edifici governativi provocando la logica reazione che viene attraverso tutti I media più importanti bollata come strage di dimostranti. Se si riesce ad aggregare anche strati di popolazione meglio ancora la cosa diventa ancora più credibile specialmente se si fa uso di cecchini che da postazioni nascoste fanno fuoco sulla folla. Tutto fa brodo. Il metodo funziona spesso e in paese nordafricano ha avuto recentemente un discreto successo. A dire la verità la cosa non è ancora finita neppure lì per il momento. In altri casi come qualche anno fa in un altro grande paese islamico è andata buca. La cosa divertente è che quando queste cose avvengono in paesi ugualmente autoritari ma gestiti da dinastie oscurantistiche amiche dell’Occidente che non solo sparano sui dimostranti ma chiamano in aiuto i propri vicini ancora più oscurantisti tutto passa nel dimenticatoio della sedicesima pagina dei giornali. Chissà perché? Lei me lo sa dire Sig. Trombetta?
Vorrei aggiungere perché sopra me n’ero dimenticato, che mi meraviglio che Lei si scandalizzi perché molti abbiano pareri diversi, questo si chiama democrazia, do you Know??
Tra l’altro tutta questa foga di esportare la democrazia da parte dell’Occidente e degli Stati Uniti in particolare perché non si vedeva ai bei tempi del piano Condor e delle giunte militari sudamericane negli anni settanta e ottanta del secolo scorso? Non dovevano fare neanche troppa fatica, erano nel giardino di casa loro. Anche su questo mi sarebbe gradito un suo giudizio Sig. Trombetta.
Sig. Trombetta: ho pieno rispetto del Suo cognome, invece sul Suo operato lo classifico sotto la decenza dell’etica professionale, risponda in merito senza nascondersi dietro ad offese personali che non esistono. P.S. venga con me che il visto in Siria potrà ottenerlo a meno che Lei non ha visitato lo stato sionista. Risponda in merito Sor Lorenzo. Io non sono Silvia, eccomi con nome e cognome.
(risposta ai tre commenti di tale Aldebaran) E’ buffo che debba rispondere di affermazioni che non ho scritto o pronunciato. La tesi del mio articolo – non certo l’unico sulla questione siriana, nei diversi suoi aspetti tra cui quelli relativi alle implicazioni regionali e agli interessi degli attori internazionali – è molto più semplice: da otto mesi e mezzo più di 4.300 persone, per lo più civili, sono state uccise. Oltre 14.000 sono state fermate e la maggior parte di queste non si sa dove siano finite. Ogni tanto qualche corpo morto esce da un ospedale militare con evidenti segni di tortura. Sono crimini documentati, non sono mie fantasie. Tra l’altro, crimini commessi da un’entità che da quasi mezzo secolo ci ha abituato a simili atteggiamenti, quindi anche in linea con il suo passato (niente di nuovo insomma). In questo quadro, gli antagonisti italiani legittimano o addirittura negano questa repressione in nome della resistenza all’imperialismo americano. Nel mio pezzo e negli altri non parlo di democrazia, né tantomeno di volerla esportare. E ancor meno di volerla esportare a suon di bombe. Si legga quel che scrivo da anni e troverà conferme di quanto dico. Perché in nome di una causa politica, molto spesso ideologica, e seguendo la teoria che “il nemico del mio nemico è mio amico”, voi oggi, assennati e ben informati italiani legittimate l’uccisione di civili, siano essi boliviani, cubani, siriani, uzbechi, indiani? E ho diritto di scandalizzarmi, tale Aldebaran, se qualcuno la pensa diversamente da me, perché qui non si tratta di difendere o meno la democrazia (figuriamoci!), qui si tratta di alzarsi in piedi e denunciare crimini contro degli essere umani, che potrebbero essere dei suoi cari. Nei suoi commenti, Lei mi sbrodola tutto il condensato dell’antimperialista e su molti punti con me sfonda una porta aperta. Così come sfonda una porta aperta sul fatto che è pieno di dittatura oscurantiste e repressive nel mondo che non sono definite tali perché amiche dell’Occidente. In primis, rimanendo nell’ambito delle mie competenze, l’Arabia Saudita, oppure il Bahrein. Chi lo nega? Ma perché, tale Aldebaran, se io denuncio un ladro, lei mi risponde che ci sono anche altri ladri… come a giustificare il furto? Parliamo di Siria, mi risponda sulla questione siriana. Vogliamo aprire un dibattito sull’ipocrisia dell’occidente, benissimo, lo faccia e io la seguirò volentieri. Ma qui parliamo di gente che mentre io scrivo viene uccisa. Se poi fosse così pertinente il paragone con la Libia, mi dica lei perchè da otto mesi e mezzo nessuno – e sottolineano nessuno – sta facendo qualcosa di concreto per aiutare i siriani colpiti. La Libia è un’altra storia, e gli eventi lo stanno dimostrando. Se Complotto davvero fosse contro la Siria, gli agenti del complotto attenderebbero così tanto – forse anche un anno, con chissà quanti morti – prima di agire? Non regge il paragone con la Libia. Perché, rispetto a quello scenario, per l’occidente e per i russi e cinesi il rischio di perdere interessi è maggiore di quelli di guadagnarci. Nessuno di questi attori è interessato a difendere i siriani, così come non erano interessati a difendere i diritti dei libici. In quel caso, altri calcoli energetici e politici e una situazione regionale assai più “facile” hanno permesso a Sarkozy e agli altri di avventurarsi in quel ginepraio. Nel caso della Siria, fermo restando che nessuno ha davvero a cuore la sorte dei siriani (lo dimostrano questi otto mesi e mezzo di inazione, compresa la Turchia che tanto dice di fatto rimane inerme), sono tutti lì a guardare. E voi, Aldebaran e gli altri, a parlare di complotti.
