Siria, riposizionamenti qaedisti?

Membri di Daesh si addestrano nei pressi di Damasco (Propaganda Daesh)Membri della principale formazione qaedista operativa in Siria, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), hanno abbandonato le fila del gruppo per unirsi a un altro gruppo jihadista, la Jabhat an Nusra, promosso nei giorni scorsi dal capo di al Qaida, Ayman Zawahiri, come unico rappresentante in Siria dell’internazionale dell’estremismo sunnita.

Leader della Nusra nelle regioni nord-occidentali siriane cercano intanto di conquistare consenso presso le popolazioni locali, organizzando incontri con attivisti e notabili. Mentre da Raqqa, capoluogo del nord da mesi sotto il tacco dei qaedisti, si registra “un’improvvisa ritirata di membri dell’Isis” e un avvicendamento di uomini della Nusra. Lo affermano oggi il quotidiano panarabo-saudita al Hayat e il portale di notizie siriano Zaman al Wasl, che citano testimoni oculari e fonti autorevoli presenti nelle varie realtà siriane. L’informazione circa il ritiro dell’Isis da Raqqa è stata in seguito smentita con forza sempre sulle pagine di Zaman al Wasl.

Nel recente audio-messaggio di Zawahiri, il capo di al Qaida ordinava all’Isis di tornare a essere l’ala qaedista dell’Iraq e affermava che solo la Nusra rappresenta in Siria l’organizzazione fondata da Osama bin Laden. Sebbene sia ancora presto per comprendere come questo ordine possa esser recepito dal variegato fronte dei mujahidin presenti in Siria, le fonti affermano che “tra i membri dell’Isis – i cui quadri sono per lo più stranieri, iracheni, mentre i livelli medio bassi sono siriani – c’è confusione e incertezza”. Cosa fare dopo l’ordine di Zawahiri? Tornare in Iraq o rimanere in Siria cambiando abito e indossando quello della Nusra?

In tal senso si inserisce la notizia che a Maarrat an Numaan, cittadina nella regione nord-occidentale di Idlib in mano alla Nusra, il gruppo – costituito in larghissima parte da siriani – ha nei giorni scorsi organizzato, nella moschea cittadina, incontri con attivisti, giornalisti e notabili per confrontarsi con la società civile e discutere dei problemi locali.

Oltre a mostrare un documentario “con le più efficaci operazioni militari della Nusra contro il regime” di Bashar al Assad, i leader del gruppo jihadista hanno ascoltato le lagnanze della popolazione e proposto modi per risolvere gli attriti tra i miliziani e i civili. E per cercare di distinguersi dall’atteggiamento impopolare dell’Isis.

In altre regioni siriane come la Jazira, stretta tra i corsi d’acqua dell’Eufrate e del Khabur, le popolazioni locali non distinguono l’operato dell’Isis e della Nusra e tra i due gruppi sembra esserci forte osmosi. Altrove invece, come a Idlib o nel sud del Paese, la Nusra viene considerata parte del fronte anti-Assad mentre l’Isis desta più sospetti di avere interessi convergenti col regime di Damasco.

Le defezioni dall’Isis verso la Nusra si sono registrate nei giorni scorsi a Raqqa ma anche ad Aleppo, nel quartiere di Sakhur, noto per essere roccaforte dei mujahidin “iracheni” che dal 2003 accorsero in Iraq per combattere l’occupazione anglo-americana e che dall’anno scorso hanno trovato in Siria nuovo terreno fertile di jihad.

Proprio a Sakhur – come a Shaddade nel nord-est siriano e a Dana nella regione di Idlib – si erano verificati nei mesi scorsi scontri armati tra Isis e Nusra, con quest’ultima che aveva dovuto lasciare il campo al gruppo composto da numerosi mercenari stranieri.

Le fonti parlano adesso di un “ritiro improvviso” da Raqqa, la città dove è scomparso a fine luglio padre Paolo Dall’Oglio, gesuita romano per oltre trent’anni attivo in Siria per sostenere il dialogo islamo-cristiano e che – secondo diverse fonti – è prigioniero proprio dell’Isis. Le fonti aggiungono che al posto dell’Isis, Raqqa si sta ripopolando di uomini della Nusra. Ma – come già accennato – l’Isis smentisce.