Ho risposto abbondantemente in questa pagina. Il visto l’ho chiesto per l’ennesima volta, come giornalista. Sono in attesa. Forse hanno perso il fax come mi hanno risposto tante volte? Comunque non demordo. Quando passo per l’Italia incontriamoci così andiamo assieme all’ambasciata e mi fa avere un visto giornalistico. La ringrazio per la sua offerta. Sarà un piacere.
Egregio dottor Trombetta, non si sorprenda. I fascisti nel mondo ci sono ancora, non è una novità. Il suo articolo, bello e stimolante, provoca chi ha della bellezza l’idea mussoliniana incarnata dall’Eur, e assimila lo stimolante soltanto al Viagra. Non si faccia infastidire, piuttosto chieda ai suoi interlocutori di porsi una domanda: all’inizio della settimana corrente in Egitto gli uomini de feldamaresciallo Tantawi hanno ucciso una quarantina di egiziani. I giornali occidentali ne hanno fatto un fatto “globale”, con titoli anche sulle prime pagine italiane. Negli stessi giorni in Siria gli insorti assassinati dalla brutalità feroce e criminale dei bashariti sono stati di più, ma di titoli non se ne sono visti. Non è che forse Bashar disturba poco?
Lei è il peggiore esempio della censura visto che non ha avuto il buon senso di pubblicare la mia risposta. Non avevo dubbi sor Trombetta. Non può replicare al sottoscritto egr.io girnalista del copia ed incolla. Ogni tentativo con Lei è vano dal momento che Lei è sul libro paga del discotechaio di nome Hariri.
Ma che censura? Se è da ieri che sto rispondendo a lei e a tanti altri! Quale commento suo non è stato pubblicato? Quali sono le domande a cui ANCORA non ho risposto? Ha letto tutte le mie risposte? E scusi se ora vado di fretta, c’ho Hariri sull’altra linea che mi sta ordinando di diffondere menzogne contro il Santo il Riformatore. Oltre a occupare il tempo a insultare, sa anche rispondere alle domande sollevate nel mio pezzo che ha fatto infuriare tanti liberi siriani come Lei?
Guardi che io non sono affatto infuriato, al massimo la posso compatire oppure ridere di fronte al suo modo di esporre le sue tesi. Dicevo, oltre a sfuggire alle domande che Le ho fatto, almeno, ammetta che io non l’ho offesa personalmente sul Suo cognome. Stia tranquillo, mi raccomando cerchi su Google ancora esiste dell’altro materiale, sa, c’è una miriade di filmati di suoi amici “pacifici rivoltosi”. Una cosa Le assicuro, è più facile che Lei vada a vivere su Marte con una piscina che il Suo amico “ragazzetto dei sauditi” possa avere il sopravento in Siria. Quando vuole approfondire la verità sa dove cercarla, io Le ho offerto una possibiltà, sicuramente Lei non è interessato. Addio.
ma perché si imbrattare questo bel sito, che ho scoperto solo di recente e già inserito tra i preferiti, da un energumeno come questo? Basta!! Non è che possiamo stare a perdere tempo appresso alle farneticazioni di un simile individuo. Chiuda e non lo pubblichi più, questo è il suggerimento. Il libero pensiero non ne avrà alcun danno.
Dopo esser stato accusato di essere baatista, anti-sionista, filo-hezbollah, spalleggiatore dei terroristi islamici, ora mi si accusa di essere pagato da hariri e domani anche dagli stessi sionisti. Legga quel che scrivo da anni prima di giudicare.
Vivo in Italia, seguo gli avvenimenti in Siria solo da lontano e non posso dunque affrontare nel merito gran parte delle questioni poste. Mi lmito a rilevare come dalla lettura dei commenti si sia di fronte ad un dialogo tra un giornalista professionista che si firma con nome e congome e risponde nel merito ad ogni domanda e ad un gruppo di anonimi non meglio identificati che per gran parte si limitano a cercare di screditare la persona di Trombetta piu che discuterne gli argomenti. Il che di per se’ gia’ dice molto sulla credibilita’ e la limpidezza delle motivazioni dei diversi partecipanti a questa discussione.
Rocco
Quando il saggio indica la luna, il cavernicolo di nome riccardo cristiano guarda il dito, vada al diavolo. e egregio Trombetta Lei è sul libro paga di Hariri anche dei sionisti. Si fidi che si sa chi è Lei. Sono intervenuto solo per rispondere a quell’ebete. Non intendevo Lei di certo è tutt’altro, mi raccomando si faccia pagare bene.
Il centro di documentazione delle violazioni in siria VDC che lavora a stretto contatto con i comitati di coordinamento locali dell’opposizione siriana ( e le ripeto senza voler negare gli errori dell’esercito ) certamente quando trova un morto a terra vittima probabile e le ripeto probabile della repressione , a mio vedere altrettanto probabile vittima di cecchini armati non governativi oltre a terroristi pagati per creare disordini alle manifestazioni contro il governo siriano e incendiare la rivolta ,riporterà’ certamente che e’ una vittima della repressione a priori , e le ripeto nuovamente pur non negando gli errori dell’esercito nei confronti di alcuni manifestanti pacifici o altri pseudo pacifici, non so se lei ha mai assistito a una manifestazione al caboun nei pressi di Damasco o ne abbia mai sentito parlare nello specifico ,oltre alla repressione delle forze dell’ordine si sono verificate plateali provocazioni con lanci di sassi oltre a colpi da arma da fuoco incendi saccheggi e distruzione verso il quartiere le automobili e le forze dell’ordine e credo che a un certo punto le forze di sicurezza siriane non così preparate a questo tipo di eventi abbiano potuto perdere la pazienza e rispondere con il fuoco , provi a immaginare homs o deraa così vicine a territori di confine dove le armi in questo periodo vanno di moda e sono contrabbandate con l’aiuto di interessi esterni per incendiare la situazione cosa poteva succedere, per quello che riguarda deraa ho potuto ascoltare in siria tante testimonianze controverse sugli episodi che hanno incendiato la situazione e comunque oltre ai palesi errori del governatore all’inizio delle proteste l’arrivo dell’esercito e’ avvenuto dopo i primi casi di cecchinaggio dei quali erano vittima forze di sicurezza oltre a manifestanti, ma credo che difficilmente io e lei potremmo trovare un punto di incontro a riguardo di questi tragici eventi , senza menzionare le persone che ricevevano denaro per manifestare e le posso garantire che ho sentito con le mie orecchie una madre snaturata del quartiere barzee vicino a damasco che si vantava dei compensi che i suoi tre figli portavano a casa per ogni partecipazione alle manifestazioni contro il governo , e alla domanda ” ma non ha timore che uno dei suoi figli non torni più’ a casa da una manifestazione ? ” la risposta e’ stata che avrebbe beneficiato di un compenso più’ grande , sarebbe bello anche scoprire chi c’e’ dietro questo compensi non crede?
Alla domanda a riguardo del perché’ Labwani e la Nashed erano in carcere? E perché la tv di Stato non ha mostrato i loro visi tra quelli liberati tra il 5 e il 15 novembre scorsi?
Secondo Anwar Bunni un altro dissidente siriano, Kamal al-Labwani è accusato di aver «contattato uno Stato straniero affinché intraprendesse un’aggressione ai danni della Siria» ovviamente io non sono nè un avvocato nè un giudice e non ho sufficiente materiale per dare un parere tecnico a riguardo ma le posso dire che personalmente sono contento che sia stato liberato se fosse d’avvero stata provata la sua innocenza e anche in italia a volte ci sono persone in carcere che dopo molto tempo vengono scarcerate perché’ innocenti -senza niente togliere alla differenza strutturale delle prigioni siriani e quelle italiane indubbiamente più’ civilizzate – ma credo che con un serio dialogo nazionale si potrebbe lavorare insieme per migliorare tuta questa serie di cose con la pazienza e l’impegno reciproco e per il bene della nazione (ovviamente intendo tra siriani).
Centinaia di persone arrestate durante le proteste in Siria sono state rilasciate, alcune nei mesi scorsi, altre a seguito a un’ “amnistia generale”, proclamata il 31 maggio 2011.
Tra le persone liberate prima dell'”amnistia generale” ci sono Mohammed Hasan al-Labwani, Hassan ‘Abd al-‘Adhim, 79 anni, e Omar Qashaash, 85 anni, Haji Ahmed Khalaf, Manhal Mahmoud Barish e i suoi due fratelli Ayham e Shadi Barish, che sono stati tutti rilasciati in date diverse tra il 5 e il 26 maggio.
Mentre, per quello che riguarda la Nashed, la donna era stata accusata di aver lavorato per sovvertire il sistema politico e di violazione dell’ordine pubblico per aver avviato un laboratorio di terapia di gruppo per sconfiggere la paura della repressione e dei gravi disordini che da mesi sconvolgono il Paese.
E anche per questo caso vale lo stesso discorso fatto prima , naturalmente lei e’ già’ a conoscenza di queste cose, se non hanno mostrato le loro foto dovrebbe chiederlo hai diretti interessati senza dare conclusioni affrettate io non posso certo risponderle su questo.
In siria c’e’ molto da migliorare e, invece di istigare all’odio come in certi casi – e, a mio parere, anche il suo recente articolo è tra questi – potrebbe sensibilizzare le persone al dialogo e credo sia molto utile anche da quello che ho visto ultimamente in siria e dalle persone con cui ho parlato, sopratutto quelle delle fasce più’ deboli.
Per quello che riguarda i video di quello che ho visto e sentito a homs le vorrei far notare che io non faccio il reporter e il timore di essere vittima di qualche pallottola o rapimento da parte delle bande armate era forte, quindi mi sono limitato a vedere quello che succedeva con i miei occhi e personalmente mi e’ bastato.
Per il discorso della sua incolumità’ a beirut se non si sente sicuro non e’ di certo colpa mia. Ha scelto lei di essere li e può’ benissimo andare su marte o a nicosia ,amman ,ankara o dove preferisce per quello che riguarda la mia di incolumità’, invece, preferirei cancellasse immediatamente i nomi e i luoghi che ha citato nel suo precedente commento anche perché, oltre a non credere alle informazioni telematiche al quale si riferisce per giustificarsi, non mi sembra corretto che vengano citate persone e luoghi che non rappresentano il sottoscritto .
Per quel che riguarda, infine, le persone attaccate in italia, oltre i casi di cologno monzese (di cui abbiamo la denuncia ai carabinieri, referti di ospedale e foto), ci sono anche molti altri quotidianamente minacciati telefonicamente o via web, se crede, potrei darle – in forma privata, visto che ci sono indagini in corso – una lista di nomi, contatti e sospetti.
x rocco questo e’ un articolo del sig trobetta le farei notare come parla di un certo Raed o di un certo alexander quindi non si scandalizzi se ci sono persone che preferiscono rimanere anonime CHIARO!!!
http://www.ilmondodiannibale.it/lopposizione-siriana-cerca-un-leader/
http://www.youtube.com/watch?v=7knYa0S8ZNo sig. Trombetta a parte la propaganda e la tv siriana vorrei il suo parere su questa intervista?
http://www.youtube.com/watch?v=7knYa0S8ZNo
sig. Trombetta a parte la propaganda e la tv siriana vorrei il suo parere su questa intervista?
Ai rispettabili soldati di Bashar, italiani o siriani che siano: è così impossibile e assurda l’idea della Rivoluzione, in un paese come la Siria? A tale punto che se capitasse, sarebbe finta e frutto di un complotto?
Sottovalutate così tanto il vostro popolo? Al punto che è fuori questione che egli pensi a una rivoluzione “da solo”, senza aiuti esterni????
E’ così umano, ideale, giusto e democratico (ho visto che questa parola vi piace molto), il regime batista, tanto che è impossiiiiiiiiibile trovare qualcuno che non lo sostiene??
Perché in Tunisia, Egitto e Bahrein la rivoluzione è giustificata, e da voi in Siria no?
E’ forse sbagliato fare una rivoluzione?
E perché se crediamo alla rivoluzione in Siria, siamo spioni, collaboratori e “filo-hariri”??
Da 48 anni che la gente non può aprire bocca in Siria… e di colpo le bande armate hanno invaso il paese! Da dove sono entrate? Come sono entrate? Vi prego, aiutate questo indifeso regime!
إلى جنود بشّار المحترمين إيطاليِّين كانوا أو سوريّين
هل قدّ عبثيّة و مستحيلة فكرة الثورة ببلد مثل سوريا؟ لدرجة إنّو إذا صارت، بتكون كذب و مؤامرة و “لا وطنيّة”؟؟
هل قدّ “مستَغْبيين شعبكن يلّلي من لحمكن و دمكن؟ لدرجة إنّو مش ممكن، مش معقول يفكّر بثورة إلّا ما يكونوا برمجولو ياها؟؟
هل قدّ النظام البعثي نطام مبنيّ على أسس و قيم إنسانيّة، و عادلة و ديموقراطية ( هيدي كلمة كتير بتحبّوها متل ما لاحظت)، لدرجة إنّو مستحييييييييييل يكون في حدا يكون عندو شي ضدّو؟؟
ليش بتونس و مصر والبحرين الثورة مبرّرة، و عندكن لأ؟
غلط الواحد يعمل ثورة؟
يعني إذا صدّقنا الثورة بي سوريا، منكون عملاء و حريريّين و خونة؟؟
سبحان الله، من ٤٨ سنة ما في حدا يفتح تمّو بسوريا ، فجأة فاتوا العملا و المخرّبين و الجماعات المسلّحة، كيف فاتوا؟ من وين فاتوا؟ يا عمّي حدا يساعد هالنظام المعتّر!
A “Giuseppe”. Ho tolto i riferimenti che mi chiedeva, ma se erano così fuori strada di che avere paura. Per le risposte ai suoi commenti ci riaggiorniamo domani. Qui è tardi.
a silina al faysal nessuno mi sembra che stia dicendo questo ma prima di pensare alle richieste di una parte di una nazione e di un popolo bellissimo chiamato siria si deve mandare via il nemico esterno ed e’ innegabile che sia presente , la cosa odiosa non e’ assolutamente un popolo che vuole piu’ diritti e riforme e sviluppo anzi e’ cosa lodevole ma la presenza e l’ingerenza estera che ha sfruttato queste stesse richieste di una parte del popolo per cercare di rovinare questa bellissima nazione chiamata siria , quindi io mi sarei immaginato da persone degne di rispetto e con richieste di sviluppo e diritti sane e lodevole di scaccire fin dall’inizio questo pseudo aiuto esterno che non e’ un aiuto perche’ non vuole lo sviluppo di questo popolo e di questa nazione anzi lo vuole dividere smembrare e corrompere , visto che la corruzione e’ gia’ molto diffusa e una delle richieste maggiori del popolo siriano e’ la stessa lotta alla corruzione mi sembra ovvio che accettare questo pseudo aiuto che in molti casi sono armi e distruzione sia da condannare a priori non crede ? Io credo che quando questi rivoluzionari sani a cui si riferisce o meglio al mu3aridin al sharifin si uniranno ai rispettabili soldati siriani per allontanare definitivamente qualsiasi ingerenza estera allora si che ci sara’ la possibilita’ di avere piu’ sviluppo riforme e diritti per il popolo e per la nazione in caso contrario si va verso l’oscurita e per tornare a vedere la luce che sia un oppositore o un lealista, come molti dei media che contribuiscono a dividerci definiscono, ci vorranno molti decenni ,forse anche piu’ di 40 anni, allora perche’ aspettare ? perche’ non consegnare le armi? perche’ non avviare un vero dialogo nazionale? ovviamente perche’ chi ha mandato milioni di dollari in siria per alimentare tutta questa tragedia non vuole. ma lei che deduco sia siriana cosa vorebbe?
Trombetta ha fatto bene a scrivere un articolo del genere. C’è una dietrologia di alcuni partiti in Italia che fa impressione e non è coerente ne con i tempi ne con lo stato democratico in cui viviamo e dove questi partiti vogliono lavorare. Da Siriano con padre che è stato nelle prigioni e da esiliato , quale io sono, dalla Siria io dico” la siria deve cambiare”. Non è accettabile vivere in un paese dove non si può criticare il presidente. Non si può vivere in un paese dove se non si hanno conoscenze si devono pagare tangenti. Un paese, la Siria, dove le prigioni e le torture verso chi è oppositore sono la sola chance che il regime concede senza processi a chi viene arrestato. Non accetto in nome dei morti del 1979 ad Aleppo. Di quelli del 1982 ad Hama. Di quelli del 2004 a Qamushli. di quei morti giovani di questi mesi, discorsi in difesa di un regime che di umano non ha neanche la dialettica, Andate a rileggere, voi italiani, i racconti dei partigiani o dei patrioti come Massimo d’azeglio. A voi Siriani invece io dico che tutti faranno parte del cambiamento del paese nel domani democratico e libero.
(A Giuseppe). Quindi il VDC è in malafede secondo Lei. Ha visto i dettagli che pubblica per ogni ucciso? Dietro a questa nostra diversa visione specifica c’è un aspetto più generale che non capisco: conosciamo entrambi, Lei perché siriano io perché per anni ho vissuto a Damasco e ho studiato a lungo la questione, i metodi del regime. Perché stupirsi se il regime usa gli shabbiha e attribuisce a loro – “bande di terroristi” – le violenze, e invece voler cercare per forza di sostenere l’argomento delle bande di terroristi finanziati dall’estero? Sappiamo la stretta della sicurezza in Siria, tanto da essere il Paese con minore tasso di criminalità comune nella regione, conosciamo il pervasivo e decennale ruolo dei servizi di controllo. E’ così strano immaginare che il regime abbia usato e stia usando la carta delle bande armate per legittimare la repressione?
Come le ho detto non posso andare in Siria. Ma di Qabun mi hanno parlato due colleghi, di cui mi fido, e sono onesti. Oltre ad aver raccolto via telefono testimonianze di residenti. I lanci di sassi e di bombe incendiare sono state certo usate contro le forze dell’ordine, ma questo avviene anche nelle manifestazioni in Italia. Perché non usare solo i fumogeni (come avviene a Hasake e Qamishli, lì usate per evitare di uccidere, perché se si uccidono troppi curdi poi a Damasco sarà un problema per il regime) o le pallottole di gomma? Perché sparare ad altezza uomo? Questi “errori” sono un po’ troppo frequenti non trova quando parliamo di almeno 3.000 civili morti. Sull’incendio di proprietà pubbliche e private (mumtalakat amma wa khassa), le mie fonti hanno negato, attribuendo questi atti di vandalismo ai pro-regime. Ma di questo, certo, la mia parola contro la sua. E lei c’è stato, io no.
Certo, sarebbe per me interessante e necessario scoprire cosa c’è dietro a questa presunta accusa. Perché non mi si consente di andare a Barze a parlare con questa donna? Perché non si apre la Siria alla stampa. A tutta la stampa. Siamo tutti prezzolati? Siamo tutti in malafede? Lei crede questo? Per quanto riguarda l’esser pagati per manifestare, ho raccolto testimonianze in senso contrario (“pagati per scendere nelle manifestazioni lealiste) ma soprattutto ho visto documenti che provano che il regime esercita pressioni molto forti sugli impiegati statali per andare a manifestare.
Sulla liberazione di centinaia di persone arrestate dal 15 marzo ad oggi, non si tratta di amnistiare, ma di capire perché sono state fermate, con quali accuse e perchè ora vengono di colpo liberate. Perché loro e non le migliaia che giacciono in carcere o chissà dove? Se vengono liberate perché prigionieri politici di questi otto mesi e mezzo, dovrebbero esser liberati tutti. Se è invece dimostrato che sono criminali che hanno commesso crimini, perché non ci mostrano i processi? Lo sa che in uno Stato di diritto non si può prolungare il fermo più di tanto? Che deve essere tramutato in arresto con un’accusa valida? Che deve seguire il processo? Tutto questo, non è dato saperlo in Siria. E nuoce all’immagine del regime, alla sua presunta volontà di stabilire fiducia tra dirigenti e popolo, alla base di ogni sincera iniziativa di dialogo.
Ccontesto il fatto che il mio articolo fosse per istigare, piuttosto per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana a una questione, che come giornalista ma soprattutto essere umano, ritengo cruciale: il rispetto delle vite umane. E le ripeto, nei bilanci che cito metto sempre la Sana e quello che dice, sui funerali dei militari ecc. Quale odio istigo? Verso chi?
Lei non è un reporter quindi non è tenuto a fornire prove delle uccisioni a Zahra e a Nuzha (quartieri alawiti) commesse dai sunniti? Perché, gli abitanti di Homs sono tutti reporter? Semplicemente cercano di documentare quel che accade. E questo perché? Perché il regime non ci lascia andare in giro liberamente a documentare. Perché ci dobbiamo appoggiare a filmati amatoriali?
Le info su di Lei sono arrivate sul sito. Che motivo avrei di mentirle? Ho tempo da perdere a fare altro? In via privata – via email – possiamo continuare la nostra discussione e se ancora non lo hanno fatto posso segnalare la storia di Cologno a colleghi della Lombardia.
(A Giuseppe su Rocco) Raed pseudonimo era necessario per l’incolumità della fonte. Quello era un articolo e si devono rispettare regole precise. Quel che si rischia a Homs non è paragonabile oggi con quello che rischia lei in Italia o altrove. Mi provi che non è così. Mi provi che ci sono posti di blocco di lealisti in Italia, che i bambini (quale che sia la loro confessione) vengono uccisi da pallottole vaganti e non sparate da cecchini. In Italia no. Quindi, Raed andava tutelato. Se poi vuole essere davvero anonimo, scriva da una email diversa, non lasci tracce tramite il suo IP, ecc. Le ripeto, tutto mi è apparso sul back desk del sito.
è difficile metter da parte “la tv siriana” nella risposta. La fonte è cruciale per pesare una “notizia”, “un’intervista”. Anche lo zio del ragazzo di Daraa ha detto che era tutta colpa dei terroristi. Anche Harmush ha detto che era tutta colpa di Khaddam e Siddiq. Per non parlare della storia di Zeinab, di cui non si sa più nulla. E si ricorda l’ambasciatore siriano in Francia? Come si fa a credere a quella o a quell’altra versione in un mare di manipolazioni? Se avessi la possibilità senza rischiare una pallottola, andrei a Homs a indagare da giornalista sulla storia di Zeinab e su quella del piccolo e innocente Sari.
Come italiana, sono felice che a richiamare finalmente l’attenzione sui fiancheggiatori italiani del regime siriano sia un giornalista italiano.
Gli insulti di vario genere che leggo tra i commenti dimostrano che l’affiliazione ideologica preconcetta impedisce quello sguardo critico che sta alla base dell’informazione (sia per chi la fa, come giornalista, sia per chi ne fruisce, come lettore).
Penso che nelle sue risposte Lorenzo Trombetta abbia ampiamente spiegato le sue posizioni e chiarito le sue fonti. Mi auguro di cuore che ora smetta di preoccuparsi di critiche che sfociano nell’attacco personale per concentrarsi su altri argomenti. Per rispondere veramente a tono dovrebbe offendere a sua volta. E a me piacerebbe che scrivesse articoli, non insulti.
Accostandomi mestamente alle posizioni lucide e razionali di Elena Chiti, son convinto che Lorenzo Trombetta lavori con grande serietà e professionalità, come dimostrano la padronanza dell’arabo classico e del dialetto levantino, le conoscenze ed i contatti ad ampio spettro, l’umanità e l’estrema cortesia con cui è solito dare direttive ai suoi collaboratori, la sua più che decennale presenza tra Siria e Libano, ampiamente documentata da scritti e articoli in prestigiose riviste specializzate e testate giornalistiche nazionali.
Chi ha abitato quelle strade, che ora grondano del sangue della guerra civile, soffre più di tutti delle strumentalizzazioni e delle storture d’informazione (e ha avuto l’umiltà di scusarsi pubblicamente trovandosi nell’errore – vedi articoli sul caso Zeinab – ); soffre perché quelle persone le ha conosciute e sono state compagne di viaggio, di percorsi, di apprendimento, di chiacchierate davanti a te caldi e zuccherati; soffre perché è testimone di atrocità che documenta.
I morti da ambo le parti hanno pari dignità e compaiono, infatti, nei computi delle liste dei decessi di questo sito.
Ma non s’insulti, non s’imbratti appunto, come si suggerisce sopra, il sito. Le critiche sono costruttive fintanto che non toccano l’apice dell volgarità.
La Siria ha bisogno d’informazione, puntuale e precisa, non d’insulti.
Mi accodo a Elena Chiti e a Sveto in ciò che scrivono riguardo al lavoro di Trombetta e ai commenti fatti.
Vorrei anzi che potesse essere in grado, Trombetta, di scrivere un altro articolo del genere -ma con maggiore visibilità!- in cui ciò che viene denunciato non è tanto, o quantomeno soltanto, ciò che quotidianamente succede in Siria e i grandissimi punti di domanda cha tutto ciò fa scaturire. Sono soprattutto la non troppo sottile connivenza che alcune posizioni esprimono, e il silenzio generale che aleggia attorno a tutto ciò che succede in quel paese.
Come mai soltanto così in pochi, nei telegiornali e nella politica (non solo italiana), ne parlano? Affrontare criticamente l’argomento significa forse porre problemi politici troppo importanti, che squadernano prospettive che ormai da troppo tempo giustificano uno stato di fatto?
A questo riguardo -è inutile dirlo ma a questo punto la provocazione ideologica è d’obbligo- vorrei dire qualcosa a Ouday Ramadan:
non le sembra proprio questo silenzio generale e connivente, uno dei più grandi alleati della politica israeliana?
Per Giuseppe, una domanda che io stesso mi pongo: ammesso e non concesso che vi siano delle armi che arrivano dall’estero per fomentare una guerra civile in siria (poi, appunto, bisogna vedere chi le usa e come): come è possibile derubricare con questo argomento una questione politica così grande? Farne una guerra “di altri”? Questo non è, indirettamente, fare il gioco di chi le riforme politiche le vuole solo per scherzo?
Comunque sia, a mio parere la questione delle armi esistenti in Siria tra la gente rimane centrale: non tanto nell’uso che ne viene fatto dal regime (” ‘ste bande di terroristi!”), quanto perché il modo di usare le armi, o non usarle, è determinante nel percorso e nella possibilità di riuscita della protesta. Forse risposte a tale questione già ci sono, o forse ho fatto solo confusione. Mi piacerebbe allora che qualcuno facesse chiarezza su tale punto.
Rigrazio Trombetta, comunque, per questa finestra da cui ci permette di guardare e discutere tutto ciò, per la ricchezza delle fonti utilizzate e il lavoro certosino, critico e aperto, mai raffazzonato, che fa.
Domanda a Giuseppe e agli altri sostenitori della tesi delle bande armate di infiltrati e di terroristi che sparano sui civili. Perché questi cecchini, queste bande, non compaiono mai, non aprono mai il fuoco, in occasione dei raduni lealisti? Non rispondete dicendo che a Damasco e ad Aleppo la sicurezza è talmente massiccia che non ci riescono perché 1) Homs, Hama e Daraa sono militarizzate da mesi eppure i “terroristi” colpiscono sempre. Non rispondete che Damasco e Aleppo non sono vicine ai confini come lo sono Homs e Daraa perché Hama è lontana almeno quanto Aleppo, che non è così distante… e Damasco lo ancor meno. Non è sospetto che si spari sempre in occasione di funerale delle vittime civili tra gli anti-regime e mai, ad esempio, durante i funerali dei lealisti?
Sono d’accordo, è evidente che c’è un uso cinico e strumentale da parte del regime.
Stavo pensando però anche a un altro tipo di utilizzo delle armi, a proposito del quale è apparso un articolo su questo sito:
http://www.sirialibano.com/siria-2/siria-a-homs-nasce-la-resistenza-armata.html
La questione dell’uso e delle modalità delle armi si pone, mi sembra.
E, forse, è un nodo politico assolutamente scottante, su cui varrebbe la pena ragionare maggiormente. Non so, non mi sento in grado di giudicare delle scelte del genere, in modo assoluto, ma politicamente è significativo, no? E’, in certo modo, un passaggio? E’ importante? Se lo è, che conseguenze può avere? Viene “amministrato” da parte dei “rivoltosi”? Come viene amministrato (che posto ha, se ce l’ha, all’interno di una tattica politica più ampia)?
Boh, forse sono solo domande superficiali e tedianti che danno troppa importanza a qualcosa che non ne ha. Istintivamente però mi viene da pensare che siano centrali, e che non le si possa eludere per paura di delegittimare la protesta (ma non nel senso di Giuseppe ovviamente), ma io non ho gli strumenti per rispondere.
Questa è una scheda del VDC. Con i dettagli con cui sarebbe stato ucciso questo coscritto oggi.
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الرقم 5296
الاسم الكامل صالح الحامد العلي
العمر 0
الجنس ذكر – بالغ
المدينة دير الزور
المنطقة القورية
تاريخ الوفاة 2011-11-28
مكان الوفاة حماه
الرتبة العسكرية مجند
ملاحظات
تم اطلاق النار عليه من قائده العقيد عندما رفض ان يطلق النار على المتظاهرين في حماه وتم نقله الى مستشفى حمص توقفت عنده الكلى وقبل ان يلفظ انفاسه اعترف بذلك
sig.Trombetta personalmente sono dell’opinione che sostenere a priori o per forza una teoria non sia corretto, come quando dice che si vuole cercare per forza di sostenere l’argomento delle bande di terroristi finanziati dall’estero. La presenza di armi in siria, fin dai primissimi mesi della rivolta, nelle mani di civili, gruppi di criminali, mercenari, briganti, fanatici, manifestanti più o meno pacifici, grandi rivoluzionari – insomma, nel mondo delle opinioni si possono chiamare come preferisce, tanto il risultato non cambia molto – credo sia evidente. Per questo trovo che, invece di voler cercare in ogni modo di trovare prove che avvalorino la tesi della presenza di bande di terroristi finanziati dall’estero, sarebbe più importante – o quanto meno interessante – cercare di allargare le proprie vedute anche minimamente e non affidarsi solo ai comunicati VDC (tra l’altro in quello pubblicato nel suo ultimo commento non dice il nome del presunto superiore che ha ucciso il soldato perché’ si rifiutava di sparare).
Per quanto riguarda Homs, come le ripeto non mi sono premurato di filmare quanto ho visto (tra l’altro in quel momento ero sprovvisto di qualunque mezzo, fosse anche un cellulare) e me ne sono poi pentito, viste certe affermazioni. Le assicuro che per chi come me non è avvezzo a trovarsi in simili situazioni, trovare qualcosa con cui filmare non è certo il primo istinto (anche se, purtroppo, ci si “abitua” fin troppo facilmente al sottofondo degli spari e a certe salmodie notturne). Ad ogni modo di filmati sul web ce ne sono e molti a riguardo, basta cercare un po’, ma, probabilmente, per lei saranno tutti falsificati dal momento che non avvalorano le sue teorie. Lo stesso per gli attacchi dei “presunti terroristi” che, contrariamente a quanto afferma, si sono verificati anche durante la manifestazione di lealisti a Homs di due settimane fa, quando i cecchini hanno sparato sulla folla causando 20 feriti e 20 morti (oltre ai 60 rapiti di quel giorno). Perchè il regime dovrebbe rapire e uccidere persone a loro fedeli, assaltare bus e uccidere 500 alauiti e 170 cristiani, tagliandoli a pezzi (video ce ne sono molti, ma spesso youtube li cancella dopo pochi giorni o ore talmente sono violenti). Perchè il governo dovrebbe uccidere le persone che credono in lui? Solo per creare scompiglio? Anche se questo scompiglio sarebbe tanto controproducente da rischiare di farlo crollare? A che pro innescare a tavolino una guerra civile? Non crede che i vantaggi sarebbero più dell’opposizione?
Tra noi c’è un’importante differenza: io, così come anche il governo siriano, ho ammesso che sono stati commessi errori e che alcuni – alcuni, non certo tutti – filmati della rete sono reali; ma non ho sentito lo stesso dall’altra parte, dal momento che quasi tutti gli oppositori continuano a raccontare la storia dei manifestanti pacifici e disarmati massacrati dal governo.
Conosciamo tutti le forze di sicurezza e i metodi del regime, che, come già detto, in alcuni casi sono da “migliorare”, ma cosa bisogna fare allora: condannarli a priori in tutto e per tutto? Quanti sono i militari dell’esercito siriano? Mezzo milione di uomini, oltre i familiari? Hanno tutti commesso errori? Sono tutti assassini? “E’ così strano immaginare che il regime abbia usato e stia usando la carta delle bande armate per legittimare la repressione?” Chiede lei. Ma io le domando: E’ così’ strano che si stiano utilizzando gli enormi fondi economici a disposizione di persone (siriani e non solo) all’estero che hanno interessi a creare una situazione di caos sfruttando il malcontento della popolazione e la voglia di progresso? è molto strano che interessi geopolitici nell’area alimentino questo disordine o agiscano in modo negativo per il ripristino della situazione? è molto strano che possa esserci un complotto o comunque uno scenario già’ visto altrove? è molto strano voler risolvere i problemi dall’interno della nazione? è molto strano volere che il proprio governo attuale migliori e offrirgli la possibilità’ di farlo senza dover condannare a priori quanto ha fatto fin ora, gettando in un unico calderone errori e cose positive? È molto strano voler credere alla buona fede di Assad quando dice di voler attuare determinate riforme che, in condizioni di assoluta tranquillità, in molti stati hanno richiesto diversi anni per venire approvate? E’ molto strano comprendere come in questo momento in siria si viva un momento di emergenza e che non è possibile fare paragoni con uno stato tranquillo? per lei certamente parlare di diritti umani attraverso testimonianze documenti e comunicati, più’ o meno verificabili, e condannare a priori 40 anni di storia, solo perchè ora non è permesso entrare in uno stato e offrirne la peggiore delle immagini, non e’ strano! Non crede che paragonare ad esempio indignatos o black block italiani a quelli siriani sia un po’ azzardata come affermazione? io non credo che tutti siano in malafede -ovvio- come non credo a molte verità’ e calcoli imposti dai media o da un unica corrente, non voglio avere i paraocchi sulle verità’ sommerse che non vengono dette a priori per l’ideale o l’orientamento di chi scrive determinati articoli. Perchè non vengono mai messe in discussione anche la buona fede e gli interessi di Rami Abdel Rahman? Qualcuno ha ricordato anche le stragi del passato, perchè non si ricorda mai anche cosa ha portato a quei tragici massacri? Ad esempio del’82 ad Hama non si cita mai anche l’antefatto: quante morti hanno provocato i massacri e le uccisioni sulla carta d’identità da parte dei fratelli musulmani? Morti simili a quelle che stanno avvenendo in questi giorni. Sono queste quelle che mi raccontano e che vorrebbero evitare i siriani che conosco io, ma, purtroppo, abbiamo conoscenze troppo diverse.
Sig. Trombetta potrei farle avere i contatti delle persone minacciate, se vuole.
inoltre vorrei aggiungere che “qualcuno, che afferma di essere un esiliato ma che tutti sanno essere stato in siria per diversi mesi, con l’approssimatezza che lo contraddistingue, ha ricordato anche le stragi del passato”.
noto con rammarico che non sono ancora stati pubblicati in questa pagina i miei ultimi commenti , probabilmente sara’ impegnato e mi auguro lo faccia al piu’presto
saluti
Ahimé non ho la possibilità di seguire il sito in questi giorni.